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Proiezioni elettorali, la Rai in campo solo per 4 grandi città

Le proiezioni dei risultati elettorali delle Amministrative di Maggio 2011 ci saranno, anche sulla Rai. Nei giorni scorsi si erano sollevate polemiche sul presunto immobilismo del direttore generale Mauro Masi che non aveva ancora mosso alcun passo per commissionare le proiezioni per il prossimo turno elettorale. Si rischiava che la Rai, a differenza di Sky

pubblicato 20 Aprile 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 07:05


Le proiezioni dei risultati elettorali delle Amministrative di Maggio 2011 ci saranno, anche sulla Rai. Nei giorni scorsi si erano sollevate polemiche sul presunto immobilismo del direttore generale Mauro Masi che non aveva ancora mosso alcun passo per commissionare le proiezioni per il prossimo turno elettorale. Si rischiava che la Rai, a differenza di Sky Tg 24 e del Tg La 7, non potesse offrire nelle sue trasmissioni alcun dato durante lo spoglio delle schede.

Le proiezioni non sono gli “exit poll“, i sondaggi effettuati all’uscita dai seggi spesso rivelatisi negli ultimi anni incapaci di prevedere l’esito del voto, bensì delle elaborazione dei primi dati ufficiali forniti dal Viminale su alcune sezioni elettorali ritenute indicative dell’andamento complessivo. Il fatto che la Rai non ne avesse commissionate dava l’idea di un disarmo dell’informazione Rai, sempre ammesso che rilevanti maratone elettorali saranno poi effettivamente inserite nel palinsesto delle reti generaliste.

Secondo le informazioni trapelate dal Cda Rai di stamani Masi ha proposto di commissionare le proiezioni per le quattro grandi città italiane che dovranno rinnovare le amministrazioni locali il prossimo 15 e 16 maggio: Milano, Torino, Bologna e Napoli. Mancheranno altri due capoluoghi di regione, Triste e Cagliari, ma anche quelle sulle provinciali di Reggio Calabria, Ravenna, Trieste, Gorizia, Mantova, Pavia, Macerata, Campobasso, Vercelli, Lucca e Treviso.
A ben guardare embra davvero improprio strepitare sostenendo che non commissionare le proiezioni dimostri un depotenziamento dell’informazione Rai, i 200 mila euro necessari si sarebbero potuti risparmiare attendendo serenamente i dati ufficiali. O no?

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