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Rosso San Valentino, un compitino dal profumo già sentito

Rosso San Valentino, la fiction di Raiuno, delude chi si aspettava di trovare qualcosa di nuovo: l’idea della storia ambientata nel mondo dei profumi è interessante, ma si sviluppa su percorsi già noti al pubblico.

pubblicato 23 Aprile 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 18:58

Fiction come “L’Isola” o “Rosso San Valentino” partono con delle buone premesse, che poi però s’infrangono contro un muro di banalità ed incapacità di rendere una storia davvero interessante. La nuova fiction di Raiuno conferma come Endemol tenda a svolgere dei compitini quando produce miniserie: attenzione al cast, alla regia, alle location, ma guai a pensare un po’ di più alla sceneggiatura.

“Rosso San Valentino” si presenta con la curiosità che suscita una vicenda ambientata nel mondo dei profumi, con una protagonista (Alexandra Dinu) capace di sentire addirittura l’odore del cacao nel tabacco nascosto in una stanza (ma non sente prima l’odore del tabacco stesso…), e che vuole sfruttare questo talento per ricreare il profumo la cui produzione è stata interrotta a causa di un incidente di cui è stato accusato suo padre.

Ma fin dalle prime scene, ci troviamo di fronte all’ennesima serie tv di amori, intrighi e complotti, neanche poi così complicati: lei che guarda lui e ci fa capire che “vorrei ma non posso”, lui che la perseguita nei limiti dello stalking dimenticandosi di avere una futura sposa che lo aspetta, un’azienda che deve stare attenta alla crisi (ma che non la tocca direttamente, sennò addio a panorami mozzafiato in palazzoni del centro) ed una famiglia che così unita, alla fine, non è.

Così come Laura annusa e riconosce qualsiasi fragranza componga un profumo, anche noi riusciamo a vedere tutti i limiti della fiction dalla prima puntata. Ancora una volta, siamo di fronte ad un prodotto pensato per non far riflettere troppo il pubblico, senza indurlo ad elaborare qualche visione un po’ più elaborata di come un’azienda possa lavorare quando la crisi morde.

Ma se lo scopo di una serie di questo genere, si dirà, è quello di intrattenere e far passare un’oretta leggera, questo non può servire a giustificazione di una mancanza di idee davvero capaci di spingere la storia verso territori che non diano l’impressione di avere davanti qualcosa di già visto.

Perchè se la base di questa fiction, lo ripetiamo, è inedita, a tradirla sono le successive scelte intraprese. “Rosso San Valentino” è la saga familiare alla “Tre rose di Eva”, con minor budget ed un cast meno popolare. Un’avventura romantica con cui Raiuno potrà fare i suoi milioni di telespettatori, nonostante le incongruenze della sceneggiatura ed un chiaro difetto di dialoghi. Ci sarà profumo di amore, ma di novità no.


Rosso San Valentino

Rosso San Valentino
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