Home Notizie Giorgio Restelli, Direttore Risorse Artistiche Mediaset, a TvBlog: “Soddisfattissimo della squadra ma Fiorello lo riprenderei”

Giorgio Restelli, Direttore Risorse Artistiche Mediaset, a TvBlog: “Soddisfattissimo della squadra ma Fiorello lo riprenderei”

L’intervista che vi proponiamo oggi è davvero esclusiva poichè rivolta ad una persona che raramente appare sulla carta stampata, Giorgio Restelli, il Direttore delle Risorse Artistiche di Mediaset. Restelli, sposato con due figlie, prima di arrivare al gruppo Mediaset, ha intrapreso la carriera militare in qualità di ufficiale in un Corpo Speciale del Genio dell’esercito

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pubblicato 29 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 10:45

L’intervista che vi proponiamo oggi è davvero esclusiva poichè rivolta ad una persona che raramente appare sulla carta stampata, Giorgio Restelli, il Direttore delle Risorse Artistiche di Mediaset.

Restelli, sposato con due figlie, prima di arrivare al gruppo Mediaset, ha intrapreso la carriera militare in qualità di ufficiale in un Corpo Speciale del Genio dell’esercito dal quale si è congedato dopo 5 anni con il grado di capitano. Nel 1980 ha maturato un’esperienza di 2 anni in una multinazionale operante nel mercato della componentistica per ufficio, Steel Case Straffer, con mansioni commerciali e di comunicazione; nel 1982 è entrato in Publitalia’80, concessionaria di pubblicità dell’allora Canale 5 in cui è rimasto fino al 2000 ricoprendo vari incarichi. Ha partecipato alla creazione della direzione Iniziative Speciali che è arrivato a dirigere nel 1996 ricoprendo anche il ruolo di Vice Direttore Generale di Publitalia e dal luglio 2000 è Direttore Risorse Artistiche di Mediaset. L’intervista è l’occasione per approfondire meglio come funziona la sua struttura, per scoprire qualche retroscena che riguarda i personaggi televisivi e per conoscere qualche aneddoto che riguarda lo stesso Restelli, che molti ricorderanno giurato a “Operazione Trionfo“, il talent show condotto da Miguel Bosè. Buona lettura.

Da quanto è a Mediaset?

“Ho un tesserino jurassico, numero 46. Sono entrato casualmente a Publitalia nel 1982 su segnalazione di una compagna del liceo. Erano gli albori di Canale5. Mike Bongiorno mi raccontava che già nel ’78 lavorava di nascosto negli studi di Milano 2 con il nostro fondatore, “in cantina” come amava dire lui”.

Da 10 anni è Direttore delle Risorse Artistiche del Gruppo Mediaset. In cosa esattamente consiste il suo lavoro?

“Sono 10 anni che sto cercando di spiegarlo anche in famiglia ma non ci sono mai riuscito” (ride, ndr). “La Direzione delle Risorse Artistiche, semplificando molto, è un po’ la “direzione delle risorse umane” dello spettacolo, anche se è una definizione che onestamente rende assai poco. La nostra è una funzione trasversale a tutta l’azienda. Gestiamo gli artisti, cioè la “materia prima” di ogni programma televisivo: conduttori, attori, autori, agenti, registi, etc, per loro siamo avvocati, parenti, consulenti, agenti, amici, psicologi, fratelli, confidenti e molto altro ancora.

Le piace il suo lavoro?

“Moltissimo!!! Siamo in una posizione di osservazione unica del processo creativo, dell’ideazione e della programmazione: dalla stesura dei palinsesti alla realizzazione delle singole produzioni. Il nostro è un punto di vista privilegiato su tutto il “mondo” della televisione”.

Flavio Insinna C’è una trafila per poter assicurarsi un personaggio televisivo?

“No. Non c’è una regola specifica. Una delle nostre funzioni è anche quella di individuare nuove risorse presidiando spettacoli teatrali, cinema, concorsi e avvenimenti culturali. Se ci segnalano, per esempio, che in un musical c’è un personaggio interessante, noi andiamo per capire se effettivamente ci siano potenzialità e possibilità di sviluppare un percorso con lui. D’altro canto Mediaset deve garantire certezze agli inserzionisti pubblicitari. E di certezze ne abbiamo moltissime e fortissime sia nel campo artistico come in quello autorale: Gerry Scotti, Maria De Filippi, Paolo Bonolis, Alessia Marcuzzi, Ezio Greggio e Enzo Iacchetti, Piero Chiambretti, Michelle Hunziker, Barbara d’Urso, Rita Dalla Chiesa e quanti altri ancora! Dovessimo citarli tutti probabilmente avremmo già terminato lo spazio per l’articolo. “

A questo proposito, uno dei personaggi nuovi per le vostre reti che a breve arriverà sui teleschermi di Canale 5 è Flavio Insinna.

