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Il Vescovo dell’Aquila contro Report: “Intervista montata ad arte”

Il vescovo vicario de L’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, si scaglia contro Report. Tutto questo a distanza di un paio di settimane dalla messa in onda dell’inchiesta “Il Boccone del Prete“, a firma dell’ottimo Paolo Mondani, che si è occupato degli interessi finanziari ed economici della Chiesa Cattolica intervistando, in un breve passaggio, proprio D’Ercole. C’è

pubblicato 13 Giugno 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 15:00


Il vescovo vicario de L’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, si scaglia contro Report. Tutto questo a distanza di un paio di settimane dalla messa in onda dell’inchiesta “Il Boccone del Prete“, a firma dell’ottimo Paolo Mondani, che si è occupato degli interessi finanziari ed economici della Chiesa Cattolica intervistando, in un breve passaggio, proprio D’Ercole.

C’è chi lavora contro la Chiesa, che pure cerca in tanti modi di stare accanto alla gente, diffondendo accuse generiche e spesso false. Sono accusa alimentate da trasmissioni televisive da cui si evince solo quello che si vuol far dire. Ad esempio, il montaggio di una mia intervista a Report è servito a insinuare che la Curia dell’Aquila gestisca le donazioni del terremoto, che addirittura se ne serva per speculazioni immobiliari e che l’arcivescovo abbia abbandonato la città nelle ore più buie. Ma perché dire cose così false?

Questa presa di posizione non può che lasciare sgomenti. Nel servizio di Mondani, qui potete ritrovare i 5 minuti dedicati alla gestione del post terremoto in Abruzzo, si raccontano semplicemente alcuni fatti. Primo: l’arcivescovo Giuseppe Molinari è stato sostituito a distanza di pochi mesi dal sisma, o meglio “affiancato” da D’Ercole per un atteggiamento di apparente menefreghismo che aveva suscitato un certo disappunto anche all’interno della comunità cattolica.

Secondo: la Regione Lombardia con fondi propri ha costruito una nuova “Casa dello Studente”, affidandone misteriosamente la gestione alla Curia, che non ha poi provveduto a mettere a disposizione dell’Università questa struttura scavalcando le graduatorie previste e tramutandola nella residenza universitaria “San Carlo Borromeo”.

Terzo: i fondi raccolti “per i terremotati” dalla Chiesa, circa 35 milioni, sono stati spesi e saranno spesi per la creazione di “centri pastorali” sul territorio, in particolare in prossimità degli edifici del progetto C.a.s.e. visto che alla curia è stata affidata integralmente la gestione di quegli spazi che sorgeranno nei pressi dei nuovi insediamenti, nonostante le proteste di quanti non credono che un’istituzione religiosa sia la più indicata per occuparsi di questi aspetti.

Quarto: per realizzare queste strutture sono stati comprati terreni, sempre attingendo dai quei 35 milioni, ingenerando il sospetto di una speculazione immobiliare.

Cosa c’è di “falso”?

Monsignor D’Ercole avrebbe fatto meglio a rispondere, se riteneva il montaggio di Mondani in qualche modo fazioso, sul merito di questi fatti. Anche inviando una rettifica alla trasmissione, che ne ha sempre conto come tutti i telespettatori affezionati sanno bene.

Detto chiaramente, questa sua dichiarazione sembra semplicemente un po’ di fumo negli occhi della gente e un po’ di fango sulla migliore trasmissione televisiva d’inchiesta della televisione italiana.

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