Home Report Report scontenta i fan di Facebook. E la Gabanelli: “Non siamo contro il social network”

Report scontenta i fan di Facebook. E la Gabanelli: “Non siamo contro il social network”

Che fosse destinata a fare scalpore, la puntata di Report di ieri, era scontato: le puntate di Report fanno sempre scalpore, suscitano indignazione, sollevano polveroni, a volte ispirano inchieste della magistratura. Ma questa volta il programma di Milena Gabanelli ha parlato di un argomento che sta molto a cuore agli utenti di internet: si parlava,

pubblicato 11 Aprile 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 07:20


Che fosse destinata a fare scalpore, la puntata di Report di ieri, era scontato: le puntate di Report fanno sempre scalpore, suscitano indignazione, sollevano polveroni, a volte ispirano inchieste della magistratura. Ma questa volta il programma di Milena Gabanelli ha parlato di un argomento che sta molto a cuore agli utenti di internet: si parlava, infatti, di Facebook. In che modo? Be’, con il solito taglio graffiante che Report sa dare alle proprie inchieste. E i fan del social network non l’hanno presa per niente bene, anche se non si capisce il perché. Ma andiamo con ordine.

Tanto per cominciare, vediamo le argomentazioni proposte da una puntata che ha fatto 3.071.000 spettatori per un 12,35% di share. Primo, la condivisione, i “mi piace”, i social network in generale, la raccolta dati personali.

Ce ne sono ormai a decine e anche chi aveva delle remore si sta iscrivendo. Tra gli Italiani che vanno su internet, 1 su 2 usa Facebook e il suo fondatore Mark Zuckerberg a 26 anni si è fatto un gruzzolo di 7 miliardi di dollari. Anche Larry Page e Sergey Brin avevano 26 anni quando hanno fondato Google e oggi si son messi da parte 15 miliardi di dollari a testa. E’ una nuova corsa all’oro nel Far West digitale. Milioni di Gigabytes delle nostre informazioni personali scalpitano per uscire dai corral delle fattorie di server californiane. I nostri nomi e cognomi, indirizzi, numero di cellulare, gusti, preferenze sessuali e d’acquisto, vogliono correre liberi nelle praterie della Rete dove i pubblicitari non vedono l’ora di prenderle al lazo e Facebook ha il compito di trattenerli. Ma ci riesce sempre? E Google, cosa sa di noi e cosa se ne fa delle informazioni che raccoglie? Condividere è facile anche su Youtube, dove gli Italiani cliccano i video un miliardo di volte al mese e può succedere che qualcuno condivide la roba tua anche se non te lo saresti mai aspettato. Come si fa a difendersi? E come si evitano le trappole che i criminali allestiscono per derubare gli utenti di Facebook quando cliccano il tasto “mi piace”?

Secondo: la libertà di espressione. Vera o presunta?


Circa 17 milioni di Italiani usano Facebook ogni giorno per comunicare con i loro amici, ma in certi casi ti ritrovi buttato fuori. C’è libertà di espressione su Facebook o hanno fatto accordi con il Ministero dell’Interno per monitorare quello che dicono gli utenti? Intanto l’Autorità garante delle comunicazioni sta preparando un sistema per oscurare parti di siti italiani o per sbarrare totalmente l’accesso ai siti esteri sospettati di violare il diritto d’autore. Migliaia di siti potrebbero diventare inaccessibili come oggi capita a thePiratebay, ma c’è anche il sistema per aggirare la censura italiana. Si può tenere insieme la libertà d’espressione con il profitto oppure come ritengono gli hacker solo una Rete anonima e gratuita è libera e al riparo da ogni controllo? Meglio esporsi come raccomandano i californiani o vivere nascosti come raccomandava Epicuro 2300 anni fa e oggi Wikileaks?

Ora, durante la giornata si scatena la polemica. Gli utenti Facebook criticano duramente il programma, Milena Gabanelli si deve in qualche modo difendere:

Abbiamo fatto una puntata senza dire alla fine cosa è bene e cosa è male. Il taglio della trasmissione non è stato contro Facebook o Twitter. Mai detto che bisogna prendere le distanze dai social network. Ma non sono giochini, attenzione, questo no.
Ci sono anche quelli che non sanno come funziona il meccanimso dell’https. Abbiamo portato in televisione un argomento che di solito viene utilizzato tra competenti, abbiamo dovuto adattare il linguaggio, semplificare. Mi guarda anche la signora Cesira e devo essere in grado di spiegare anche a lei certe cose. Sennò ci sono solo dei soggetti che parlano tra loro e il resto del mondo fuori.


La trascrizione della puntata di Report è online, così come la puntata stessa
, così tutti possono valutare serenamente di cosa si tratti.

E’ chiaro: sono cose che ai fan non piacciono, ma francamente risulta incomprensibile capire per quale motivo ci si accanisca contro il programma, che non ha fatto altro di diverso dal solito. Ha sollevato una questione. Ha fatto vedere il mondo di Facebook da un altro punto di vista. A tratti ha semplificato – magari facendo anche un po’ di confusione -, ma ha comunque raccontato fatti fondamentali.

Forse, la reazione di una buona fetta di utenti, è stata negativa perché non piace a nessuno, il concetto di essere un prodotto?

Rai 3Report