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Rai: La Corte dei Conti chiede 700 mila euro a Masi

Il 7 aprile prossimo la Corte dei Conti deciderà se Mauro Masi, direttore generale della Rai, dovrà rifondere all’azienda 700 mila euro. Il vice procuratore generale Massimo Di Stefano, che il mese scorso ha depositato gli atti, lo accusa di aver procurato un esborso ingiustificato per ottenere i due prepensionamenti di Angela Buttiglione (Direttrice dei

pubblicato 3 Gennaio 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 09:54


Il 7 aprile prossimo la Corte dei Conti deciderà se Mauro Masi, direttore generale della Rai, dovrà rifondere all’azienda 700 mila euro. Il vice procuratore generale Massimo Di Stefano, che il mese scorso ha depositato gli atti, lo accusa di aver procurato un esborso ingiustificato per ottenere i due prepensionamenti di Angela Buttiglione (Direttrice dei TGR Rai, incidentalmente sorella dell’On. Rocco Buttiglione) e Marcello Del Bosco (direttore di RadioRai).

I due sono stati scalzati dai loro incarichi con le nomine dell’agosto 2009, ma sono stati gratificati da Masi con cifre record: 935 mila euro alla Buttiglione e 700 mila euro per Del Bosco. Il direttore generale ha infatti sottoscritto con i due dirigenti in uscita un inspiegabile “patto di non concorrenza e obbligo di riservatezza della durata di due anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro“.

In questo modo le buonuscite sono lievitate di 420 mila per la Buttiglione e di 260 mila per Del Bosco. La Corte dei Conti, sollecitata da un esposto presentato dal consigliere d’amministrazione Antonino Rizzo Nervo, ritiene “la decisione del Cda Rai di rimuovere i due giornalisti, senza decidere una ricollocazione adeguata al tipo di incarichi rivestiti in precedenza, implica di per sé l’insussistenza del timore che essi intraprendessero attività concorrenti in grado di danneggiare l’azienda“.

Che senso ha spendere 680 mila euro in più per “impedire” ai giornalisti di lavorare per la concorrenza quando erano entrambi assunti in Rai? Se erano così preziosi, ma dovevano essere sostituiti, perché non ricollocarli all’interno dell’azienda? Il tutto considerando anche il non secondario dettaglio che Angela Buttiglione sarebbe andata comunque in pensione nel 2010.

Da un punto di vista logico appare chiaro lo “spreco” di denaro perpetrato dalla gestione Masi, ma dovrà essere chiaramente il giudizio della Corte a stabilire la misura esatta della sua responsabilità.

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