Home Sky Atlantic The New Pope arriva su Sky Atlantic: la recensione in anteprima

The New Pope arriva su Sky Atlantic: la recensione in anteprima

La recensione in anteprima di The New Pope, la seconda serie tv scritta e diretta da Paolo Sorrentino, in onda su Sky Atlantic e disponibile su NOW TV dal 10 gennaio 2020

pubblicato 8 Gennaio 2020 aggiornato 3 Febbraio 2021 13:27

A vedere The New Pope, il secondo progetto firmato da Paolo Sorrentino in onda su Sky Atlantic e NOW TV dal 10 gennaio 2020, alle 21:15, viene spontaneo chiedersi quale sia il perno intorno a cui ruota il racconto che il regista e sceneggiatore premio Oscar ha voluto far proseguire dopo The Young Pope del 2016.

Nei nove nuovi episodi, Sorrentino è riuscito a costruire e ricostruire un mondo che ha totalmente immaginato, quello del Vaticano, passando dai personaggi ed arrivando ai luoghi, immergendo in tutto dentro un’attualità ancora più presente rispetto alla prima stagione.

Un nuovo Papa all’ombra del “vecchio”

La serie riparte da Papa Pio XIII (Jude Law), che abbiamo lasciato a terra senza sensi, a Venezia. Ora Papa Belardo è in coma, accudito dalle suore, in una stanza che sembra accentuare tutta la solitudine della sua situazione. In Vaticano, però, si deve andare avanti, e Voiello (Silvio Orlando) deve piegarsi all’esigenza di eleggere un nuovo Papa.

Dopo qualche peripezia che evitiamo di raccontarvi per non rovinarvi il divertimento, si arriva ad individuare la figura di Sir John Brannox (John Malkovich), dandy inglese che di rado esce dalla sua vasta tenuta, dove vive con i due genitori malati. Un uomo, proprio come Lenny, in cerca del suo posto nel mondo e di quell’affetto che non gli è mai arrivato dalla famiglia, la cui vanità diventa il punto debole su cui insistere per fargli accettare di diventare il nuovo Papa.

Brannon, che sceglie il nome di Papa Giovanni Paolo III, vuole essere il teorico della via media, ma non accetta la sua medietà rispetto al predecessore. Sebbene inizialmente sembri accontentare tutte le richieste di Sofia (Cécile de France), Brannox non sarà facile da tenere a bada. Numerosi i segreti che i Cardinali non sanno sul suo conto, a partire da una misteriosa scatola d’argento da cui non si divide mai.

Il Vaticano, intanto, deve affrontare nuovi scandali, le pressioni della politica italiana e le richieste delle suore di maggiori diritti nei loro confronti. Tra il bene da predicare ed il male da affrontare, Lenny Belardo, intanto, inizia lentamente a prendere coscienza, mentre in Piazza San Pietro un gruppo di fedeli non smette di pregare per lui, fino ad idolatrarlo come un Santo.

I quadri di Sorrentino che superano la narrazione

Ancor piĂą che in The Young Pope, Sorrentino questa volta si lascia andare ad una narrazione che comunica non solo con i dialoghi (le sceneggiature sono state scritte da Sorrentino con Umberto Contarello e Stefano Bises), ma anche e soprattutto con le immagini.

Il regista mette in scena dei quadri che evidenziano le nuove posizioni in cui si trovano i vari personaggi: se i due Papi spesso si ritrovano in ampi spazi, a sottolinearne la solitudine a cui sono costretti prima dal loro passato e poi dal loro ruolo, Voiello, per rappresentarne il controllo che vuole (ed ha) nei confronti di ciò e chi lo circonda, diventa un “jolly”, collocabile in ogni scena e capace di reggerne il peso. Nuovo spazio, invece, per le suore: l’assenza di Suor Mary (Diane Keaton) viene colmata dalla presenza di un gruppo di religiose che, da un lato, custodiscono segreti, proprio come i Cardinali che vorrebbero tenerle a bada, ma, dall’altro, prendono possesso della scena rivendicando ciò che per loro non è ancora stato riconosciuto.

Anche se non si tiene conto di chi si trova davanti alla macchina da presa, però, è evidente come in The New Pope l’impresa, riuscita, di Sorrentino sia quella di espandere il mondo pensato in The Young Pope, uscendo di più dal Vaticano ed esplorando situazioni per portano dentro la Chiesa un’attualità inevitabile da raccontare per una serie come questa. C’è la già citata solitudine, ma ci sono anche il senso di comunità della piazza, le strategie elettorali della politica che si incontrano e scontrano con le abitudini millenarie della Chiesa, l’unione che diventa forza contro un establishment aggrappato al mantenimento del proprio status quo.

Le immagini di The New Pope diventano, come in ogni opera di Sorrentino, tanto eloquenti quanto le azioni nascoste o evidenti dei personaggi, trasformandosi in quadri da ammirare e da osservare per scoprire pienamente il senso della messa in scena.

Tra i due Papi vince… Voiello

Passando al cast, il lavoro è all’altezza della prima stagione: confermati gli attori principali, tra cui Javier Càmara (Gutierrez), Ludivine Sagnier (Ester) e Maurizio Lombardi, a cui si aggiungono, tra gli altri, Henry Goodman (Danny), Ulrich Thomsen (Dr. Helmer Lindegard), Mark Ivanir (Bauer), Yuliya Snigir (Ewa Novak), Massimo Ghini (Cardinal Spalletta) e le guest-star Marilyn Manson e Sharon Stone.

Su tutti, però, spicca la figura del Cardinale Voiello, interpretato da un Silvio Orlando in stato di grazia. Non solo il personaggio, già estremamente di peso nella prima stagione, ora diventa ancora più centrale, un regista di quanto avviene nei palazzi del Vaticano sempre più esposto ed esplicito nel rivendicare la propria posizione di potere. Non che nella prima stagione non fosse così, ma ora il Voiello di Orlando diventa la figura tramite cui Sorrentino pungola il nuovo Papa e gli altri Cardinali, smuovendo l’azione e sparigliando, dove necessario, le carte in tavola.

Merito anche di un Orlando straordinariamente ipnotico e perfidamente esilarante, capace di far sorridere ma non ridere, di metterci davanti ad un’umanità che a volte cede alla tentazione del personalismo e, consapevolmente la accetta con onestà e subendone le conseguenze.

Prima l’uomo, poi il Papa

Anche The New Pope, in conclusione, utilizza il pretesto della figura ecclesiastica più importante per portare in tv una condizione umana contraddittoria. Diviso tra il Bene ed il Male, il nuovo Papa di Sorrentino è in cerca di un compromesso che faccia andare d’accordo tutti ma che, soprattutto, lo faccia sentire in pace con se stesso e risolva i suoi conflitti interni.

Un contesto che viene rappresentato con la poesia e l’arte che hanno la firma di un Sorrentino che ha preso ancora più confidenza con il mezzo televisivo e che si diverte ad abitarlo seguendo le proprie regole.

The New Pope, una serie originale Sky creata e diretta dal Premio Oscar Paolo Sorrentino, prodotta da The Apartment – Wildside, parte di Fremantle. Dal 10 gennaio in esclusiva su Sky Atlantic e Now TV.

(Foto di Gianni Fiorito)

Sky Atlantic