Home Enrico Mentana Minzolini: “Il Tg1 dà notizie che gli altri non danno”. Mimun: “E’ lecito essere schierati”

Minzolini: “Il Tg1 dà notizie che gli altri non danno”. Mimun: “E’ lecito essere schierati”

I direttori del Tg1 e del Tg5 dicono la loro sul ruolo dei telegiornali generalisti

pubblicato 27 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:17


Clemente Mimun, direttore del Tg5 dal 2007 (reduce dalla direzione del Tg1 dal 2002 al 2006) e Augusto Minzolini, direttore dal 2009 del Tg1 (dopo aver lavorato per il quotidiano La Stampa) raccontano “come nascono i loro telegiornali”.

Lo fanno rispondendo a una serie domande, dal perché il tg di Mentana cresce negli ascolti al quanto è lecito per un Direttore essere schierato, rivolte da Cinzia Marongiu del Tv Sorrisi e Canzoni. Vi proponiamo uno stralcio delle loro risposte più significative (che potrebbero farvi riflettere più di altre):

Che cosa o chi porterebbe via all’altro tg?

Mimun: “Claudio Fico, vicedirettore mio amico da sempre, e Maurizio Cirilli, capo della segreteria. Due grandi uomini di macchina più utili dei volti”.

Minzolini: “Tony Capuozzo, perché mi è sempre piaciuto il suo modo di fare inchieste. E mi piace il modo con cui Pamparana affronta le tematiche giudiziarie. E il piglio della Galeazzi”.

La più grande soddisfazione da quando guida il suo tg?



clemente mimun


Mimun:
“Sul piano professionale lo scoop sulla vertenza tra la famiglia Agnelli e l’Agenzia delle entrate. Per il resto è una soddisfazione quotidiana lavorare con la redazione migliore da un punto di vista umano tra quelle con cui ho lavorato”.

Minzolini: “Non una soddisfazione particolare, ma il fatto che tra gli elogi di alcuni e le critiche di altri mi sono accorto di aver dato un’impronta, una personalità, un’anima al Tg1”.

Editoriali, sì o no?

Mimun: “Ne faccio pochi, sono per la modica quantità. Mi dà inquietudine vedere il presidente della Rai Garimberti, che a suo tempo li ha fatti, criticare Minzolini”.

Minzolini: “Continuerò: credo sia un dovere e un diritto di un direttore per dividere le notizie dalle opinioni, cosa che spesso non avviene negli altri tg”.

Come definisce l’informazione che confeziona nel suo tg?

Mimun: “Veloce e completa”.

Minzolini: “Completa. Vede, c’è chi parla di omissioni: una scemenza. Noi del Tg1 diamo notizie che spesso gli altri tg non danno. Guardi questa settimana: abbiamo fatto servizi sull’ipotesi che la camorra abbia condizionato le primarie del Pd a Napoli; o ancora abbiamo fatto notare che alcuni personaggi che apparivano nell’inchiesta su Tarantini a Bari sono presenti anche nell’inchiesta di Monza che riguarda l’espondente del Pd Filippo Penati. Notizie che altri non hanno dato”.

Perché il tg di Mentana cresce negli ascolti?

Mimun: “Perché fa un approfondimento quotidiano esclusivamente legato alla politica. E si è dedicato in modo particolare alle intercettazioni, nelle quali ancora oggi devo capire quale fosse il reato. E poi Mentana ha goduto dell’attesa del pubblico di ritrovare un grande professionalità. Crescere partendo dal 2% di share è più facile che dal 19%”.

Minzolini: “Il tg di Mentana è più che alltro un talk che approfondisce sei-sette notizie, noi facciamo un tg generalista e ne diamo 28. Da tempo si è creato un rapporto sinergico tra Raitre e La7. Così accade che l’offerta generalista a quella nicchia di pubblico gliela dia il Tg3, mentre l’approfondimento glielo dia Mentana. Per me conta aver mantenuto in modo netto la leadership degli ascolti”.

Un errore che non rifareste?

Mimun: “Non controllare alcuni servizi trasmessi quando dirigevo il Tg1. Mi riferisco a quelli su Schulz definito kapò da Berlusconi e su un discorso del premier all’Onu, servizi che arrivarono direttamente da fuori e che mi hanno fatto passare per censore”.

Minzolin: “Rifarei tutte le scelte che ho fatto. Non mi pento di nessuna. Il lancio del web, la redazione a Milano, il rinnovamento dei volti. Sono riuscito a ringiovanire il nostro pubblico: da una media di 63 anni siamo passati a 58-59 e non è male”.

Quanto è lecito essere schierati? Può esistere un tg imparziale?

Mimun: “No, non esiste. E’ lecito essere schierati se lo si dichiara, ma bisogna dare un’informazione completa. In Italia chi guarda il Tg3 e il Tg4 appartiene quasi a un club. Il tg de La7 non è un caso che mangi pubblico al Tg3. Chi guarda Tg1 o Tg5 cerca completezza, sapendo che il Tg1 è più filogovernativo e il Tg5 più corsaro”.

Minzolini: “Uno tende a essere imparziale. E io non è che sono schierato, dico ciò che penso e me ne assumo le responsabilità. Non credo esista un tg che non abbia un suo punto di vista rispetto al Paese e al mondo. La questione è malposta. Non è che sei schierato o meno, ma hai un direttore che può trasparire più o meno nel tg”.

Vi accusano di infarcire i tg con notizie leggere. Cosa rispondete?

Mimun: “E’ un luogo comune messo in giro da chi scrive senza guardare la tv o facendosela raccontare dagli altri, come certi principi della critica. La percentuale delle notizie leggere raggiunge a stento il 5%. E se la gente sorride con un servizio su Canalis e Clooney non ci vedo niente di male. Mi fa più schifo chi cerca di falsificare la realtà. E allora io dico: evviva Clooney”.

Minzolini: “E’ una scemenza e un luogo comune, perché certe notizie le prendiamo da quegli stessi giornali che poi ci accusano. Avendo un pubblico variegato, devo coprire tanti gusti. Non come Mentana che fa pane e politica”.

Enrico Mentana