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Prison Break e i debiti con i lettori – Episodio 1.04, Progetto Giustizia

E’ andato in onda poco fa il quarto episodio di Prison Break su Italia1 – spostato di un giorno in palinsesto -, e il sottoscritto è personalmente in debito con i lettori fedeli di TvBlog di almeno tre post su una delle serie tv più avvincenti dell’anno. Cominciamo dall’ultimo, per poi provare a porre rimedio

10 Giugno 2006 00:09

Cute Poison - Prison Break E’ andato in onda poco fa il quarto episodio di Prison Break su Italia1 – spostato di un giorno in palinsesto -, e il sottoscritto è personalmente in debito con i lettori fedeli di TvBlog di almeno tre post su una delle serie tv più avvincenti dell’anno. Cominciamo dall’ultimo, per poi provare a porre rimedio a questa grave mancanza in maniera retroattiva.
A parziale giustificazione, il fatto che ho seguito la serie in parallelo con l’originale americano, e che l’adattamento italiano – tanto per cambiare – non mi fa impazzire.
La puntata appena andata in onda si intitola Progetto Giustizia, nell’originale americano Cute Poison, decisamente più a tema, come al solito, visto che il titoli si riferisce a un altro dei tatuaggi che Michael porta addosso, contenente una formula chimica fondamentale per il proseguio del suo folle piano di evasione. Fino a questo momento abbiamo creduto al fatto che Michael abbia tutto sotto controllo, ma le cose stanno proprio così?

Il nuovo compagno di cella del nostro Fish – Sucre si è fatto trasferire, non ha intenzione di restare un minuto di più a contatto con Michael, di cui teme i piani – proviene direttamente dal reparto psichiatrico, si chiama Haywire e ha seri problemi alla retina, che gli impediscono di dormire. Di fatto, Michael non può scavare. Come se non bastasse, Haywire ha una curiosa attrazione per il pattern che vede all’interno dei tatuaggi di Michael: il matto che vede la realtà delle cose. Ecco come si rivolge al nostro eroe:

Seriously, though. Those tattoos. They’re beautiful. Mind if I, you know, see the whole thing?

E di fatto la vede, la realtà dietro le apparenze. Uno spunto non certo originale, ma sviluppato in maniera straordinaria. E un ottimo planting, possiamo dirlo senza anticipare nulla.
Haywire non è l’unico personaggio nuovo che questa puntata introduce: tocca anche a Nick Savrinn, il giovane avvocato del Progetto Giustizia che decide spontaneamente di aiutare la bella Veronica Donovan nel cercare nuove prove che scagionino Lincoln dall’accusa di omicidio che sta per condurlo alla sedia elettrica.
Veronica imparerà a fidarsi di Nick, le cui motivazioni sembrano assolutamente sincere? Per ora non ha nessun’altra speranza cui aggrapparsi. Ma se all’interno del carcere Michael risolve brillantemente il problema Haywire – il cui interesse per i tatuaggi si è trasformato in una vera e propria ossessione -, all’esterno i poteri forti si sono accorti della sua presenza e tramano per trasferirlo in un altro carcere.

Il meccanismo narrativo di Prison Break, cui lo spettatore avrà ben iniziato a abituarsi, comincia a mostrare tutta la sua potenzialità: la tensione crescente all’interno del carcere va di pari passo con quella all’esterno; non ci sono consolazioni per lo spettatore: quando qualcosa inizia a muoversi per il verso giusto, ecco che subentra un nuovo ostacolo, in maniera quasi mai meccanica, anzi, spesso estremamente ben motivata; la prevedibilità del meccanismo – alla lunga il fan più esperto comincia a intuire – non inficia la costruzione della suspense né quella di una narrazione che promette di essere sempre più di ampio respiro, senza paura di toccare temi scomodi.