I consigli di TvBlog
Home Sky Uno Boris, questa sera il gran finale su Fx: un’altra televisione è davvero possibile

Boris, questa sera il gran finale su Fx: un’altra televisione è davvero possibile

Questa sera, alle 22.45 su Fx, andranno in onda i due ultimi episodi della serie Boris. E pesa tanto al sottoscritto, che non ha mai sopportato decantare ciò che è anticonformista proprio perché fa figo, arrendersi dinanzi a uno degli orgasmi televisivi più appaganti degli ultimi anni. Vedere Boris è rosicare dinanzi a tanta genialità,

pubblicato 12 Aprile 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 16:53


Questa sera, alle 22.45 su Fx, andranno in onda i due ultimi episodi della serie Boris. E pesa tanto al sottoscritto, che non ha mai sopportato decantare ciò che è anticonformista proprio perché fa figo, arrendersi dinanzi a uno degli orgasmi televisivi più appaganti degli ultimi anni.

Vedere Boris è rosicare dinanzi a tanta genialità, al punto che persino il critico più illustre ti diventa uno dei tanti giornalisti in prima fila a un talent show. Antonio Dipollina di Repubblica, infatti, “ce lo siamo giocati” dall’episodio pilota, quello in cui è bastato citarlo in una scena dissacrante per renderlo il più entusiasta dei fan (l’attrice cagna, illusa di avere a che fare con Dipollina sul set, gli ammiccava in cambio di complimenti a mezzo stampa).

Perché, diciamolo, se non ami Boris hai perso l’ultima buona occasione di darti un senso come telespettatore. E, da quella prima stagione, ne è passata di qualità sulle frequenze Sky, in cui la serie Wilder è forse la sola autoproduzione ad aver lasciato davvero il segno, sopravvivendo a marchi meno brillanti come Non pensarci e Taglia e cuci (diverso il caso di Quo Vadis, Baby? e Romanzo Criminale che avevano alle spalle titoli cinematografici forti).

Di qui, “è finita a cazzo di cane” (l’affezionato capirà che è una citazione) anche ogni mia perplessità, di quando vedevo in Boris una serie consapevole dei propri limiti, fondamentalmente “frustrata” dalla propria appartenenza di nicchia e dunque poco incisiva nel mercato televisivo.

Boris 3
Boris 3
Boris 3
Boris 3
Boris 3
Boris 3
Boris 3
Boris 3

In questa terza stagione Boris ci ha dimostrato che un’altra televisione è davvero possibile. Una televisione che trasforma i fuoriclasse del cinema italiano in guest star di tutto rispetto, per la prima volta disposte ad andare in tv perché si divertono a farlo e non per una marketta.

Abbiamo, di recente, visto susseguirsi grandi nomi come Filippo Timi, Laura Morante, Paolo Sorrentino, mentre l’indiscusso protagonista è diventato Francesco Pannofino, straordinario doppiatore (in primis di George Clooney) che ha fatto del suo Renè Ferretti l’essenza del cialtronismo italiano. Il perfetto regista televisivo nostrano dev’essere come lui: un ruffiano, finto-entusiasta paraculo. Con la differenza che, come fanno notare i nostri lettori, lui è una vittima, nonché un “puro” in un mondo dove il più pulito c’ha la rogna.

Boris è, come noto, una satira sul dietro le quinte della televisione, ma col tempo ha allungato i propri artigli sulla politica, lo sfruttamento sul lavoro, la frustrazione del proletariato che alberga negli studi tv. A trovarvi finalmente diritto di rappresentanza, coloro che sono tutti i giorni a un passo dai riflettori, ma è come se lavorassero davvero in miniera (tra cui un magistrale capo-elettricista Biascica, interpretato dal re dei trasformisti Paolo Calabresi).

E, poi, ancora le megalomanie di Stanis il divo hanno fatto di Pietro Sermonti una vera sagoma, tirando fuori il meglio delle sue potenzialità recitative nella commedia. Da medico in famiglia “troppo italiano” a sua parodia negli Occhi del cuore, il Dottor Giorgio è ora diventato la risposta nostrana al Dr.House nella serie Medical Dimension, ovvero la nuova “copertura” di cui si avvale Boris per osare ancora di più.

In questa stagione, che è tanto dichiaratamente di qualità, finalmente si prende in giro l’ostentazione della stessa. Nei primi episodi era un vero e proprio tormentone dare a qualcuno del “Roberto Saviano di qualcosa”, per legittimarne il ruolo. Perché sempre in Italia, per godere dell’approvazione dal mondo della cultura, essere militante e “impegnato” è fondamentale.

E i veri problemi arrivano quando – ebbene sì, ci si è spinti fino a questo punto – nella sinistra radicalchic spunta un berlusconiano doc. E’ successo sotto le coperte ai due innamorati più surreali della fiction, la stacanovista assistente alla regia Arianna (Caterina Guzzanti) e il rampante stagista Alessandro (Alessandro Tiberi).

Proprio mentre erano a un passo dal consumare nell’Hotel Veronica, nel pieno di una tragicomica avventura a Cologno Monzese (sul set della sitcom alla Drive In Troppo Frizzante), Alessandro si chiede con sarcasmo se anche quest’albergo “sia suo”. E cala il gelo: lei vota Silvio, da sempre, sin dalle elezioni di Forza Italia del 1994.

Ora, che Boris non vada in onda sulla generalista non ce ne frega un bip. Considerato che finirebbe nella trappola di Medical Dimension, tanto vale lasciarlo dov’è. Dai dai dai, che stasera scopriamo come va a finire!