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LUCY NELLE TENEBRE: LETTERA PEZZETTO ALLA LITTIZETTO

Ogni tanto scrivo una lettera fuori ordinanza, fuori di creanza, fuori di testa. Questa volta la scrivo, anzi ne scrivo un pezzetto alla mia adorata Litti Zetto detta Lucy, una delle poche luci nelle tenebre tv. Porta i suoi riflettori a Sanremo di battute, smorfie e sorrisi, anche se la vestono di scafandri, forse per

16 Febbraio 2013 12:48

Ogni tanto scrivo una lettera fuori ordinanza, fuori di creanza, fuori di testa.
Questa volta la scrivo, anzi ne scrivo un pezzetto alla mia adorata Litti Zetto detta Lucy, una delle poche luci nelle tenebre tv.
Porta i suoi riflettori a Sanremo di battute, smorfie e sorrisi, anche se la vestono di scafandri, forse per smorzarle il neon sexy.
Il mio pezzetto ha un precedente.
Scrissi a Pina Bausch, dopo averla ammirata sulla scena. Mi ero innamorato di quel corpo sottile come un giunco, dei vestiti come garze e pel dell’uovo,che parevano leggere camicie da notte, l’intimo,l’ intimissimo della danza, del cuore e del sesso.
La lettera venne pubblicata da Linus, il giornale di fumetti allora diretto da Fulvia Serra, dopo gli anni di Oreste del Buono.
Andavo giù di gusto nelle parole. Ipotizzando un abbraccio stretto che allargasse il pezzetto, per rendere, questo abbraccio-omaggio, più schietto.
Passarono alcuni mesi. Fu un colpo scoprire in una trattoria romana una giornalista che leggeva il pezzetto a Pina che stava mangiando e allattando il suo fresco bambino, sotto gli occhi del padre paziente. Che ascoltò la lettura e sorrise. Non io.
Io avrei voluto essere al posto del neonato, che succhiava sereno. Sotto l’intimo come tenda al vento. Fortunato lattante. Arte e tetta, identità perfetta.
Questo episodio per dire che il pezzetto dedicato a Lucy Litti Etto segue la stessa perduta fantasia. Succhiare e bearsi del talento lontano da noi umani, con esigenze umane, titillati da promesse non mantenute.
Sono stanco di sentire Lucy che parla delle donne e delle tette, e anche delle sue tette in particolare. Che sono custodite nella cassaforte da palumbari in cui il Festival del pio nostromo Fabio l’ha condannata e nella quale sta chiusa da sempre.
Da centocinquantanni dell’Unità , e anche da molto prima Lucy è trattenuta in prigionia dal ligure frustrato Fabio Fazio ( tutti sanno che i liguri hanno un antico odio per i prepotenti piemontesi).
Le tette mai mostrate da Lucy peraltro sono una fissazione della ergastolana che ne parlò anni fa con Pippo ed ebbe il coraggio di baciarlo sulla bocca (che schifo!); ne parlò a lungo con Fiorello e ne parla nel suo libro Sbatterly.
In questo libro Lucy dice molto chiaramente agli uomini di non guardare le tette delle altre , e di guardare quelle che hanno a domicilio, comprese le sue.
Una saga. Le tette invisibili agli occhi dei maschi mariti o degli amanti che amano per sovrimpressione (tette meravigliose sovrapposte alla lucy delle abat jour).
Con tutta la simpatia, anzi l’amore per la Sbatterly che si sbatte a fare acquisti dalla coop, voglio dire a Lucy più alta della tv che la costringono a fare (più alta persino della stanga Bar) di tirare fuori una buona volta le tette, farcele vedere, smettere di tentare invano di scongelare Fabio findusalgida; di non fare più la spalla o le spalle in tramissioni che la sbattono come il polipo per sfruttarne le morbidezze, mostrare le palle (metaforiche) e andare nuda alla meta, lasciando per terra i simil flaccidi maschi che la sfruttano sotto le luci, lei, la sola, l’unica Lucy del Gran Varietà.
Italo Moscati