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Santoro rompe con La 7: “Questo è il conflitto d’interessi”

Michele Santoro rompe la trattativa con La 7, il titolo di TI Media crolla in borsa, il giornalista denuncia: “Questo è il conflitto d’interessi”

pubblicato 30 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:18


La trattativa fra La 7 e Michele Santoro si è definitivamente interrotta a causa di “inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore“. L’annuncio attraverso un comunicato di Telecom Italia Media provoca un crollo in Borsa del titolo (-4,59%) e lascia il popolare giornalista tagliato fuori dal sistema radiotelevisivo italiano. Il giornalista è furente e tira in ballo il conflitto d’interessi adombrando l’ipotesi che ci siano pressioni su Telecom per non portare ad una conclusione positiva un accordo praticamente fatto (ed annunciato da Enrico Mentana all’indomani dell’ultima puntata di Annozero).

Siamo di fronte a una nuova, eloquente e inoppugnabile prova dell’esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto di interesse un accordo praticamente concluso, annunciato dallo stesso telegiornale dell’editore coinvolto, apprezzato dal mercato con una crescita record del titolo, viene vanificato senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale. Naturalmente non possiamo fornire le prove dell’esistenza di interventi esterni, ma parla da solo l’interesse industriale che avrebbe avuto La7 a ospitare un programma come il nostro nella sua offerta. Improvvisamente ci sono stati posti gli stessi problemi legali che la Rai pone a Milena Gabanelli e norme contrattuali che noi consideriamo lesive della libertà degli autori e dei giornalisti. Per non tradire le attese del pubblico, ci siamo impegnati a farci carico delle eventuali conseguenze legali delle nostre trasmissioni, ad autoprodurle e a procedere per gradi, senza un contratto quadro, con una prima serie di undici puntate. In questo modo, sia noi che l’editore, avremmo potuto liberamente valutare l’opportunità di continuare la collaborazione. Ricordiamo a tutti che il dottor Stella, amministratore delegato di Timedia, aveva pubblicamente dichiarato che non c’erano divergenze economiche e che La7 non aveva alcun problema a mettere in onda un programma come Annozero. Perché hanno cambiato idea? Chi ha interesse a impedire che si formi nel nostro Paese un terzo polo televisivo che rompa la logica del duopolio?

Nonostante gli eccessi Santoro, che qualche giorno fa aveva denunciato “certa televisione” nella sua ultima anteprima, offre un quadro inquietante quanto plausibile. La 7, una pulce rispetto a tutta la concorrenza, avrebbe certamente beneficiato dell’ingaggio del giornalista avviandosi (finalmente) a rompere il duopolio di RaiSet. I benefici sarebbero stati superiori a qualsiasi rischio di eventuali citazioni per danni eppure ha provato ad imporre (pretestuosamente?) a Santoro le stesse inaccettabili limitazioni della tutela legale che la Rai vuole per Milena Gabanelli.

Nel caso di Report (che di queste cause milionarie, lo ricordiamo, non ne ha mai persa una) non si fatica ad inquadrare la mossa della Rai come un “sabotaggio”, dello stesso tipo di “sabotaggio” e con gli stessi mandanti si può probabilmente parlare anche per Santoro.

La7