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Sanremo accessibile: per la prima volta il Festival proposto nella lingua dei segni

Sanremo accessibilità: per la prima volta anche i non udenti potranno gustarsi il Festival collegandosi ad un canale dedicato di Raiplay.

pubblicato 31 Gennaio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 07:29

Si chiama Sanremo accessibile la bella iniziativa pensata dalla RAI per raccontare ai non udenti il Festival di Sanremo 2020: dallo Studio 4 di via Teulada, in un contesto virtuale in continuità con il palco dell’Ariston saranno raccontate per la prima volta in assoluto le cinque serate del Festival attraverso la lingua dei segni.

Il programma, in onda su un canale dedicato di RaiPlay, prevede che quindici performer interpretino in Lis tutti i brani delle cinque serate, compresi quelli degli ospiti musicali.

Il team di Sanremo accessibile è composto da tre ragazzi sordi, dodici udenti, una coreografa, la direttrice artistica Laura Santarelli e la capo accessibilità Rai Maria Chiara Andriello.

Tra le performer c’è Martina Rebecca Romano, sorda fin da piccola a causa di un trauma che è stato ridotto solo parzialmente grazie ad un apparecchio acustico. La ventiseienne, che a luglio si laureerà come Manager della diversità, ha già alcune esperienze in questo campo: è ospite fissa della web radio dell’università Iulm di Milano, ha collaborato con artisti del calibro di Noemi e vanta una partecipazione allo Zecchino d’Oro. A La Stampa ha diciarato:

Devo ringraziare mia sorella Francesca, entrambe abbiamo frequentato la scuola bilingue di Cossato, che mi ha accompagnata in questo personalissimo viaggio. Quando esce una canzone che non conosco, lei mi aiuta nell’analisi del testo e nel rispetto dei tempi musicali. Insomma, me la porta a sentire con gli occhi e con il cuore. Avevo già fatto qualcosa, ma sempre mia sorella mi ha spinto a partecipare al provino della Rai.

Sanremo, prima, durante e dopo, della messa in onda del Festival, è da sempre sinonimo di polemiche, giuste o pretestuose, che aumentano l’hype e fanno discutere milioni di italiani. Per una volta lasciamo da parte le polemiche e plaudiamo all’iniziativa della RAI che rende realmente il festival nazional popolare un evento per tutti.

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