Home Nove Tutto il mondo fuori, il carcere raccontato dall’interno in un doc su Nove

Tutto il mondo fuori, il carcere raccontato dall’interno in un doc su Nove

Nove articola la sua programmazione tra gialli e delitti, ma dedica una prima serata a un doc in prima tv sulla funzione rieducativa del carcere.

pubblicato 12 Maggio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 02:02

Un doc in prima tv per raccontare il carcere dal suo interno: va in onda mercoledì 13 maggio Tutto il mondo fuori, docufilm in prima tv dalle 21.15 su Nove. Diretto da Ignazio Oliva e scritto con la collaborazione di mons. Dario Edoardo Viganò e Don Marco Pozza, il doc racconta la vita di tre detenuti nel carcere Due Palazzi di Padova: tre uomini con storie diverse ma accomunate dall’aver fatto degli errori, dall’aver sofferto e dalla ricerca di una rinascita. La prospettiva che attraversa il doc, prodotto da Officina della Comunicazione e realizzato grazie alla collaborazione con la direzione del carcere Due Palazzi di Padova – è quella che anima l’Articolo 27 della Costituzione, ovvero la funzione rieducativa, e non punitiva, del carcere. Il titolo evoca uno dei versi più amati di Albachiara di Vasco Rossi: e in fondo è un’alba dopo una lunga notte quella che il doc cerca di raccontare.

Ad accompagnare i telespettatori in questi 75′ minuti è il Cappellano del carcere, Don Marco Pozza: è un viaggio che intreccia diversi punti di vista, così come nei corridoi del carcere si incrociano agenti di polizia penitenziaria e detenuti, il direttore e i parenti dei carcerati. Voci diverse che convertono nel raccontare le sfide e le difficoltà della vita carceraria, l’importanza del lavoro come riscatto, la prospettiva di un futuro diverso. Un viaggio che per i tre protagonisti passa attraverso il riconoscimento dei propri errori e procede con l’impegno nello studio, nel lavoro o nello sport.

“L’obiettivo è esplorare e valorizzare l’importanza del lavoro dentro e fuori dal carcere, che diventa strumento essenziale per la rieducazione di un detenuto e per un suo possibile reinserimento nella società […] Un viaggio nell’umanità di coloro che per diversi motivi hanno commesso degli errori e scelto un percorso criminale, ma che in questo carcere sono stati messi nelle condizioni di capire e riconoscere il dolore immenso causato alle vittime ed alle loro famiglie, oltre che a loro stessi ed, inevitabilmente, ai propri cari”

spiega il regista Ignazio Oliva, volto noto al pubblico tv per la sua attività di attore. Il viaggio che ci invita a fare Oliva potrebbe essere un pilot per una serie nelle carceri italiane: da anni si vedono prodotti simili su Netflix e potrebbe essere l’occasione per raccontare la realtà carceraria, dalle sue eccellenze, come Padova, in giù.

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