Home Notizie La vita in diretta, inviati e microfonisti con mascherina abbassata. Mentre ammoniscono i passanti

La vita in diretta, inviati e microfonisti con mascherina abbassata. Mentre ammoniscono i passanti

La fase due regala alla tv inviati alla continua ricerca dei trasgressori. Performance di cui non c’è obiettivamente bisogno e che portano ad inevitabili “incidenti”. Il caso de La vita in diretta

pubblicato 11 Maggio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 02:06

Un tempo erano i runner, ora sono le mascherine, portate male o non indossate affatto. L’Italia è entrata nella fase due da una settimana e anche la televisione si è adeguata, con una narrazione tendente alla moralizzazione collettiva che ha cambiato inevitabilmente obiettivo.

I colpevoli sono sempre là fuori, diversi da noi, menefreghisti di fronte alle regole.

Impeccabile nel racconto di questi mesi, a mostrare da qualche giorno un certo appannamento è anche La vita in diretta. La conduzione misurata di Alberto Matano e Lorella Cuccarini cozza con l’esuberanza e gli eccessi degli inviati di turno che, sparsi qua e là per l’Italia, non esitano a riprendere in diretta trasgressori o presunti tali.

Va innanzitutto specificato che la tenuta della mascherina sul volto in luoghi aperti è obbligatoria solo in alcune regioni e se si entra ad una distanza ridotta con altri individui. Poco importa. Nel frullatore infatti ci entrano tutti, adulti e minorenni, che a volte fanno involontariamente capolino nelle inquadrature senza però che vi sia attenzione immediata nel rimediare all’errore.

Per poi passare, come detto, agli inviati. L’atteggiamento, da quello di semplici osservatori della realtà, diventa il più delle volte una sorta di omaggio al Il Vigile di Alberto Sordi. Si sgomberano parchi, si disturbano coppie di fidanzati, si controlla se la mascherina copre alla perfezione naso e bocca. Fino all’incidente, inevitabile.

Si assiste pertanto al corrispondente che entra in un bus con la mascherina sul mento e a pochi centimetri dal rappresentante delle forze dell’ordine al quale chiede conto del rispetto delle norme. Per non parlare del microfonista inquadrato accidentalmente durante un’esterna a Milano nel corso della quale il giornalista ammonisce i passanti che invece appaiono imbacuccati: “La mascherina non va tenuta sotto il mento o in mano, va indossata. Bisogna coprire naso e bocca“.

Esagerazioni grottesche, di cui non c’è onestamente bisogno.