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Elezioni 2013: Mentana, Vespa e l’insostenibile collegamento dal Viminale

Lo speciale Tg La7 e il mistero dell’inviata al Viminale: perché spedirla lì e farle leggere i dati dal sito Internet?

pubblicato 25 Febbraio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 21:01

UPDATE, 21.30
Ho bacchettato Mentana per la sua semi-liturgia elettorale, con l’inviata dal Viminale – Flavia Fratello, ricordiamolo – che, in difficoltà, leggeva i dati ufficiali del Ministero dal sito internet. Ho contestato la farraginosità di un collegamento ridondante, superabile con un computer in studio, che omaggiava, a mio avviso, una certa ritualità tv. Bene, lo stesso fa Bruno Vespa a Porta a Porta Speciale Elezioni 2013, con un paio di differenze, però, che mi permetto di notare.
In primis l’inviato Marco Frittella, anchorman del Tg1 di lungo corso, fa entrare nell’inquadratura i PC della postazione al Viminale, anzi ci si siede davanti, il che ‘grammaticamente’ dà un senso diverso al racconto rispetto alle difficoltà incontrate dalla ‘volante’ postazione della Fratello. Di contro, a rafforzare ‘l’insostenibilità logica’ del collegamento di fronte a una fonte unica diffusa via web, ci si mette Bruno Vespa, che si appunta a penna di dati che potrebbe immediatamente consultare con il tablet che sfoggia sulla scrivania. Ma che evidentemente ha funzione scenografica. Fin quando, però, qualcuno non gli ricorda che ha un’addetta al web in studio: e inizia a ‘servirsene’, con Frittella ‘retrocesso’ a consulente ‘somme e sottrazioni’.
C’è da dire che nell’ottica della ‘vetero’-liturgia, da Vespa me lo aspetto: il tutto fa parte della suo modo di raccontare ‘la politica’. Il ‘Mentana style’ è un altro, per me. O forse no?

Elezioni 2013: Tg La7, Mentana e l’insostenibile collegamento dal Viminale

Che senso ha un inviato al Viminale che legge al pc i dati pubblicati sul sito internet del Ministero dell’Interno? Questa la domanda che mi sono fatta seguendo, fin dalle prime battute, lo Speciale Tg La7 sulle Elezioni 2013 (la diretta di Polisblog) iniziato alle 14.40 con il direttore Mentana in studio con Gad Lerner, Mario Sechi e Aldo Cazzullo.

Il buongiorno si è visto dal ‘mattino’: quando alle 14.45 il direttore ‘testa’ il collegamento con il Viminale per verificarne la tenuta e la qualità tecnica, l’inviata Flavia Fratello prova a lanciare la curiosità sul paese con più votanti e il paese con maggiore astensione. Un notizione da Studio Aperto di cui sembra subito pentirsi e dolersi aggiungendo:

“una cosa così piccola che non vale neanche la pena perderci più tempo”.

Appunto.

Ma il meglio doveva ancora arrivare: come classificare, infatti, i successivi collegamenti, con la Fratello interrogata dal direttore sui dati e ripiegata sullo schermo del pc nel tentativo di leggere i dati pubblicati sul sito del Ministero?

“Eh, se mi riesce vorrei riuscire a mostrarvi la videata del Ministero…”,

dice la Fratello. Ma si arrende e legge. Legge i dati dal sito. E ci piomba addosso un interrogativo: perché? Eh sì che lo stile di Enrico Mentana nella gestione delle dirette post-Voto, meno ingessate ed ecumeniche di quelle tradizionalmente organizzate dalla Rai, è per me sempre fonte di interesse e di fascinazione tv, ma qui la tradizionale ‘scioltezza’ del racconto di Mentana si irrigidisce di fronte al ‘collegamento old style’ col Ministero.

Perché Flavia Fratello è al Viminale? Perché reiterare il rito del collegamento dal Ministero dell’Interno, figlio di una consolidata tradizione televisivo-elettorale che fa sempre ‘Elezioni’, ma che oggi è davvero inutile? Perché non limitarsi a collegarsi ‘via web’ per trasmettere in tempo reale le pagine aggiornate del ‘sito ufficiale’ delle Elezioni 2013, senza assurdi siparietti che finiscono per rovinare la qualità del prodotto finale?

