Home Valsecchi l’intoccabile dall’Auditel. E il Senso del Distretto alla Bonolis

Valsecchi l’intoccabile dall’Auditel. E il Senso del Distretto alla Bonolis

Perché Distretto di polizia fa flop, ma non viene soppresso

pubblicato 28 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:36


Pietro Valsecchi è tra i produttori più in vista del panorama italiano. Con la sua Taodue ha dato fiato alla serialità Mediaset con prodotti di indubbia eccellenza, gli unici forse a poter “provare” a competere con i modelli americani.

Se al binomio spesso raggiunto di qualità e ascolti ci aggiungete l’ininterrotta benevolenza del più temuto dei censori l’intoccabilità è garantita. Avete mai notato che sul sito della Taodue c’è la sezione “Critiche di Aldo Grasso”, tutte riproposte in quanto rigorosamente positive? E dire che sono in pochi a poter vantare questo privilegio.

Dalla leadership televisiva a quella cinematografica il passo è stato breve: Valsecchi ha prodotto entrambi i film di Checco Zalone e quello dei Soliti Idioti, tra i fenomeni-rivelazione degli ultimi anni ai botteghini. Il tutto (anche) a vantaggio di Mediaset: Taodue fa parte di una joint venture con Medusa Film, controllata da Rti (e quindi Mediaset) per il 75%.

Come se ciò non bastasse, come dicevamo ieri, Valsecchi potrebbe diventare il nuovo sottosegretario alle Comunicazioni. Ora, questo lungo preambolo è inevitabile per segnalare uno strano fenomeno. Ieri Distretto di polizia 11 è crollato a 3.323.000 telespettatori e a uno share dell’11,77%. Qualcuno penserebbe alla soppressione immediata: invece dalla prossima settimana da ieri verrà è stato trasmesso un episodio a settimana, seguito dalla replica della prima stagione di Squadra Antimafia (diventato il fiore all’occhiello TaoDue).

Questa strategia vuole essere un esperimento per il futuro: nonostante il Distretto in corso soffra sin dalla prima puntata, è subito arrivata la conferma del rinnovo per una nuova stagione, che avrà una cadenza annuale di un episodio a settimana, come in America. Qualcuno dovrebbe ricordarsi che già i Cesaroni hanno intrapreso l’anno scorso (e ancor prima in abbinata al Ciclone in famiglia) la stessa strada: da lì è iniziato il calo di ascolti, vista la difficoltà di contrastare la prima serata allungata della concorrenza.

Ora, che il primo amore non si scordi mai e Valsecchi mal digerisca la fine di un ciclo è pure comprensibile. Ma ostinarsi a “imporre” Distretto in piena garanzia, in una tv commerciale, fa decisamente pensare.

Sorte analoga toccò ai suoi Liceali alla fine della primavera: dopo il mediocre esordio, peraltro annunciato dall’eterno rinvio della messa in onda, girarono voci di una sua sospensione. Ma fu subito sconfessata: la serie è poi andata in onda come se niente fosse, raggiungendo un minimo storico dell’11.57% e chiudendo al 14.08%.

Valsecchi pare proprio il Bonolis della fiction italiana, colui a cui non si può chiudere mai le porte. Ricorderete che Il Senso della vita, domenica 3 aprile 2011, era crollato all’11.90% e a 2.486.000 spettatori nella sua seconda puntata. Peccato che sia poi proseguito per altre sei puntate come se niente fosse.

In quel caso Bonolis aveva, come coltello dalla parte del manico, l’impegno di risollevare il preserale di Canale5. Valsecchi, probabilmente, ha altrettante buone ragioni per passare indenne un clamoroso flop.

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