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Calcio in Tv: regie “di parte” e censure? Solo in teoria

L’articolo di Aldo Grasso, in edicola oggi su Il Corriere della Sera, ha destato una certa curiosità. Il titolo “Alla regia ci pensano i club, svolta nel calcio in tv” sembra indicare che da quest’anno saranno direttamente i club di Serie A e B a produrre, tramite l’intermediaria Infront (società presieduta Philippe Blatter, nipote del

pubblicato 13 Agosto 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 13:36


L’articolo di Aldo Grasso, in edicola oggi su Il Corriere della Sera, ha destato una certa curiosità. Il titolo “Alla regia ci pensano i club, svolta nel calcio in tv” sembra indicare che da quest’anno saranno direttamente i club di Serie A e B a produrre, tramite l’intermediaria Infront (società presieduta Philippe Blatter, nipote del potentissimo presidente Fifa Sepp), la regia delle loro partite. Grasso paventa rischi di censure, ecco un passaggio del suo pezzo:

Un esempio: si gioca Palermo-Cagliari e sugli spalti appare un grande striscione contro Zamparini (è solo un’ipotesi). Il presidente chiama il regista e gli impone di non inquadralo. Così può succedere che certi replay imbarazzanti non vengano riproposti, che certe inquadrature siano in qualche modo censurate. Per dire, nella scorsa stagione, alcuni telecronisti della serie B sono stati scelti direttamente dall’advisor della Lega. Non succederà, ce lo auguriamo, ma potrebbe succedere.

In realtà, come lo stesso Grasso spiega in chiusura, non potrà succedere in alcun modo visto che…

[…]finché riuscirà a spuntare così tanti soldi dai network ha tutto l’interesse a non mutare il quadro distributivo. Né quello produttivo: infatti, saranno ancora Sky e Mediaset, con l’accordo raggiunto la stagione scorsa per la serie A, a produrre le partite.


Insomma, semplicemente la Lega Calcio avrebbe la possibilità teorica di prodursi in proprio le partite, finanche di distribuirle, ma non ha alcun interesse a farlo visto che la cessione dei diritti gli garantisce qualcosa come 900 milioni di euro l’anno. Questo genere di cifre valgono sicuramente più della possibilità di “censurare uno striscione“.