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Homecoming 2 da oggi su Amazon Prime Video: la recensione

Su Amazon Prime Video è disponibile la seconda stagione di Homecoming, la serie tv tratta dall’omonimo podcast che vede ora protagonista Janelle Monàe nei panni di una giovane che si sveglia su una barca e che cerca di ricordare chi sia

pubblicato 22 Maggio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 01:41

Una nuova protagonista, una storia che si lega a quella della prima stagione e quello stile da thriller d’autore inconfondibile. Homecoming si presenta così al pubblico, con la seconda stagione, disponibile da oggi, venerdì 22 maggio 2020, su Amazon Prime Video.

Julia Roberts, protagonista indiscussa della prima stagione, ora compare solo tra i nomi dei produttori esecutivi: come previsto, l’attrice aveva in mente di non far parte del cast della seconda stagione, lasciando lo spazio della protagonista ad un’altra interprete femminile, la cantante ed attrice Janelle Monàe.

La storia di Alex

E’ proprio lei a dare il volto ad Alex, la protagonista di questa seconda stagione, che inizia con quello che sarà un mistero da risolvere per tutto il corso degli episodi. Alex, infatti, si risveglia su una barca in mezzo al lago, non solo senza sapere come sia finita lì ma soprattutto senza ricordare nulla di sé.

Armata solo del desiderio di ricordare da dove venga e come sia finita senza sensi dentro una barca, la protagonista intraprende un viaggio che la porterà ad avere a che fare con personaggi che il pubblico ha già visto nella prima stagione: Audrey (Hong Chau) e Walter (Stephan James). Di quest’ultimo scopriremo anche le sorti dopo il gesto compiuto da Heidi (la Roberts) nella prima stagione nei suoi confronti e che lo ha portato ad assumere una dose ben sopra la media del medicinale dato ai veterani dalla Homecoming per dimenticare i ricordi più traumatici della guerra. Conosceremo, infine, anche Leonard Geist (Chris Cooper), l’uomo dietro la compagnia di cui la Homecoming fa parte.

Tra il nuovo e le conferme

Già nella prima stagione, Homecoming si era distinto per il taglio che il regista Sam Esmail (creatore di Mr. Robot) aveva dato ad ogni singola scena, mettendo in mostra un dramma psicologico che lavorava per sottrazione. La seconda stagione, sebbene abbia un’altra persona alla regia, ovvero Kyle Patrick Alvarez (già dietro la macchina da presa di alcuni episodi di Tredici), mantiene intatto lo stile di Esmail, e così facendo anche la natura stessa della serie.

Nata come adattamento dell’omonimo podcast di Eli Horowitz e Micah Bloomberg, Homecoming nella seconda stagione si trasforma, pur non rinunciando alla mitologia costruita nei dieci episodi del primo ciclo: ci si ritrova così davanti a delle novità (in primis la protagonista) ma anche delle conferme che non spiazzano del tutto il pubblico e riallacciano le fila del racconto.

La psicologia si fa glamour

Un’idea interessante, che permette allo show di tenere alto il livello di tensione psicologica e di thriller, ma anche di esplorare nuovi territori, pur mantenendo quell’impostazione glamour con cui la storia viene raccontata davvero unica.

Dalle riprese alla fotografia, passando per un cast che entra nella propria parte senza sgomitare, Homecoming 2 dà il benvenuto agli spettatori con un “rassicurante” thriller psicologico che ci dimostra il potenziale narrativo di questa serie, pronta, nel caso di un rinnovo (la serie era stata inizialmente ordinata per due stagioni), ad aprire le porte a nuovi personaggi, nuovi misteri e nuove rivelazioni sotto il tetto del Geist Group.

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