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I cinquant’anni di Tutto il calcio minuto per per minuto

E’ una trasmissione storica della radio, Tutto il calcio minuto per minuto (in alto la sigla A Taste of Honey con le immagini di alcuni dei cronisti più noti). E allora che ci fa tra le pagine elettroniche di TvBlog? Ieri in televisione, precisamente su RaiNews 24 si sono celebrati i suoi primi 50 anni

di marina
pubblicato 11 Gennaio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 19:35

E’ una trasmissione storica della radio, Tutto il calcio minuto per minuto (in alto la sigla A Taste of Honey con le immagini di alcuni dei cronisti più noti). E allora che ci fa tra le pagine elettroniche di TvBlog? Ieri in televisione, precisamente su RaiNews 24 si sono celebrati i suoi primi 50 anni (speriamo appunto che ve ne siano avanti almeno altri 100!) con una singolare incursione della tv negli studi radiofonici di un programma che la domenica pomeriggio era capace di bloccare l’Italia.

Nasce Tutto il calcio minuto per minuto in un epoca in cui la Tv faticava a stare dietro alle dirette sportive. Siamo nella stagione televisiva 1959-60 e una trasmissione prettamente televisiva come Novantesimo minuto arriverà nel 1970 e consegnerà le cronache a caldo e i filmati dei gol. Ma le partite, allora, si “vedevano” solo attraverso le voci di Nicolò Carosio, Sandro Ciotti, Roberto Bortoluzzi, Nando Martellini, Enrico Ameri, Massimo Valentini e Beppe Viola solo per citarne alcuni.

La domenica sportiva, invece, sebbene nata un po’ prima del Tutto il calcio minuto per minuto e condotta da un giovanissimo Enzo Tortora, era penalizzata, appunto dalla mancanza dei filmati che fino ai primi anni 60 riportavano pochi frame corredati da una cronaca sintetica e scarna. Dunque, l’unica speranza per i tifosi erano le radioline a transistor che consentivano di seguire la partita ovunque: a casa della suocera, in fabbrica o nei posti più sperduti della nostra penisola. A ascoltare la partita l’intera famiglia. Ebbene sì, almeno fino agli anni ’70 la partita di calcio era un avvenimento che coinvolgeva anche mogli e figli. Basti pensare che lo stadio era frequentato da tifosi che lo raggiungevano a braccetto delle loro consorti e spesso con prole al seguito.