Home L'Isola dei Famosi Isola dei famosi 7 – Luca Ward a TvBlog: “I ragazzi dell’Isola? Ignoranti. Un voto al cinema italiano? Non classificato”

Isola dei famosi 7 – Luca Ward a TvBlog: “I ragazzi dell’Isola? Ignoranti. Un voto al cinema italiano? Non classificato”

Protagonista di un incidente nella prima puntata dell’Isola dei famosi 7 e anche di una polemica con la casa di produzione del reality show di RaiDue, polemica subito rientrata, è Luca Ward, oggi ospite di TvBlog. Prima che concorrente dell’Isola dei famosi Ward è però uno dei maggiori doppiatori italiani, anzi come ci tiene giustamente

di Hit
pubblicato 15 Aprile 2010 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:04



Protagonista di un incidente nella prima puntata dell’Isola dei famosi 7 e anche di una polemica con la casa di produzione del reality show di RaiDue, polemica subito rientrata, è Luca Ward, oggi ospite di TvBlog. Prima che concorrente dell’Isola dei famosi Ward è però uno dei maggiori doppiatori italiani, anzi come ci tiene giustamente a precisare: attore-doppiatore. In questa intervista parleremo dell’Isola dei suoi colleghi naufraghi ma anche e soprattutto del suo lavoro di attore e doppiatore, con una sua diretta e spietata opinione sul cinema e sulla fiction italiana di questi tempi. Buona lettura.

Sei stato protagonista di un brutto incidente proprio alla puntata di apertura dell’Isola ora come stai passata la paura?

Sono ancora convalescente, devo portare un busto ancora per un paio di settimane per far saldare queste due fratture vertebrali, dovrò fare qualche mese di fisioterapia. In linea di massima il peggio è passato.

Ti eri reso conto subito dell’entità del tuo danno fisico?

No a dire il vero no. Ero sicuro di essermi fratturato l’osso sacro, le vertebre per quanto avessi avvertito il colpo non pensavo di averle lesionate.

Come sono state le cure in Nicaragua?

Sul momento sono stato portato in una clinica a Managua dove si sono concentrati molto sulla zona del collo, visto che avevo preso un colpo di frusta. Hanno fatto una risonanza magnetica e dei raggi al bacino che però non avevano evidenziato le fratture. Non riscontrando le fratture, ovviamente non hanno potuto intervenire come avrebbero dovuto.

Ti eri lamentato della scarsa attenzione di Magnolia al tuo caso, ora come stanno le cose fra te e Magnolia e ci vuoi spiegare cosa è successo?

Tra me e Magnolia è ora tutto assolutamente tranquillo. Sono usciti sui media delle cose che io non avevo assolutamente mai detto. Non ho mai detto per esempio che avrei fatto causa a Magnolia. Loro poi si sono resi conto che io mi ero effettivamente fatto molto male.

Quindi loro hanno sottovalutato all’inizio la gravità del tuo incidente?

Quindi loro hanno sottovalutato all’inizio la gravità del tuo incidente?

Loro sono a Milano a diecimila chilometri dall’isola, bisogna vedere cosa gli hanno detto dal Nicaragua.

Questione organizzazione e sicurezza di cui si è parlato molto nei media in questi ultimi tempi, alla luce della tua esperienza cosa ci dici?

Io ho fatto soltanto una prova molto tranquilla e organizzata molto bene, non c’erano grossi pericoli. Io non so quello che è successo dopo. Io per quello che ci sono stato posso dire che prestavano molta attenzione alla sicurezza. Organizzare dal nulla una macchina del genere, in un posto poi come il Nicaragua che detto fra noi di strada ne deve fare ancora tanta, sono stati bravissimi.

Perché hai accettato di fare l’Isola?

Io avevo l’idea di farmi un bel viaggio e andare a vedere un paese che non avrei mai visto, avendo due bimbi piccini che non mi permettono certi viaggi nell’avventura. Volevo portare la mia esperienza di uomo di mare in televisione e magari appassionare il pubblico televisivo al fantastico mondo del mare.

Tu eri un telespettatore dell’Isola negli anni passati?

