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Festival di Cannes sotto la pioggia: the Sambruna witch project

Un pomeriggio di ordinaria follia al Festival di Cannes tra pioggia (tanta), misteriose resurrezioni di cellulari e un curioso messaggio in arrivo sul finale.

di grazias
15 Maggio 2013 21:19

Nella vita, a volte, capitano cose imbarazzanti per controbilanciare grandi fortune. Ecco, se essere a Cannes durante i giorni del Festival, almeno per quanto mi riguarda, è da miracolati, qualcosa doveva pur andarmi storto. Sì, qualcosa. Non tutto però. Oggi è stato uno di quei pomeriggi in cui ti rendi conto che non dovresti svegliarti al mattino ascoltando Fattore S degli 883 (ma poi perché l’ho fatto? Perché?).

Andiamo con ordine: ero in missione per conto di Gossipblog alla ricerca di Leonardo DiCaprio atteso sul red carpet di Cannes per le 19, si diceva. L’attore, come è ormai arcinoto, partecipa alla kermesse grazie al suo ruolo da protagonista nel film Il Grande Gatsby, presentato oggi in apertura del Festival. Mi avvicino al luogo (che ancora non sapevo sarebbe stato) del delitto e faccio colpo su un francese che passava di lì grazie ad un vestito che, oggettivamente, piace molto anche me.

Bando alle ciance e ai pavoneggiamenti vari ed eventuali, una volta arrivata alle transenne del red carpet mi rendo conto di due cose: la prima è che non si vede assolutamente nulla, la seconda è che c’è della gente che agita dei cartelli. Una protesta contro il fatto che DiCaprio non abbia ancora vinto un Oscar? Assolutamente no, si tratta solo di persone che vorrebbero entrare a vedere l’anteprima del film e che cercano di elemosinare un invito con manifesti più o meno convincenti. Tipo questo qui:

Non so se queste due siano riuscite ad ottenere ciò che volevano (intendo l’invito, naturalmente) ma quel che è certo è che di lì a poco si è scatenato l’inferno e l’inferno a Cannes non è fatto di fiamme e forconi bensì di acqua e (mancanza di) ombrelli. Il nubifragio ha inizio così, all’improvviso, senza una ragione precisa se non quella di impedirmi di vedere Leonardo DiCaprio e, possibilmente, scattargli una foto. Non mi sembrava comunque un buon motivo per mollare.

Mentre aspetto l’apparizione dell’attore, la pioggia si fa sempre più insistente e mi si avvicina un tizio che vorrebbe tanto vendermi un ombrello. Sì, direi che ne ho bisogno. La stessa scena si ripeterà per due volte perché entrambi gli ombrelli acquistati si dimostreranno molto poco estroversi, insomma poco inclini ad aprirsi, cioè in una parola: rotti. Intanto c’è sempre più pioggia, la gente mi passa di fianco tentando di decapitarmi con i rispettivi ombrelli (perché loro ce l’hanno, almeno).

Dopo due ore, la voce francese che annuncia l’arrivo dei personaggi sul red carpet di decide a dire: Leonardò di Capriò e io sono la persona più felice del mondo perché finalmente potrò scattargli una foto e tornare a casa solo con un principio di assideramento (perché sì, giusto per non farci mancare nulla, faceva anche un freddo allucinante). Bene, succede questo: l’Iphone si scarica (pur avendo ancora una buona percentuale di batteria) lasciandomi lì a piangere il mio destino crudele.

Sulla strada di casa, non c’era più traccia del francese dell’andata (e per fortuna), ma il mio cellulare decide di rianimarsi così, senza un motivo, esattamente come aveva scelto deliberatamente di morire poco prima mentre DiCaprio scorazzava sul red carpet. Quindi mi sono fatta un video per raccontare quest’esperienza che ha avuto anche qualcosa di mistico, da un certo punto di vista, un po’ come l’influenza che mi colpirà domani. Spero possiate scusarmi (per il video, intendo).

Ma volete sapere qual è la cosa davvero divertente? Questa: