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C’è posta per te, lettera aperta di Special Olympics: “Immagine stereotipata della persona con Sindrome di Down”

La lettera aperta scritta da Alessandra Palazzotti, direttrice nazionale di Special Olympics Italia.

pubblicato 25 Febbraio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 05:53

Alessandra Palazzotti, direttrice nazionale di Special Olympics Italia, associazione sportiva internazionale che organizza i Giochi Olimpici Speciali, manifestazione sportiva riservata ad atleti con disabilità intellettiva, ha deciso di scrivere una lettera aperta a Maria De Filippi.

La lettera fa riferimento ad una delle storie andate in onda durante la sesta puntata di C’è posta per te, il people-show in onda su Canale 5, ogni sabato sera. Come ricordiamo, l’ex calciatore e capitano della Roma, Francesco Totti, è stato il protagonista di una sorpresa organizzata per Samantha e Luca, due ragazzi con sindrome di Down, descritti come due ragazzi molto parsimoniosi e molto legati ai loro oggetti personali. Il compito di Totti è stato quello di convincere i due ragazzi a cedergli qualcuno di questi oggetti in cambio di alcuni regali.

Secondo Alessandra Palazzotti, questa storia di C’è posta per te ha alimentato vecchi stereotipi riguardanti i ragazzi con sindrome di Down. Di seguito, trovate la prima parte della lettera condivisa sulla pagina Facebook ufficiale di Special Olympics:

Dopo la puntata di sabato sera sento, a nome di Special Olympics, l’esigenza di fare una riflessione con lei e la sua redazione. Per quanto il suo tentativo di puntare il riflettore sulle persone con la sindrome di Down possa essere apprezzato nel suo intento, purtroppo, la modalità con cui viene trattato il tema vanifica questo buon proposito: cercare di fare simpatia con lo stereotipo della persona con la sindrome di Down “tirchia” ed eterna bambina non fa un buon servizio ad uno spicchio di popolazione che, di stereotipi, è già piena. Se si volesse utilizzare uno stereotipo, e siamo contrari, si potrebbe utilizzare quello delle persone con la sindrome di Down come grandi e infaticabili lavoratori, come delle persone che si impegnano con tutte le loro forze, per esempio, nei compiti che si affidano loro. Sempre di stereotipi parliamo ma almeno sarebbe utile per tutte le persone con la sindrome di Down che, ad oggi, cercano la loro autonomia e dignità con un lavoro.

Secondo la Palazzotti, quindi, ci sarebbe il rischio che il “messaggio di inclusione, capacità e valori positivi” della diversità faccia più fatica a passare e che si vanifichino anni di progressi, compiuti da questo punto di vista:

Altra questione, che la sua trasmissione rischia di collocare in un modo non corretto, è data dal fatto che, relativamente al mondo della disabilità, invita sempre e solo persone con la sindrome di Down, facendo quasi pensare che la disabilità intellettiva sia solo quella ma è solo il 5%, di sindromi neonatali ne abbiamo più di 250 e la disabilità intellettiva è più vasta e varia di quanto si possa pensare. Il rischio è che, con messaggi come questi, si torni indietro di 30 anni. I progressi, portati avanti dalla nostra e dalle altre organizzazioni che si occupano di inclusione delle persone con disabilità intellettiva, rischiano di annullarsi vista la grande popolarità delle sue trasmissioni. Il lavoro che giornalmente svolgiamo per far comprendere alla Società quanto sia importante far emergere le capacità delle persone con disabilità intellettiva, valorizzarle per rendere la Società stessa più inclusiva, viene vanificato con un intervento in tv di 15 minuti. Eh sì, perchè mentre facilmente può passare un messaggio sbagliato in una trasmissione tanto seguita, il messaggio di inclusione, capacità, valori positivi della diversità, visti i mezzi che abbiamo, fa molta più fatica a passare.

In questa parte di lettera, la direttrice nazionale di Special Olympics Italia ha alzato un po’ di più il tono per far comprendere maggiormente quali sono state le altre reazioni dopo la messa in onda della storia di sabato scorso:

Allora mi e ci chiediamo, insieme ai tanti familiari dei nostri Atleti che non approvano questa modalità di mettere al centro la persona con disabilità intellettiva ridicolizzando la sua ingenuità, perché non trattare questo tema sempre con leggerezza, ma evitando ogni stereotipo? Perché non raccontare, nell’ambito della sua trasmissione, una delle splendide storie di coraggio, forza, amore che potrebbero essere di esempio per tanti? Le assicuro che, se tra la gente che non conosce la questione lo spazio dello scorso sabato può essere stato un momento divertente, per le migliaia di persone, genitori, fratelli, sorelle, educatori e noi tutti che giornalmente lottiamo per la dignità, l’autonomia e l’inclusione delle persone con disabilità intellettive, lo stesso sabato sera è stato un momento per alcuni di grande incazzatura e per altri di mortificazione e tristezza.

Alessandra Palazzotti, quindi, si è resa disponibile per lavorare con Maria De Filippi al fine di offrire una rappresentazione più corretta dei ragazzi con disabilità intellettive:

Siamo a disposizione con i nostri 18.000 atleti in Italia e i loro familiari per sostenerla, se vorrà, in un percorso diverso da quello intrapreso fino ad oggi. Dietro 18.000 atleti, ci sono 18.000 storie fuori da ogni stereotipo, che potrebbero davvero “fare cultura”. Le assicuro, si stupirà lei stessa della meraviglia che le persone con cui lavoriamo sanno creare.

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