Flavio ha avuto un percorso di formazione straordinario che, raccontato da lui, diventa quasi una fiction. Ha frequentato la scuola di teatro di Proietti, in una classe straordinaria, tra cui per esempio Enrico Brignano e tanti altri ancora. Mi ha raccontato la sua lunga trafila dopo la scuola, la difficoltà di trovare un lavoro, di come affrontavano i provini e le prime tournee in giro per l’Italia. Già da attore affermato gli fu proposta la conduzione dei “pacchi”. Un passo importante della sua carriera, che gli ha dato grandissima popolarità. Già da tempo lo seguivamo con attenzione. Lo avevamo visto alla presentazione delle TeleGrolle di Saint Vincent dove era stato bravissimo a intrattenere un pubblico difficilissimo: quello dei suoi colleghi. Con Fatma Ruffini avevamo anche provato a studiare dei format di sit-com che potessero rendere merito al suo talento. Flavio ha doti straordinarie e stiamo lavorando in grande sintonia da qualche mese sul suo prossimo impegno: “La Corrida”.”

In passato Fininvest e poi Mediaset si è distinta per lo star system hollywoodiano. Oggi con la crisi che c’è, quanto è cambiato il modo di acquisire personaggi dalla concorrenza?

“Alla fine non è cambiato molto nei meccanismi dell’approccio, credo però che anche nello star-system ci sia coscienza dei tempi nei quali viviamo. Gli anni di Baudo-Carrà-Bonaccorti erano anni di start-up e quindi giustificavano anche investimenti straordinari, oggi le cose sono cambiate. Credo che una cosa che venga riconosciuta sempre al Gruppo e alla quale il nostro editore dedica molta attenzione, è il controllo dei costi. Certo, l’eccellenza della professionalità deve essere riconosciuta, così come avviene in qualunque ambito professionale. Ma non sono questi tempi di follie, c’è un mercato ed una realtà a cui ci si deve riferire e dal quale non si può prescindere.”

Piero Chiambretti con Pamela Anderson Nell’era conclamata, soprattutto dai giornali, del cosiddetto potentato degli agenti, è cambiato molto il modo in cui si acquisiscono personaggi televisivi?

“Sinceramente questo potentato degli agenti non lo vedo. Sono seri professionisti che fanno il loro lavoro. E’ improprio affermare che un agente possa controllare aziende concorrenti, i manager, i dirigenti o che abbia voce in capitolo su strategie e decisioni editoriali. Sono convinto piuttosto che la professionalità nell’interpretare il ruolo dell’agente possa convincere la star a delegare a loro la gestione del proprio lavoro in un rapporto di stretta collaborazione e soprattutto di fiducia.”

Qual è il vip più disponibile e quello più capriccioso con il quale ha lavorato?

“Non si tratta di capricci. Piuttosto ho osservato posizioni “ferme”, da parte delle star in occasioni in cui non erano convinte delle proposte che venivano loro sottoposte: un nuovo programma, la giornata di programmazione, gli orari di messa in onda, la stagione, possono essere per esempio i motivi di “tensione” ma puntualmente vengono risolti.. E’ nostra consuetudine avere con gli artisti un rapporto di confronto attraverso il quale la maggior parte delle volte, comunque, si trova un accordo. Quasi tutte le nostre star hanno rapporti di lunga data con l’Azienda e hanno avuto negli anni gli stessi interlocutori, questo ha fatto sì che si sia instaurato anche un rapporto di fiducia e di rispetto se non addirittura di amicizia. Sono convinto che il clima che questo determina sia percepito anche da chi lavora con noi da meno tempo, penso a Chiambretti, per esempio, che forse all’inizio si è guardato intorno con circospezione ma che adesso sono convinto vive in questa Azienda come fosse di casa.”

Oggi forse Mediaset non produce reality con i vip ma cosa ricorda del reclutamento di Katia Ricciarelli per La Fattoria che si disse lei affrontò in prima persona?

“Con Katia, come con tanti altri artisti, c’è un rapporto personale e professionale. Per il lavoro che faccio, da 25 anni, ho un rapporto d’amicizia, fatto di rispetto, di fiducia, di riconoscimento. Katia Ricciarelli era in un momento particolare della sua vita: stava per uscire il suo film con Pupi Avati, per il quale poi è stata anche premiata, e aveva voglia di giocare con la televisione. Nella vita bisogna essere bravi ma anche fortunati, e quello è stato un colpo di fortuna. Katia si è fidata di me, sapeva che non l’avrei mai messa in una situazione difficile, e così ha accettato di far parte della Fattoria dove è stata un’assoluta protagonista. Non è vero che non produciamo più reality vip, sarà piuttosto una questione di occasione, di progetti nel cassetto ne abbiamo molti”.

A proposito di vip, non posso non chiederle di Fiorello, che è nato da voi e che oggi invece lavora da un’altra parte. C’è stato o c’è tutt’ora qualche riavvicinamento con questo grande artista?

