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Talk senza pubblico, Formigli si affida alla parola e ai reportage. Del Debbio soffre l’assenza della bolgia

Piazzapulita e Dritto e Rovescio costretti a rinunciare al pubblico. Formigli sposa uno stile intimista e si affida alla forza dei reportage, mentre Del Debbio soffre l’assenza della bolgia. Undici collegamenti esterni non bastano a generare il ritmo. A Mezz’ora in più invece non cambia nulla

pubblicato 6 Marzo 2020 aggiornato 20 Novembre 2020 17:42

La ‘legge’ è uguale per tutti, le conseguenze no. Gli studi televisivi si sono svuotati, a Milano come a Roma, ed ora che l’emergenza coronavirus è stata allargata a tutto il Paese, non esistono più programmi privilegiati rispetto ad altri. Sono tutti sulla stessa barca, insomma.

Al timone però ci sono comandanti differenti. Ognuno col suo stile, con la propria strategia da adottare in caso di mare mosso.

Una prova di quello che saranno i talk show nelle prossime settimane si è avuta giovedì sera, quando in prime time le offerte sono state addirittura tre: Piazzapulita, Dritto e Rovescio e, eccezionalmente, Mezz’ora in più.

Corrado Formigli ha promosso uno stile intimista, fatto di parola, ascolto, riflessione. Il conduttore di La7 ha riportato al centro il reportage aprendo la trasmissione con un eccellente servizio dall’interno del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cremona. “Lo dico a tutti noi e ai nostri editori: aiutateci a fare il nostro  lavoro, a fare in modo che le persone vedano”, è stato l’appello del giornalista. “Un programma senza la realtà allarma ancora di più. Dobbiamo continuare a raccontarla, aiutateci a farlo con tutta la vostra energia”.

Il tratto identitario è stato rispettato anche durante il dibattito, grazie ai tradizionali faccia a faccia e all’ormai nota tavolata.

Differente il discorso per Rete 4. La platea vuota ha reso ‘monco’ un contesto che poggia sul concetto dell’arena. Il pubblico è storicamente parte attiva dello show. Applaude, fischia, contesta, flirta col padrone di casa che a sua volta lo ammonisce con toni burberi.

La solita bolgia ha tuttavia lasciato lo spazio ad un surreale silenzio e ad un chiaro senso di pesantezza, che Dritto e Rovescio ha tentato disperatamente di oscurare con una forzata ricerca di ritmo. Nel primo blocco dedicato al virus, oltre ai quattro ospiti fisicamente vicini a Del Debbio, si sono sommati ben undici collegamenti che hanno coinvolto, tra gli altri, il parlamentare Giorgio Mulè, il giornalista Raffaele Auriemma, lo scrittore Ottavio Cappellani, il virologo Matteo Bassetti e Vauro.

Lucia Annunziata, dal canto suo, non ha dovuto modificare nemmeno una virgola al format domenicale, se non il giorno e l’ora di messa in onda. La formula dell’uno contro uno senza ‘tifo’ sugli spalti si protrae ininterrottamente da quattordici anni, rivelandosi incredibilmente fortunata in un periodo di porte chiuse.

Una riflessione andrebbe pertanto effettuata sulla durata dei talk politici di prima serata. La spalmatura fino all’una di notte senza l’apporto di un pubblico che, volenti o nolenti, genera una sorta di ‘sveglia’ e riempitivo, rischia di diventare controproducente. Tra i tanti stravolgimenti affrontati dalla tv a causa del contagio, se ne potrebbe magari aggiungere un altro.