No, non l’avevo mai guardata. Non sapevo proprio cosa fosse questo programma. Infatti all’inizio faticavo a capire il meccanismo, io mi comportavo come attore, come un uomo di set. Per me era strano per esempio non poter parlare con gli operatori avendo sempre avuto un ottimo rapporto con i tecnici nelle mie esperienze lavorative.

Alla fine dei conti però la vacanza non l’hai fatta, cosa ti rimane di questa esperienza?

Mi rimane un grande rammarico perché sono sicuro che questa esperienza avrebbe potuto essere una figata pazzesca. Anche Simona c’è rimasta molto male, sono anni che mi chiedeva di partecipare all’Isola. Era felicissima che avessi accettato, infatti quando ho detto che mi sarei ritirato ha cercato di convincermi in tutti i modi a rimanere, ma con i dolori forti che avevo era davvero impossibile per me restare sull’isola.

Ci andresti l’anno prossimo?

Come concorrente non credo sia possibile, però come inviato ci andrei molto volentieri.

Il più vero fra i tuoi co-naufraghi

Guarda io vedendoli ora in TV praticamente non li riconosco più. Sono completamente diversi da come li avevo conosciuti io in quei primi giorni. Forse il più vero alla fine in assoluto era Aldo Busi.

Il più falso, oppure chi più ti ha deluso nel gruppo?

Non saprei proprio dirti. Io non mi sono molto concentrato sulle persone. Le donne a dire la verità mi hanno deluse un po’ tutte, tranne Sandra. Ma alla fine sono rimasto deluso da un po’ tutti. L’isola è un esperienza prima ancora che un gioco, stanno lì a tramare, non fanno assolutamente niente, tranne che strategie dalla mattina alla sera. Non pescano, non vanno a caccia, non fanno niente. Ma cosa gli hanno insegnato a questi ragazzi di oggi, stanno tutto il giorno davanti ad un computer e basta. Ti cascano davvero le braccia. Aveva pure ragione Aldo quando diceva che questi sono tutti ignoranti, non dico di saper parlare correttamente ma almeno sapere chi è il Presidente della Repubblica italiana credo sia il minimo del minimo sindacale. Io non sono mai stato un secchione ci mancherebbe altro, quelli della mia generazione hanno fatto più occupazione che scuola, ma almeno queste cose le sapevamo. Diciamo che questo è il dato preoccupante dei giovani di oggi e l’isola ne è stata lo specchio.

Chi vincerà l’isola?

Mah, non saprei, mi farebbe piacere che vincesse Sandra Milo.

Preferisci fare il doppiatore o l’attore?

Sono due cose che vanno di pari passo. Un attore per essere tale deve saper doppiare. Il doppiatore non esiste, esiste l’attore che a sua volta per esserlo deve sapersi doppiare.

Ma gli attori italiani sanno doppiare?

Sono assolutamente negati, ed è una cosa abbastanza vergognosa perché in Italia si doppia dal 1921 e quindi avrebbero dovuto impararlo. Per me è inammissibile che un attore non sappia doppiare. Io se fossi un produttore e viene questo in sala che mi fa fare 100 turni invece di 2 per una serie televisiva io lo caccio a pedate. Tu vai al cinema a vedere i film italiani e a malapena fai fatica a capire quello che dicono, però fa comodo a molti che il cinema italiano vada cosi.Gli attori di ieri, parliamo del dopoguerra, lo sapevano fare tutti dal primo all’ultimo. Gassman doppiava senza copione a luci spente.

Quando muovi le tue critiche ti riferisci ad una generazione particolare di attori?

Diciamo la generazione degli anni ottanta/novanta. Intanto hanno prodotto delle facce che non vanno da nessuna parte, è grasso che cola se li vedono fino a Lampedusa. Poi non sono attori, ma dove sono gli attori italiani? Qualcuno riesce ad uscire fuori, ma vorrei capire come ha fatto in una situazione come la nostra.

E di questa situazione a tuo giudizio di chi è la colpa, forse dei produttori che scelgono questi attori per i loro film?

Ma quali produttori, non ci sono più i produttori in Italia, è questo il problema principale nel nostro paese. I produttori che investivano con i loro soldi non amavano sbagliare.

Secondo te al giorno d’oggi vengono scelti gli attori più bravi o quelli più fighi che possono piacere al pubblico?