“Con Fiorello in realtà non ci siamo mai persi di vista. A dimostrazione di questo, non c’è stata occasione in cui lo stesso Pier Silvio Berlusconi non abbia tessuto le sue lodi, e stiamo parlando della massima espressione aziendale. Ci sono stati percorsi diversi, in cui le volontà dell’uno non hanno corrisposto a quelle dell’altro. Considero Fiorello un artista straordinario e unico ma soprattutto lo considero un amico ed è una persona che mi sta veramente a cuore. Credo di non aver perso nemmeno uno dei suoi spettacoli e ci capita spesso di sentirci, di confrontarci e di prenderci anche in giro. Fiorello è nato da noi, ha ottenuto successi importantissimi, titoli che appartengono alla storia della nostra televisione, fondamenta sulle quali ha costruito il suo percorso artistico. Anche se comunque l’artefice del successo di Fiorello è Fiorello stesso. Riprenderlo? Non lo so…magari. Certo ora lui è molto legato a Sky, ne è diventato addirittura testimonial, credo sia complicato poter affrontare certi discorsi”.

Fiorello Fiorello a parte, è soddisfatto della sua squadra di artisti?

“Soddisfattissimo! Abbiamo una squadra unica, solida, attenta nell’interpretare il tempo, di farsi carico delle difficoltà e di ottenere successo. una squadra fatta di NUMERI 1, capace di cogliere ogni esigenza del pubblico, ognuno con la propria particolarità”.

Per il Chiambretti Night, come del resto per le altre trasmissioni la sua struttura si occupa anche del reclutamento di personaggi italiani e stranieri (di recente abbiamo visto per esempio Pamela Anderson). Se dovesse scegliere un personaggio americano da portare in Italia, chi prenderebbe e cosa gli farebbe fare?

“Partendo dal presupposto che gli “irraggiungibili” sono spesso diventati “raggiungibili” e le varie ospitate nelle trasmissioni televisive sono lì a dimostrarlo, devo ammettere che non subisco un gran fascino dallo star-system americano. Certo, di fronte a certi nomi, si capisce benissimo che potrebbero essere scritte addirittura intere puntate”.

Parliamo di sue esperienze passate. Ha fatto il giudice di Operazione Trionfo. Cosa ricorda di quel periodo? Si cimenterebbe ancora in quel ruolo? Per esempio a Italia’s got Talent o programmi simili?

“A Maria non potrei mai dire di no ma so già che lei non me lo chiederebbe mai (mi vuole troppo bene). In Operazione Trionfo, programma condotto da Miguel Bosè, sono stato un antesignano dei giurati insieme a Rosanna Mani, Anna Pettinelli, Rudy Zerbi, Tino Silvestri e Daniele Soragni. Convinsi Bosè a condurre quel programma dopo un’intera giornata passata insieme a Madrid e quasi come pegno mi chiese di essere in giuria. Potevo dirgli di no? Devo confessare comunque che mi sono molto divertito ma soprattutto mi ha dato l’occasione di provare in prima persona ciò che viene definito come “la forza della televisione”.

A proposito di talent show, la vediamo spesso tra il pubblico di “Amici”. Ci va perché è un appassionato o da addetto ai lavori?

“Quello con Amici è un appuntamento fisso, così come nelle prime dei nostri programmi. Mi sembra giusto, per una forma di rispetto nei confronti degli artisti, essere presente, soprattutto quando ci sono appuntamenti importanti per loro: un debutto, una prima puntata, un ritorno dopo tanto tempo. Vado da tutti. Credo sia una forma di cortesia e di attenzione verso la star ma anche nei confronti di tutti coloro che lavorano dietro le quinte e che contribuiscono alla riuscita di un appuntamento”.

Parliamo di programmi che stanno per tornare. Si parla dello Show dei Record. Al momento secondo le nostre fonti sarebbero in ballottaggio Barbara d’Urso, che l’ha già condotto, e pure Alessia Marcuzzi. E’ vero?

“E’ un titolo di grande successo sul quale stiamo lavorando. Anche se il palinsesto è per sua stessa definizione, in continua evoluzione. Sicuramente i nomi che hai fatto, come anche altri, avrebbero tutte le carte in regola per affrontare questo programma che ha sempre avuto ottimi ascolti. Per il momento però sarebbe prematuro dire di più”.

Ultima domanda. Dopo tanti anni di Risorse Artistiche e prima ancora di Vice direttore generale e Direttore Iniziative Speciali di Publitalia, le è rimasto un sogno nel cassetto?

“Se non avessi dei sogni nel cassetto mi sentirei morto. Ma sono scaramantico… per cui non dico niente. Alcuni appartengono al mondo professionale, altri al privato e comunque… guai a non averne. Per natura, non sono mai soddisfatto, malgrado abbia la straordinaria fortuna di fare un lavoro molto bello che mi piace moltissimo e che continua ad appassionarmi”.

Ringraziamo molto il dott. Giorgio Restelli per aver risposto alle nostre domande e averci svelato qualcosa di quella macchina importante quale è la struttura delle Risorse Artistiche del Gruppo Mediaset. Da parte nostra un grande in bocca al lupo per il suo lavoro e con l’occasione, un augurio per le prossime Feste.
mb