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Chiude il Bagaglino, croce e delizia di Silvio Berlusconi

Tutta la storia del primo marchio che ha fatto satira di destra. E fece divorziare il Premier

pubblicato 26 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:20


Era lunedì 29 gennaio 2007. Silvio Berlusconi si presentava all’una del mattino alla cena di gala per la penultima edizione andata in onda dei Telegatti. Il Cavaliere svolazzava di tavolo in tavolo, in una delle sue ultime apparizioni “aziendaliste”, ma anche nel primo grande ritorno post-depressione elettorale (così la definì lui stesso). Citando Repubblica, si era illuminato al tavolo del Bagaglino, dov’erano seduti il pigmalione Pier Francesco Pingitore, Leo Gullotta e, soprattutto, le tre primedonne Pamela Prati, Valeria Marini e Aida Yespica.

Quest’ultima, che ritroveremo presto nel cast di Sognando Hollywood su RaiUno, condotto da Mara Venier, gli aveva detto: “Presidente, con lei andrei su un’isola deserta”. E il premier ribatteva: “Io con te andrei ovunque”.

Può considerarsi l’antefatto di Vallettopoli, con l’ex moglie del Premier, Veronica Lario, che mandò subito dopo una lettera a Repubblica di cui riportiamo a seguire uno stralcio:

“Scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: ‘Se non fossi già sposato la sposerei subito’ (tale affermazione era rivolta a Mara Carfagna, prima che diventasse Ministro per le pari opportunità, ndr), ‘Con te andrei ovunque’. Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per l´età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed all´uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse”.

Le scuse di Silvio arrivarono, ma da lì a breve la Lario – visto il precipitare degli eventi – chiese il divorzio, coniando l’emblematica espressione “ciarpame senza pudore” e accanendosi contro i messaggi culturali del Bagaglino stesso: “Con questo clima da Bagaglino, con le battute e le barzellette, si è un po’ imbastardito il discorso sulla presenza femminile in politica”.

Perdonateci questo lungo preambolo. Ora arriva la notizia, riportata da Marco Molendini del Messaggero senza tutte le dovute premesse: dopo 46 anni di ininterrotta attività teatrale, e la soppressione in tv nel 2009, chiude il Bagaglino.

Bellissima Bagaglino
Bellissima Bagaglino
Bellissima Bagaglino
Bellissima Bagaglino

Lo storico Salone Margherita non ospiterà più satira politica e non darà più lavoro ad aspiranti soubrette. E’ decisamente un segno dei tempi: nel momento in cui vacilla l’epoca del berlusconismo crolla il programma-testimone della sua filosofia di pensiero, nonché il più caro al Presidente.

Il 4 ottobre verrà celebrato “un allegro congedo”, per volontà di Pingitore, con una serata al locale Elle di Via Veneto, per salutare tutti quelli che hanno partecipato alla lunga storia del Bagaglino. Va detto che, prima di diventare asilo di vallette e gag demenziali, il marchio ha lanciato personaggi come Gabriella Ferri (Dove sta Zazà fu il primo dei tanti varietà prodotti a essere trasmesso dalla Rai prima di Biberon e tutti gli altri), Pino Caruso, Pippo Franco, Leo Gullotta, oltre ad aver avuto come primo attore storico della compagnia il grande doppiatore Oreste Lionello.

Il motivo ufficiale della chiusura è di natura commerciale: il Bagaglino ha smesso di essere “motore di successo con ampie ricadute televisive, luogo frequentato dal Palazzo, con i politici seduti in prima fila a celebrare la propria fama”. Rosa Pol, la signora che gestisce il teatro per la società Marino, ha sentenziato:

“C’era bisogno di un rinnovamento, variando il cartellone. Abbiamo avvertito i segni di stanchezza e di ripetitività del Bagaglino. Non potevamo fare altro, specie in un momento di crisi come questo, se volevano salvare il teatro. A Pingitore glielo avevo detto”.

Ora, al suo posto, arrivano in cartellone la Traviata, Noi che gli anni migliori, ispirato da I migliori anni di Carlo Conti, e soprattutto Dalla foglia alla voglia, uno spettacolo di burlesque-pretesto per altre fanciulle sulla scena.

Siccome tra il gestore e la compagnia non c’era alcun contratto il sodalizio si è sciolto. Lo stesso marchio dovrebbe restare al Salone Margherita perché, anche se dovrebbe essere di Pingitore e Castellacci, il primo non l’ha mai depositato e “ce l’hanno incollato là sopra”. Per la padrona del teatro non c’è nessun contenzioso: “il Salone Margherita e il Bagaglino non sono due entità diverse”.

Infine, alcune note di cronistoria a margine. In principio l’idea di fare cabaret con satira di destra aveva il nome di Bragaglino, in onore di Anton Giulio Bragaglia. Ma la famiglia fece partire una diffida e così Castellacci propose di togliere una erre.

Va, inoltre, ricordato che l’ultimo programma del Bagaglino su Canale5, Bellissima, concepito come “cabaret anticrisi”, è stato soppresso nel 2009 per un flop pazzesco di ascolti al sabato sera. Il programma chiuse anticipatamente alla terza, anziché quarta, puntata, con l’11.4% e 2.358.000 spettatori (il nostro collega di Polisblog, Luca Landoni, fece un’ottima analisi che suona come una profezia).

E dire che quell’edizione aveva un sacco di primedonne storiche, da Pamela Prati a Valeria Marini, passando per Antonella Mosetti, Nina Moric, Angela Melillo e Justine Mattera. Il Bagaglino è morto, tutte loro, in un modo o nell’altro, sopravvivono.

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