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Domenica In – Così è la vita: Lorella è più passatista di prima

La recensione della prima puntata della nuova Domenica In targata Cuccarini

pubblicato 9 Ottobre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:57


Dispiace sinceramente criticare per l’ennesima volta Lorella Cuccarini, uno dei personaggi – a detta di tutti gli addetti ai lavori – più umani, onesti e meritevoli della tv italiana. All’ex showgirl non si può contestare il talento e l’esperienza di spettacolo, ma la miopia nel negare l’evidenza sì. Già ad un primo sguardo il suo Così è la vita mostra un totale autolesionismo, nonché una scrittura televisiva fortemente lontana dal gusto del pubblico contemporaneo.

La Cuccarini avrà pensato che, togliendo sigle e flash-mob con Marco Mengoni e sostituendoli con le lingue lunghe di Diaco e Pivetti, Domenica In potesse essere più vicina al target di RaiUno, ormai drogato dall’infotainment.

L’anno scorso, infatti, le si rinfacciava qui, al suo debutto a Domenica In, di ballare il valzer della liturgia tv fuori tempo. Peccato che la sua riconferma “con le dovute modifiche” abbia il sapore di una mistificazione: non solo a Domenica In non è cambiato nulla ma il suo passatismo è persino peggiorato.

Domenica In – Così è la vita
Domenica In - Così è la vita
Domenica In - Così è la vita
Domenica In - Così è la vita
Domenica In - Così è la vita

Lorella, da giudice ad educanda

Lorella si presenta ai telespettatori con un’immagine che respingerebbe chiunque: cofana alla Maria Montessori, giusto per accentuare la propria mission pedagogica, camicia con i merletti della nonna e linguaggio compassato.

Se pensate che a Star Academy ostenta una capigliatura dal sapore venturesco, accompagnata a una mise trasgressiva, ostentando di voler essere schietta e non più buonista, dicendo per di più frasi ‘cool’ come “Non mi è arrivata l’emozione”, c’è un serio problema di identità (che il bravissimo blogger Tuttofamedia denuncia con più libertà – e meno rischio di fraintendimento – di quanto le sue aspre critiche avrebbero sull’arena di TvBlog).

Qualcuno griderà in sua difesa alla versatilità del personaggio Cuccarini, ex donna di spettacolo che sta trovando una sua nuova collocazione in tv, ma dalle “mille facce” alla contraddizione vivente c’è una differenza abissale.

Così era la vita… secondo Pippo

Così è la vita (già il titolo è tutto un programma) è la regressione al baudismo più incrostato, a partire dalla sigla stile “Chorus” con panoramica dello studio. In più l’ingrediente delle docufiction, ritenuto tanto necessario da far rallentare la partenza del programma, più che all’Italia sul Due ammicca a Tutti a casa, lo sfortunato sit-show in cui Pippo faceva di mini-sketch argomento di discussione in studio.

Lorella, pensando magari di fare una cosa innovativa, gli copia anche il sondaggio. Peccato che i temi di Pippo, ai tempi, fossero ben più “coraggiosi”, visto che negli anni Novanta apriva anche talk sulla maternità in tarda età.

La Cuccarini, invece, affronta il rassicurante tema delle adozioni raccontando la storia vera di Elida, trentenne trapiantata in Italia ma originaria di San Salvador: roba a metà tra Carramba e una telenovela.

Alla mielosa storia, totalmente scollata dall’attualità alla faccia della “cura Toaff”, viene dedicato gran parte del suo spazio. A seguire, invece, vediamo l’intervista allo spettacolo declinata in chiave people show, che sembra rievocare il fantasma di Serata d’onore di Baudo. Non a caso, personaggio di turno non è quello che si può dire un ospite di nuova generazione: Toto Cutugno.

La fiction che diventa talk

Unico momento apprezzabile della puntata l’apertura con Pierfrancesco Favino, che senza bisogno di presentazioni ha rigirato in chiave di monologo la sua marketta del generale Della Rovere: l’idea è quella di fare della fiction serale un’occasione di dibattito sociologico.

Buono l’intento di capire che valore abbiano i grandi eroi raccontati in prima serata e cosa possono insegnarci. A tal proposito Diaco propone una bella riflessione, che per un attimo spezza l’anacronismo del tutto:

“Gli italiani raccontati dalla tv ambiscono al successo dei talent e dei reality. Ma poi c’è la televisione delle fiction, di italiani che hanno fatto l’Italia con cose molto piccole…”.

La Cuccarini lo smorza e lancia pedissequamente la clip. Forse voleva evitare il conflitto di interessi con la sua “vita televisiva parallela”? A tal proposito, se prima era Georgia Luzi a vedere in Lorella un modello televisivo, ora è la seconda ad assomigliare sempre di più alla prima. Qualcuno le consigli, pertanto, di ricominciare in una trasmissione mattutina, in questo momento decisamente più nelle sue corde “emozionali”.

Domenica In