Home Notizie L’infografica applicata alla tv: cosa (e da dove) guardano i telespettatori italiani

L’infografica applicata alla tv: cosa (e da dove) guardano i telespettatori italiani

Cosa guardano gli italiani, e come cambiano i gusti a seconda delle regioni? Ce lo spiega il decimo numero di Link

pubblicato 30 Maggio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 06:07


Lasciamo i bilanci di fine stagione, quelli sui top e flop di quest’anno, per un attimo da parte. E concentriamoci, oltre che sui numeri, sulle abitudini catodiche dei telespettatori italiani. Cosa piace vedere in tv a chi abita al Nord? Sono gli stessi programmi o sono diversi rispetto a chi si trova al Centro o al Sud Italia? A spiegarlo, nel numero 10 dal titolo “Decode or die” uscito ad inizio mese (e già ripreso qualche giorno fa da Lord Lucas), è “Link”, che si è avventurato nell’ “infografica applicata alla tv”.

Applicando, quindi, l’utilizzo di mappe, grafici e tabelle ai dati di dieci anni di ascolti televisivi in Italia, “Link” ha regalato ai suoi lettori delle suggestive rappresentazioni, dove “onde”, “bolle” e “quadrati” si mettono a disposizione per una semplice conclusione: gli italiani (stando ai dati raccolti tra settembre 2009 e maggio 2010) amano la tv a modo loro, a seconda della loro posizione geografica, oltre che della proposta delle reti generaliste.

Un esempio? Tra le venti regioni italiane, ben undici prediligono i talent show agli altri generi. Tra queste, sei sono al Nord ed al Centro (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Marche), mentre cinque al Sud (Calabria, Sicilia, Sardegna, Puglia e Molise). Solo tre regioni, al Nord, amano i reality più degli altri programmi (Valle D’Aosta, Lombardia e Piemonte), mentre al Sud , al contrario, hanno grande successo le miniserie (Basilicata, Campania, Abruzzo ed Umbria, trovate il grafico dopo il salto).

Link programmi più visti

La differenza tra Nord, Centro e Sud viene sottolineata anche da altre tabelle, all’interno del periodico, che mostrano quanto la gente mostri maggiore o minore interesse a seconda di specifici generi televisivi. Così, scopriamo che i programmi di informazione politica interessano di più il Centro ed il Nord Italia (fatta eccezione per la Lombardia ed il Piemonte), mentre attirano scarso pubblico al Sud. Lo sport diventa argomento di interesse soprattutto per Marche, Basilicata e Valle D’Aosta, mentre il resto delle regioni segue gli eventi sportivi senza aumentarne il peso in termini di ascolti. Infine, per quanto riguarda il varietà, questo è amato soprattutto al Sud, mentre il Nord sembra sfuggirgli.

A questi dati si possono aggiungere anche quelli relativi agli ascolti dei programmi più visti ogni anno che, in quanto a genere, rivelano qualche sorpresa. Come potete vedere nel primo diagramma, che analizza il periodo che va dal1992 al 2009, l’intrattenimento (tra cui anche talent show e reality) e le autoproduzioni dominano solo di recente mentre, all’inizio dell’ultimo decennio del Novecento, a farla da padrone erano soprattutto gli eventi sportivi (calcio in primis, la prima “onda viola” che vedete) e i prodotti derivanti dall’acquisto dei loro diritti, in particolar modo i film (l’ “onda” gialla).

Proprio le pellicole, nel diagramma, addirittura spariscono quando entra in gioco, nel 2003, Sky Italia (ma il loro abbandono, da parte delle tv generaliste, era iniziato già da tempo). Sempre il satellite sembra essere il responsabile del calo di attenzione verso lo sport, che rimane comunque al terzo posto tra i generi più visti dagli italiani. L’alta frequenza con cui il satellite ha proposto calcio (e non solo) e film, insomma, ha saturato la richiesta del pubblico, che sulle generaliste è andato a cercare qualcos’altro, dando campo libero ad altri generi, che “grazie” alla frammentazione dei canali hanno trovato più spazio.

Questo per quanto riguarda il passato. E il futuro? Siamo certi che con l’avvento di nuovi canali del digitale terrestre e delle nuove tecnologie, che permettono una maggiore tematizzazione dei canali ed una fruizione più a portata del telespettatore, il panorama televisivo inizierà a cambiare già dai prossimi anni.