E sì che a La7 il web lo sanno usare: lo dimostra l’eccellente streaming.

E allora perché ritrovarsi una spaesata Fratello (di verde speranza vestita) in collegamento da un luogo che fa sì tanto ‘fumo’ ‘scenograficamente’ parlando, ma poco arrosto informaticamente parlando? A un certo punto ho pensato avesse lo scopo di ‘alleggerire’ la tensione dell’attesa dei risultati, tra dati ufficiali e proiezioni, più di quanto previsto dalle incursioni di Geppi Cucciari alla scrivania del Tg La7. Ma la crescente insofferenza del direttore verso l’inconcludenza dei collegamenti (al netto degli inevitabili inconvenienti tecnici) mi hanno portato a pensare che l’intento ‘comico’ non fosse volontario…

La sensazione è quella di uno ‘scivolone’ tecnico-narrativo, un retaggio della vetero-liturgia elettorale, non solo inutile e ridondante, ma anche controproducente, tanto più per chi, come Mentana, sa muoversi perfettamente tra web e social. Un effetto stridente, ancor più se si considera che nello stesso momento nell’asettico e triste studio di RaiUno scorrevano addirittura i tweet, per quanto stridenti con la vetustà dei collegamenti con Laura Chimenti e Piepoli, collegamenti usciti dritti dritti dagli anni ’80, con inviati e ospiti strizzati davanti a un triste pannello low cost.

Altra cifra ‘anomala’ dello Speciale Elezioni del Tg La7 il rapporto ‘altalenante’ con i dati statistici. Mi colpisce, da subito, la scelta del direttore Mentana di non commissionare Istant Poll, per la difficoltà concreta di costruire un panel statistico ragionevole vista la frammentazione di forze politiche in campo e l’articolatezza della variabile regionale. Una scelta ‘moderna’, consapevole, eterodossa, apprezzabile, condivisibile. Ma poi si snocciolano gli Istant Poll di Tecnè per Sky e di Piepoli per la Rai. Insomma, sembra che non si voglia la ‘responsabilità’ di un Istant Poll, dando però conto di quelli altrui: in fondo una scelta di ‘economica’ (sotto diversi punti di vista) con effetti ‘pluralisti’, visto che si dà conto di diverse fonti, anche quando entrano in gioco le proiezioni di Masia per EMG/La7.

Saremo condizionati dall’andamento dei risultati, ma alla fine la sensazione predominante è quella di una ‘strisciante’ incertezza, di una narrazione tra antico e moderno, tra ortodossia ed eterodossia. E non c’entra la necessaria prudenza nel trattare materiale ‘esplosivo’ come i dati parziali, anzi parzialissimi, del pomeriggio: la parola d’ordine per le cinque e passa ore di diretta è stata ‘cautela’. In fondo le esperienze vissute nelle ultime tornate elettorali (memorabili quelle del 2001, con il capovolgimento completo delle previsioni e degli Exit Poll) hanno insegnato a tutti la ‘calma e la moderazione’ e Mentana, così come i suoi colleghi, non fa che ripetere, a mo’ di mantra, che “per esperienza” è meglio non sbilanciarsi. E in fondo la sensazione di essere tornati indietro di almeno un decenno c’è tutta, con i sondaggi della vigilia e gli Istant Poll a disegnare un’Italia diversa da quella delle Proiezioni. In attesa dei dati definitivi.

“In Italia c’è una dato incontrovertibile: per dire, si può essere delusi dall’Inter, ma non si va a votare Milan… Qui si racconta un elezione indecifrabile”

dice Mentana alle 18.44, quando ormai sembra che i risultati siano delineati. Ed è questo il Mentana che ci piace.

“Lo so che per alcuni sarà un dispiacere, per altri una gioia inaspettata, ma giornalisticamente è un risultato straordinario…”,

dice ancora il direttore. E siamo d’accordo con lui. La prossima volta – per alcuni davvero ‘prossima’ – però evitiamo il Viminale, eh…


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