Home Stasera pagheremmo Noi

Stasera pagheremmo Noi

Ci sono certe sere, in cui ti prende una voglia pazzesca di televisione e di varietà. Di fermarti davanti a quella scatola magica, che nel tempo ha cambiato spesso veste e dimensioni e tentare di divertirti. Di passare due ore vedendo persone, una volta li avremmo chiamati artisti: ballare, cantare, a farci sorridere e arrivo

di Hit
pubblicato 9 Febbraio 2011 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:14


Ci sono certe sere, in cui ti prende una voglia pazzesca di televisione e di varietà. Di fermarti davanti a quella scatola magica, che nel tempo ha cambiato spesso veste e dimensioni e tentare di divertirti. Di passare due ore vedendo persone, una volta li avremmo chiamati artisti: ballare, cantare, a farci sorridere e arrivo persino a dire a farci riflettere ridendo, penso al grande ed indimenticabile Giorgio Gaber . Persone, professionisti che divertendosi ci divertono. E’ cosi difficile rivedere un spettacolo televisivo in cui sentire un Vittorio Gassmann che duetta con un Corrado in una scenetta divertente, oppure una Mina che canta una canzone di Lucio Battisti? Mina, un primo piano che vale uno spettacolo, un magnetismo racchiuso in quel volto, in quella voce che ti cattura e non ti lascia andare. Che fine ha fatto quella televisione? Che fine ha fatto quella Rai? Perché dobbiamo accontentarci di programmi il cui unico scopo è accompagnare il telespettatore a nanna oppure fra le braccia del giornalista di turno che conduce la seconda serata. Già direte di Mina, Gassman, Corrado o Gaber non è che ce ne siano moltissimi ed avete ragione.

Perché un genere come il reality o la sua declinazione canora chiamata talent, per altro degni di andare in onda, ma non di avere l’esclusiva quasi 7 giorni su 7, ci devono essere propinati in tutti i luoghi ed in tutti i laghi, per fare una citazione in tema? Ed avere quasi l’esclusiva dell’intrattenimento sul piccolo schermo? Si dice dei costi, si dice di ristrettezze economiche, ma siamo sicuri che negli anni sessanta in cui imperava il grande varietà, si stava tanto meglio? Oppure è solo mancanza di coraggio? Chiedere un varietà degno di questo nome alla settimana è cosa folle? In tutto questo è la Rai, ovviamente, che dovrebbe avere un ruolo centrale, invece come è sotto gli occhi di tutti, è lei stessa ad essere vittima e carnefice, non sempre per colpa sua, di un sistema che alla fine potrebbe inghiottirla.

Si parla di Fiorello a Sanremo, ma siamo sicuri che uno spettacolo alla Stasera pago io non abbia più l’opportunità di andare in onda su una televisione pagata da tutti, restituendo le luci del varietà al teatro delle vittorie, ora ridotto quasi ad uno sgabuzzino?Fiorello stesso aveva dichiarato che gli sarebbe piaciuto tornare a fare un Fantastico, ma subito dopo aveva anche detto che al giorno d’oggi produrre un varietà di quel tipo sarebbe stato complicatissimo nella televisione di oggi. Davanti a questa tv, spesso, gli occhi si chiudono e riaprirli per esempio davanti ad uno spettacolo come quello condotto da Fiorello sarebbe un bel risveglio, peccato che al risveglio ci troviamo di fronte al plastico di turno e tutto rimane un sogno. Perchè per vedere della buona televisione e non parlo solo di varietà, bisogna per forza ricorrere alla pay tv? Dobbiamo arrenderci ad una televisione di serie A per chi ha possibilità economiche e ad una di serie B per chi non le ha?

Diamo atto alla televisione pubblica di qualche sussulto d’orgoglio, come Vieni Via Con Me o il Teatro con Massimo Ranieri, ma cara Rai forse ci vuole ancora più coraggio, perchè non sperimentare oltre che sui format (vedi i numeri zero in cantiere in questo periodo, per altro non tutti degni neppure di essere sperimentati) anche sui personaggi possibilmente nuovi? Scardinare l’ordine dei fattori per arrivare ad un prodotto nuovo si può fare? Per una sera, volentieri, pagheremmo noi, per rivedere uno spettacolo di varietà come quello condotto da Fiorello, ma ripensandoci, abbiamo già pagato la tassa sul possesso del televisore, quindi forse quello che sogniamo ci spetta già di diritto, o forse no? Mi rendo conto, troppe domande e non c’è più tempo per aspettare le risposte, è già il momento di sentire chi è l’eliminato di turno….

Il magnetismo di un primo piano di Mina nella sigla di coda dell’ultimo programma tv della Rai in cui è apparsa nel 1978 “Mille e una luce” , si tratta della canzone “Ancora, ancora, ancora” :

L’ultima apparizione televisiva di Giorgio Gaber ospite di Adriano Celentano canta “Quando sarò capace di Amare” una poesia in musica :

Fiorello e Michael Bulbè a” Stasera pago io… Revolution” :

Rai 1