Home Notizie La Commissione europea chiede più soldi e più libertà per le televisioni pubbliche

La Commissione europea chiede più soldi e più libertà per le televisioni pubbliche

Secondo la Commissione Cultura del parlamento europeo, che ha votato la bozza di risoluzione, è necessario sostenere economicamente alcune Tv europee. Il perché è chiaro: assicurarne l’indipendenza dalla politica. Uno dei mezzi indicati dalla Commissione per ampliare il ventaglio di offerte e la pluralità è internet mezzo preferito dai giovani per informarsi. Scrive la Commissione,

di marina
pubblicato 30 Settembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 12:22

Secondo la Commissione Cultura del parlamento europeo, che ha votato la bozza di risoluzione, è necessario sostenere economicamente alcune Tv europee. Il perché è chiaro: assicurarne l’indipendenza dalla politica. Uno dei mezzi indicati dalla Commissione per ampliare il ventaglio di offerte e la pluralità è internet mezzo preferito dai giovani per informarsi.

Scrive la Commissione, come riporta Key4biz:

Le emittenti pubbliche in alcuni Stati membri devono affrontare grossi problemi che minano sia la loro indipendenza politica ed economica che la loro stessa esistenza. Si invitano gli Stati membri a smetterla con le interferenze politiche in merito al contenuto dei servizi offerti dalle emittenti pubbliche.

Non solo ma la tirata d’orecchio si fa più pesante, poiché la Commissione rileva:

Alcuni Stati membri continuano a non rispettare le norme europee sulla libertà di espressione, sul pluralismo dei media e sull’indipendenza, la competenza e il finanziamento dei media del servizio pubblico.Gli Stati membri dovrebbero essere ritenuti responsabili per il mancato rispetto di questi impegni.


L’Europa, dunque, chiede alle tv degli Stati membri di moltiplicare gli sforzi e di riservare finanziamenti e contenuti di qualità al web considerato oramai acclarato che la fascia più giovane dei cittadini europei usa internet per informarsi. Da rivedere perciò tutte le norme sul copyright per:

facilitare il riutilizzo dei materiali di archivio e per realizzare sistemi di licenza collettiva e per la liquidazione dei diritti estesi e semplici e valutare in che modo i motori di ricerca e i fornitori di servizi Internet potrebbero contribuire al finanziamento della creazione di contenuti.

Non è pienamente d’accordo con questa risoluzione Remigio del Grosso, Vicepresidente CNU- AgCom che scrive proprio sulle pagine di Key4biz:

L’indipendenza economica delle emittenti pubbliche è senza dubbio un importante obiettivo da perseguire, tuttavia ho l’impressione che il problema in Italia sia un tantino più complicato, in considerazione del fatto che la Rai è per metà servizio pubblico e per l’altra metà opera in regime di concorrenza commerciale.

Il nostro è un caso un po’ particolare, appunto, essendo la Rai in parte finanziata dal pubblico con il canone e in parte dagli introiti pubblicitari.

Il problema principe resta però la pluralità dell’offerta e ricorda del Grosso che una trasmissione di qualità come Neapolis piuttosto che migrare sul web viene addirittura chiusa:

Condivisibili invece sono gi auspici espressi in tema di maggiore indipendenza dai partiti politici del servizio pubblico radiotelevisivo. Ma qui si sfonda una porta aperta che soltanto a Commissione di Vigilanza ed Autorità appare chiusa. Mentre non si esita a scendere in campo per contestare le scelte editoriali della Rai, come la paventata cancellazione del programma “Neapolis”. La trasmissione, infatti, è indubbiamente un programma di qualità del servizio pubblico radiotelevisivo, ma l’eventuale censura delle scelte editoriali della concessionaria non dovrebbe competere ai membri di un’autorità indipendente.

[Foto | Flickr]