Home Delitti Rock, a TvBlog il produttore Piero Crispino: “Liofredi ci ha creduto, D’Alessandro accorda lo speciale Winehouse”

Delitti Rock, a TvBlog il produttore Piero Crispino: “Liofredi ci ha creduto, D’Alessandro accorda lo speciale Winehouse”

Delitti Rock, sin dal principio, si è rivelato un giallo nel giallo. Le prime anticipazioni su questo nuovo programma sono circolate lo scorso settembre: l’ex direttore di RaiDue Massimo Liofredi lo ha presentato a Torino, in occasione del Prix Italia 62, annunciandone la messa in onda nel 2011. L’idea innovativa di partenza? Tornare a fare

pubblicato 9 Agosto 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 04:29

Delitti Rock, sin dal principio, si è rivelato un giallo nel giallo. Le prime anticipazioni su questo nuovo programma sono circolate lo scorso settembre: l’ex direttore di RaiDue Massimo Liofredi lo ha presentato a Torino, in occasione del Prix Italia 62, annunciandone la messa in onda nel 2011. L’idea innovativa di partenza? Tornare a fare cultura musicale sulla generalista, raccontando le vite maledette di grandi artisti scomparsi tragicamente. Il tutto ispirato da una preziosa fonte, l’omonimo libro di Ezio Guaitamacchi, che ritroveremo nelle vesti di co-conduttore con Massimo Ghini.

Peccato che da mesi si rincorrano voci più o meno fondate, oltre a un vero e proprio mistero sulla conduzione, attribuita in precedenza ai più svariati nomi. Abbiamo per questo contattato l’a.d. di 3Zero2, casa di produzione del programma, Piero Crispino, mostratosi disponibilissimo a fare ufficialmente chiarezza su contenuti, messa in onda e retroscena di Delitti Rock. Per chi volesse ripercorrerne la nutrita carriera professionale (è stato tra le altre cose direttore di Tele+), vi segnaliamo l’intervista a tutto tondo che ha precedentemente rilasciato al collega Michele Biondi.

Le chiedo se può scioglierci due dubbi di fondo: quando partirà il suo Delitti rock, tanto rimandato? E andrà in prima o in seconda serata?

“La collocazione è assolutamente quella della seconda serata: il programma è stato pensato per questa fascia. Trovo che sia importante preservare un esperimento simile, non esponendolo da subito alla prima serata in piena garanzia. Quando al debutto, non posso darvi una data certa, ma le due che in questo momento sono in ballo. Avremmo dovuto debuttare il 12 settembre. Probabilmente, invece, partiremo il 19 per riuscire a realizzare una decima puntata. Su Amy Winehouse”.

Allora ce l’avete fatta? Altri blog hanno scritto che non avreste avuto tempo di metterla a punto…

“Il merito è tutto della Rai, che devo ringraziare. Oltre ad averci dato un supporto costante sin dall’inizio, ci ha accordato entusiasticamente quest’ulteriore puntata, rispetto alle nove previste. La tragedia della Winehouse è capitata proprio quando avevamo terminato la lavorazione. Ricordo che ci troviamo di fronte al caso più recente e al più aperto di tutti. Vedrete le differenze: faremo una puntata speciale, all’insegna di recentissime ricostruzioni, testimonianze preziose e chicche mai viste”.

Ad esempio, abbiamo avuto notizie di un’intervista rilasciata a una giornalista americana, di non molto tempo fa, ancora inedita. In più, se nelle altre puntate non ci sono dichiarazioni degli scomparsi, qui ci saranno. Per il resto vado cauto, l’inchiesta è ancora in corso e ci stiamo lavorando su, praticamente, in tempo reale”.

ghini delitti Torniamo, invece, al toto-conduttore. Come si è arrivati a Ghini, dopo quell’infinita girandola di nomi, da Morgan a Giorgio Faletti, da Amanda Lear a Asia Argento passando per Emma Marrone?

“Diciamo che alcuni di questi nomi non so neanche da dove siano venuti fuori. E dire che noi di 3Zero2, insieme a Ezio e agli autori, avevamo una parte della decisione. Posso dire che il programma nasce con Giorgio Faletti: con la Rai avevamo concordato il suo nome. Poi, però, da febbraio, le registrazioni sono slittate a giugno e Giorgio aveva altri impegni. Così, quando poi ci siamo mossi in maniera ufficiale, abbiamo optato per Massimo Ghini. E’ stata travagliata la possibilità di averlo, ma poi ha accettato con grande convinzione. Trovo la sua scelta assolutamente vincente e all’altezza del progetto”.

Invece il pirata Morgan che fine ha fatto?

“Morgan non è mai stato un papabile conduttore. Il suo nome è uscito perché, in una prima fase, doveva essere un ospite che avrebbe fatto un omaggio musicale al protagonista della puntata. Anche la sua defezione è dovuta a uno slittamento delle registrazioni. Se molti sono venuti in meno, è proprio per questioni logistiche, non per chissà quali segreti”.

