Home Fiction La critica di Aldo Grasso a Sissi: un nulla vagamente pruriginoso

La critica di Aldo Grasso a Sissi: un nulla vagamente pruriginoso

Partiamo da un paio di premesse, quelle che servirebbero a non farsi fraintendere (salvo non funzionare mai). Primo, Aldo Grasso è sicuramente il più quotato fra i critici tv. Non lo dico io, è un fatto. Secondo, non sono nemmeno vagamente paragonabile al criticone del Corriere Della Sera, probabilmente nemmeno a quello della Gazzetta di

pubblicato 2 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 18:00



Partiamo da un paio di premesse, quelle che servirebbero a non farsi fraintendere (salvo non funzionare mai). Primo, Aldo Grasso è sicuramente il più quotato fra i critici tv. Non lo dico io, è un fatto. Secondo, non sono nemmeno vagamente paragonabile al criticone del Corriere Della Sera, probabilmente nemmeno a quello della Gazzetta di Pantelleria. Detto ciò è impossibile non restare abbagliati dalla pochezza di molte, troppe, critiche che Aldo Grasso confeziona nella sua rubrica “A Fil di rete” sul Corriere. Un esempio, il più recente, si ritrova nel pezzo che Grasso ha dedicato a “Sissi”, la fiction di RaiUno che ha dominato l’auditel.

Il titolo (“Sissi-Capotondi miss maglietta bagnata“) e la chiosa “Come attrice, la Capotondi è ancora un po’ acerba; come «miss maglietta bagnata» (la scena del bagno in camera) è uno sballo” sono un omaggio alla modalità pruriginosa e morbosa con il quale vengono gestiti i portali dei principali quotidiani italiani e paradossalmente sono l’unico elemento di un qualche interesse del pezzo, sempre ammesso che i gusti in fatto di décolleté di Grasso possano interessare qualcuno.

Per il resto il contributo del critico è semplicemente inesistente, su 1800 battute scarse circa 1400 sono dedicate ad una ridondante rievocazione della figura storica dell’Imperatrice e ad un inutile copia/incolla dell’intero cast. Grasso azzarda due giudizi tecnici (oltre a quello sul seno della protagonista, intendo): “la miniserie assomiglia molto ad una soap” e l’osservazione sul fatto che questo prodotto Rai sarebbe ripetitivo dopo la trilogia con Romy Schneider, quella prodotta fra il 1955 e il 1957.

Sia chiaro, nessuno vuol sostenere che qui su TvBlog si faccia meglio di così (per carità!), meglio di un professore di televisione che da tanti anni è un’autentica colonna del quotidiano più importante d’Italia.

Si vuol dire che Aldo Grasso potrebbe fare sicuramente di meglio. Un po’ di stanchezza dopo tanti anni di onorata professione?