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Jennifer Aniston conduce The Ellen Show: una lectio magistralis di tv per autori e conduttori

Dal set seriale di The Morning Show allo studio live di The Ellen Show: Jennifer Aniston conduttrice del daytime di Ellen DeGeneres per un giorno spiega a tutti cosa voglia dire davvero fare emotainment televisivo.

pubblicato 25 Gennaio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 07:51

Arriva in studio carica, saluta la regia, attende l’inizio della diretta, entra in scena e non sbaglia un colpo: Jennifer Aniston si regala una puntata da vera conduttrice di tv show dopo il successo registrato con The Morning Show – che le è valso un SAG Award come ricorda ironicamente più volte durante la puntata – e mostra ancora una volta al pubblico tutto quello di cui è davvero capace.

Dieci anni di Friends, sit-com che come vuole la tradizione USA sente le vibrazioni del pubblico live, non capitano: Jennifer ricorda a chi dovesse averlo dimenticato cosa voglia dire essere un’attrice brillante, cosa voglia dire interpretare un ruolo leggero e anche cosa voglia dire condurre un programma tv. Se da noi è tutto primi piani stretti smarmellati come neanche Biascica avrebbe mai potuto osare, tutto pause a effetto e lacrima semi-indotta, la Aniston è perfetta nel calarsi nel ruolo della conduzione veloce, ironica e autoironica (vera chiave e profondo talento che nessuna scuola potrà insegnare) nonché piena di sottotesti della DeGeneres, che poi le si confà pienamente.

E così la Aniston entra in studio, scalda il pubblico, monologa, lancia clip divertenti e soprattutto si prende in giro. La scusa è data dal rinnovo della patente di Ellen, costretta ad andare alla Motorizzazione e a lasciare sguarnita la sua postazione per un giorno. E come si fa a dire di no a Ellen? “L’ho fatto, l’ho ripetuto, le ho detto più volte no per questa sostituzione e infatti eccomi qui” scherza la Aniston che non tradisce nemmeno un pizzico di una qualsivoglia studiata modestia e sa bene cosa voglia il pubblico, in studio e a casa.

Tra una clip fake d’antan sulla prima intervista rilasciata a Ellen e datata 2003 all’intervista a Selena Gomez, Jennifer Aniston regala una puntata da collezione del The Ellen Show, tutta giocata sui riferimenti meta-tv e direi anche meta-seriali: perfetta nell’interpretare il ruolo della conduttrice tv, così come del resto lo è stata in The Morning Show, la Aniston si mette alla prova live nello studio che fu di ER (e piomba in studio un lettino ospedaliero dell’epoca) e torna sul set di Friends, che fa parte del tour dei Warner Bros Studios – dove si gira anche il daytime di Ellen -, per piombare all’improvviso alle spalle dei fans che vanno a farsi immortalare sul divano arancione del Central Perk, in una successione di momenti di puro divertimento e di pura comedy.

Riferimenti metatelevisivi che stuzzicano i ricordi e giocano con il cross-over di ruoli che si intersecano nel talento della Aniston, effetto revival – stuzzicato anche dagli scatti sempre più frequenti sul suo recente profilo Instagram con i suoi vecchi compagni di avventure a 25 anni dal debutto di una serie che ha cambiato il concept stesso di serialità – e soprattutto la perfezione nella scrittura autoriale: la puntata speciale di The Ellen Show condotta da Jennifer Aniston è un manuale su come si scrive e si conduce un daily pomeridiano. Se da una parte c’è la perfetta interpretazione della Aniston, che non sbaglia un tempo, una battuta, una intonazione, un tono e un ritmo, dall’altra c’è una scrittura che fonde perfettamente lo spirito del programma con il personaggio Aniston e con i talenti di Jennifer. Una scrittura che è un metronomo per pulizia, attese rispettate, ritmo, direzione narrativa. Il tutto gestito da chi sa improvvisare, ma sa anche benissimo che l’apparente improvvisazione è frutto di uno studio meticoloso.

Insomma più che una ‘curiosità tv’, Jennifer Aniston conduttrice per un giorno di The Ellen Show è una lectio magistralis sulla scrittura e sulla conduzione televisiva. Perché, diciamocelo, l’autenticità in tv (peraltro quintessenza della finzione) ‘it’s so overrated’. E da queste parti dobbiamo ancora mangiarne di cereali sottomarca…