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Sky contro l’AgCom: ricorso al Tar

Sky Italia presenta ricorso contro la sanzione comminata dall’AgCom per il presunto squilibrio dei faccia a faccia dedicati ai candidati sindaco

pubblicato 16 Maggio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 06:26


L’AgCom sanziona Sky Tg 24 per la serie di “Faccia a Faccia” elettorali con i principali candidati sindaco e la tv satellitare annuncia ricorso. Motivo del contendere la “scelta” operata da Sky che ha invitato i candidati “principali” escludendo sistematicamente quelli del cosiddetto “terzo polo” composto da UDC e FLI. Ad esempio nell’acceso confronto dedicato alla città di Milano erano presenti soltanto Letizia Moratti e Giuliano Pisapia. I risultati elettorali sembrano confermare la scelta giornalisticamente corretta di Sky che punta ora al ricorso al TAR per vedersi annullata la multa dell’AgCom.

Questa delibera dell’Autorità per le Comunicazioni ha definitivamente riconosciuto che i “Faccia a Faccia” di Sky tra i candidati alle elezioni devono essere considerati programmi di informazione e non di comunicazione politica.

Ai dibattiti tra candidati sindaco, promossi e messi in onda da Sky TG24 in occasione di questa tornata elettorale, AGCom ha dovuto riconoscere pienamente il valore di informazione libera, di alta qualità e di interesse, oltre che ispirata da pure scelte editoriali fatte dai giornalisti della testata.

Siamo convinti che i nostri “Faccia a Faccia”, non solo siano stati un esempio assoluto di indipendenza giornalistica, ma si siano rivelati corretti dal punto di vista di rappresentatività dei candidati invitati ai dibattiti televisivi, come già indicato da tutti i sondaggi pre-elettorali e dagli intention-poll diffusi a partire dalle 15.

Queste nostre scelte editoriali, non guidate in alcun modo da criteri politici e applicate anche nella realizzazione di ogni edizione dei nostri telegiornali, sono invece state considerate non equilibrate dall’AGCom e pertanto siamo stati sanzionati.

La difesa di Sky è chiara: i faccia a faccia, i dibattiti fra candidati, non sono “spazi di comunicazione politica”, ma programmi d’informazione per i quali non può pretendersi la completa rappresentazione dell’intero panorama di candidati che in una grande città possono essere anche più di 10 in totale.