Prendono quelli più raccomandati, quello più spinti, magari prendessero quelli più fighi che piacciono al pubblico. Non gliene frega niente del pubblico, prendono quello che alza prima il telefono.

Qual è l’ultimo film bello italiano uscito secondo te?

Il nome della rosa del 1986. Io quando guardo i film italiani mi addormento, capisco che non conto molto ma è così.

E l’ultima fiction che ti è piaciuta?

L’ultimo lavoro bello uscito è stato “Elisa di Rivombrosa” la prima serie però e non perché c’ero io.

Tu hai partecipato a Elisa di Rivombrosa ma hai raggiunto una grande celebrità doppiando Russell Crowe nel Gladiatore, quale delle due cose ti ha dato più popolarità?

Senza dubbio doppiare Russell Crowe.

Ritieni che quel doppiaggio sia il più bello fra tutti quelli che hai fatto?

Il film più difficile ma anche il più bello che io ho mai doppiato è stato “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino. Il gladiatore era abbastanza facile come lavoro, ma gli sono molto riconoscente perché mi ha riportato a fare televisione che io non facevo più da anni, perché ero stato catalogato come doppiatore e basta. Sai che in Italia si viaggia a settori: c’è l’attore di teatro, l’attore di televisione, l’attore di doppiaggio, l’attore di radio, mamma mia quanta bestialità in questo paese così ricco di cervelli e di storia che si è ridotto ai minimi termini. All’estero non è così, attore è attore e basta, punto. Qui si va a settori. Ricordo negli anni ottanta e novanta che andavo a fare provini per fiction televisive, e mi sentivo dire “ah no no, lei fa il doppiatore non può fare l’attore, lei è una voce!”, io cercavo di giustificarmi dicendo che avevo fatto vent’anni di teatro, ma non c’era nulla da fare.

E se ti offrissero una parte in un cinepanettone?

Ma di corsa ci andrei, è l’unico film che funziona. Tra l’altro dovevo farlo, ma poi non so cosa è successo e la parte è andata a Massimo Ghini.

Questo dei cinepanettoni però è anche cinema italiano, che giudizio ne dai?

E’ l’unico cinema che paga e che funziona. Il cinema interessante è quello che parla un linguaggio che tutti possono capire in qualche modo. Se ho visto dieci minuti di un film di quel genere forse ti dico troppo, però è l’unico cinema che va in italia. Ogni tanto poi se ne esce un Sorrentino che fa “Il Divo” e mi chiedo pure come abbia fatto a farlo.

Cosa hai in progetto prossimamente?

Tanto e niente. Ci sono tanti progetti che sono stati tagliati perché i soldi son sempre meno. Ci sono un paio di progetti cinematografici che potrebbero andare, io faccio un cinema indipendente fuori dai grandi numeri, opere prime. In Tv per ora non ho in programma nulla, anche perché lì è difficile metterci il naso. Io in passato ho fatto Centovetrine e consiglio una soap a tutti i miei colleghi che non ne hanno mai fatte.

Per finire un voto al cinema italiano e alla fiction italiana del giorno d’oggi

N.C. Non classificato tutta la vita. Poi purtroppo io sono malato, faccio il doppiaggio e ne faccio tanto, vedo tutto il cinema mondiale. Io doppio dai tedeschi agli inglesi, francesi, americani, indiani, coreani, giapponesi. Vedo film più o meno belli, ma vedo soprattutto il cinema. Per quello che riguarda il nostro paese già come vedi una battuta capisci che è un film italiano e ti viene voglia di andare via, è noiosissimo. Mancano le sceneggiature, manca la voglia di fare cose interessanti, manca la voglia di sperimentare attori nuovi. Sono in cinque in italia che fanno cinema, sempre gli stessi cinque e sono anche pettinati sempre uguali. Passano dal settecento al duemila e sono sempre uguali, anche pettinati sempre allo stesso modo. Io quando ho saputo che il buon Favino faceva delle cose interessanti mi sono meravigliato, anzi quando lo vedrò vorrò proprio chiederglielo. Il cinema italiano mi demoralizza, eppure di cose belle ne abbiamo fatte molte, siamo passati da Gassman al nulla.

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