Ghini alla conduzione potrebbe, però, spiazzare il pubblico. Per lui si tratta di un vero debutto, pur dopo anni di carriera da attore:

“Invece vi dico che è un talento naturale vero anche per la televisione. Lo stimo tantissimo e si lavora talmente bene con lui, che spero di farlo ancora. La Rai, con questo progetto, ha scoperto altre sue potenzialità: credo che se vorrà, tra i suoi tanti impegni, potrà continuare a fare il conduttore”.

Ma si è mostrato interessato e personalmente coinvolto dai temi del programma?

Sì, considerato che è molto istintivo nelle sue scelte professionali ha sposato il progetto in pieno, rivelando in più un’ottima conoscenza musicale, mista a curiosità personale verso questi artisti. Il suo reale interesse è servito molto a cucirgli addosso la trasmissione”.

Torniamo allora ai contenuti. Quali sono gli artisti di cui vi occuperete prima della Winehouse?

“Partiamo con John Lennon nella prima puntata, mentre la seconda tratterà insieme di Michael Jackson e Elvis Presley. Abbiamo individuato tra loro una serie di analogie, oltre al fatto che Jackson ha sposato la figlia di Elvis. Nella terza ci sarà, invece, Brian Jones, il fondatore dei Rollin Stones. E poi ancora, a seguire, Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Sid Vicious, Jim Morrison e Luigi Tenco”.

Da addetto ai lavori, pensa che questo tipo di racconto in chiave docu sia davvero il futuro della televisione?

“Io penso che sia un genere che si sta affermando e avrà sempre più seguito. Credo che il nostro, in particolare, sia un ottimo mix, che troverà spazio non solo sulle reti Rai. Si parla di personaggi di una levatura enorme, con storie molto travagliate e fini a volte violente. Ha tutti gli elementi per interessare un pubblico vasto. Personalmente posso dire che ci sono spezzoni pazzeschi e una grande cura registica. Non dovrei dirlo così francamente, ma le due puntate che ho visto mi sono piaciute molto”.

Qual è lo share a cui aspirate?

“Io come produttore mi auguro che faccia più della media di rete, o comunque che sostenga gli obiettivi della rete. Posto che non ho visto la controprogrammazione e che, quindi, ci sono variabili che non conosco, sono fiducioso”.

Il cambio di direzione di RaiDue ha mai messo in discussione Delitti Rock, fortemente voluto dall’uscente Liofredi? Ha incontrato D’Alessandro per capire se ha ugualmente fiducia nel progetto?

“Io non l’ho ancora sentito, so che l’ha sentito Ghini nei giorni in cui abbiamo proposto la puntata in più e lui è stato subito d’accordo. Questo mi ha fatto molto piacere, perché mi fa capire che – probabilmente – riconosce che questo programma possa stare anche nella sua linea editoriale. Non avrà avuto esitazioni avendo già visto qualche puntata. E lo speciale sulla Winehouse dà attualità a tutta la serie, è una decisione che dal punto di vista del direttore è molto giusta. A volte possono esserci dei problemi con un cambio di direzione, in questo caso c’è stata una linea di continuità. Ringrazio Liofredi, ma chiaramente anche D’Alessandro che ha mostrato una grande apertura verso questo programma”.

Delitti Rock, però, arriva in un momento di grande incertezza per la linea editoriale di RaiDue, che ha bisogno da subito di nuovi marchi identitari forti… Sente una grossa responsabilità addosso?

“Trovo che questo programma abbia molto a che fare con la musica, ma anche col giallo… Non so quale sia la linea editoriale di D’Alessandro, ma…”.

Vuol dire che potrà trovare seguito anche nel pubblico che segue morbosamente i gialli di Avetrana e Melania?

“No, più che altro trovo che la forza di Delitti Rock stia nella sua componente multigenerazionale. I giovani ascoltano ancora gli artisti di cui ci occupiamo, perché trattano temi universali e infiniti. Le canzoni di queste persone vengono da lontano e andranno molto lontano. Perciò, penso che non faremo fatica ad avere davanti alla tv un papà e un figlio, pronti a vederlo insieme”.

Lei, però, continuerà a produrre Colorado per Italia1. Sente di vivere un conflitto di interessi, vista la rivalità tra RaiDue e Italia1? Il “suo” direttore Tiraboschi l’ha pure definita una Raiuno per sfigati di recente…

“Non credo che Delitti Rock possa dar fastidio a Italia1, che non ha fatto programmi del genere per quello che mi risulta. Non ricordo programmi antologici con questo taglio editoriale, al di là delle opinioni di Luca che rispetto. Io come produttore faccio un buon programma per Italia1 e spero di farne un buono per Raidue, al di là delle scaramucce tra direttori. Piuttosto c’è un aspetto che mi interessa molto”.

Quale?

“Ho riscontrato già un certo interesse del popolo web verso questo programma. Su Internet viaggiono target importanti, ci sono i giovani. Se se ne parla vuol dire che già c’è attesa e curiosità. Speriamo sia di buon auspicio”.

Rai 2