Home La Dedica, su Rai 3 Pino Rinaldi racconta l’Italia con le canzoni in dialetto

La Dedica, su Rai 3 Pino Rinaldi racconta l’Italia con le canzoni in dialetto

La dedica è il nuovo access prime time di Rai 3: 15 puntate di storie che hanno avuto una serata, uno stornello, una canzone dedicata come forma più alta di amore. E condivisione.

pubblicato 13 Luglio 2020 aggiornato 29 Agosto 2020 23:31

Si presenta come un programma particolare La dedica, nuovo access prime time di Rai 3 al via questa sera, lunedì 13 luglio, alle 20.20 con la conduzione di Pino Rinaldi. Si presenta particolare, dicevamo, per una serie di motivi: intanto per il taglio, ovvero per la scelta di parlare di persone, di storie, di Italia da una prospettiva così particolare come la canzone dedicata, in particolare in dialetto; particolare per il conduttore e autore, quel Pino Rinaldi che abbiamo imparato a conoscere con Chi l’ha visto? e che ha regalato un racconto poliziesco davvero ben fatto con i cicli di  Commissari – sulle tracce del male; particolare, infine, anche per la difficoltà di non appiattire tutto a fenomeni che appartengono soprattutto a certe zone, e a certi dialetti, d’Italia. E il pensiero corre subito alla scuola napoletana classica e, ancor più fertile, quella neomelodica.

Un’impresa, quindi, più volte ambiziosa, per certi versi, che viene riassunta nel lancio in “un viaggio nell’Italia della canzone in dialetto, alla scoperta di talenti e di storie” che passa attraverso le nelle “sorprese dedicate a chi si ha nel cuore” il clou narrativo, ma che lo stesso Rinaldi definisce “una sorta di trasposizione televisiva delle serenate di un tempo e delle dediche radiofoniche, rivisitato in chiave moderna“, come si legge nell’intervista concessa a Marida Caterini sul suo sito.

Il programma è una produzione Verve Media Company per Rai e ha tra gli autori proprio il conduttore, con Raffaele Festa Campanile e Fabrizio Berruti che ne firma anche la regia. A leggere l’intervista, l’impegno a non appiattire il racconto sulla dimensione folkloristica meridionale c’è tutta, visto che Rinaldi sottolinea di aver individuato artisti e storie “dal Veneto alla Sicilia“, per far conoscere al pubblico “artisti non affermati a livello nazionale, ma noti e amati nel territorio di appartenenza e con un incredibile seguito sui social“. A far da filo narrativo, quindi, più che le storie dei singoli è proprio “la canzone popolare contemporanea” che diventa il trait-d-union tra gli artisti locali, le singole persone e l’affresco di una comunità. La fonte principale per individuare i protagonisti è stato il web, quindi, ma ogni puntata “racconta un triangolo“, ovvero il rapporto tra un artista, il committente che lo ingaggia per la dedica e il destinatario della canzone: se ne raccontano le storie, si entra nel rapporto tra singoli e musica. Gli ingredienti sono interessanti.

In tutto 15 puntate per questo primo ciclo. Nella prima puntata si va a Roma con Sergio che dedica una canzone al padre malato grazie all’intervento del Trio Monti. E il tasso di emozione, oltre che di racconto ‘socio-antropologico’ è già a livelli di rischio…

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