Home Sky Atlantic Succession dopo il meritato trionfo ai Golden Globe, perchè è da recuperare su Sky e Now Tv

Succession dopo il meritato trionfo ai Golden Globe, perchè è da recuperare su Sky e Now Tv

Perchè Succession ha vinto ai Golden Globe ed è la serie tv che dovreste recuperare subito

pubblicato 6 Gennaio 2020 aggiornato 3 Febbraio 2021 13:27

Succession è il miglior drama ai Golden Globe del 2020, Brian Cox, uno dei suoi straordinari protagonisti, è il miglior attore in una serie drammatica. L’associazione dei giornalisti della stampa estera a Hollywood che assegnano questi riconoscimenti hanno premiato la serie tv HBO dopo due stagioni ad altissima qualità.

Alla vigilia diversi analisti, giornalisti, professionisti americani avevano ipotizzato questa doppietta sottolineando la voglia dei Golden Globe di anticipare gli Emmy che forse il prossimo settembre si sarebbero accorti di questa serie. E un po’ come lo scorso settembre agli Emmy con il trionfo di Fleabag, ripetuto anche ieri sera ai Golden Globe, è necessario fermarci un attimo a parlare di questa serie tv che forse in Italia in molti hanno snobbato. Così se spinti dalla doppia vittoria doveste aver voglia di scoprire la serie tv, trovate le due stagioni di Succession su Sky Box Sets e Now Tv.

Una famiglia in affari

Ideata da Jesse Armstrong, Succession è una saga familiare drammatica, profondamente sarcastica, caustica, a tratti brutale nella sua rappresentazione delle dinamiche del potere all’interno di una grande multinazionale dei media. In molti hanno visto nella serie e nei suoi protagonisti forti riferimenti ai Murdoch, per l’anziano padre-padrone, per i numerosi figli, per gli affari legati a stampa e tv. Ma potrebbe riferirsi a qualsiasi altra ricca famiglia di imprenditori nei più svariati settori.

La famiglia in Succession è il luogo degli affari più che degli affetti.

Brian Cox, miglior attore drammatico dei Golden Globe, è Logan Roy fondatore della Royco e padre di quattro figli Connor (Alan Ruck) il maggiore e forse per questo deciso a tenersi a distanza dagli affari, Kendall (Jeremy Strong) l’erede designato, l’ambizioso ma troppo legato alla figura paterna, Shiv (Sarah Snook) per due stagioni in bilico tra l’azienda familiare e un futuro lontano dall’orbita paterna e infine Roman (Kieran Culkin) l’ultimo, lo scapestrato, visto come il piccolo di casa, quasi l’incapace, che vuole dimostrare di essere più di una mina vagante.

Attorno al nucleo familiare ruotano un insieme di personaggi che provano a vivere di vita riflessa, sperando che il sole dei Roy li tocchi e gli illumini. Un campionario vasto di caratteri disperato che la perdita del proprio posto nelle dinamiche aziendali possa comportare la perdita di potere, di uno status economico e sociale acquisito con il tempo e la fatica.

Le vite degli altri

Nel fantastico mondo dei ricchi del mondo, l’esistenza è regolata dal dio denaro, dal potere, dal riconoscimento che gli altri concedono. I Roy, come le altre potenti famiglie, esistono in relazione ai propri rivali e alleati. Sopravvivono con o contro gli altri a seconda delle esigenze specifiche del momento. Acquisizioni, vittorie e sconfitte sono rappresentazioni della loro esistenza.

Nella seconda stagione questo aspetto è ancora più forte. Perchè se nella prima la sceneggiatura si sofferma sulla scoperta della famiglia, sulle sue dinamiche, nella seconda entra con forza in gioco il mondo esterno e in ogni puntata abbondano le scene corali. I Roy vivono nel e con il mondo esterno. E queste scene corali rimettono lo spettatore al posto giusto rispetto a una serialità che premia la scrittura sopra i muscoli, che prema il reale oltre il fantasy, che fa vincere i volti sopra le maschere.

Perchè vince Succession (e HBO)

Succession vince perchè è un racconto popolare, meno elitario di quanto pensino alcuni critici sparsi per il globo, tra chi sostiene sia una serie per giornalisti e addetti ai lavori e chi pensa abbia più tweet che spettatori. La serie racconta le dinamiche del potere senza essere forzatamente astrusa, complicata, senza avere concetti complicati ma con dinamiche quasi da soap opera, ci sono colpi di scena, tradimenti, amori, vendette. E basta solo il sorriso beffardo, mefistofelico di Logan nell’ultima scena della seconda stagione per far capire tutto il mondo che si cela dietro Succession.

In Succession tutti invidiano il successo degli altri, tutti aspirano a essere altri, ad avere quello che gli altri hanno. E da oggi le altre serie diventeranno un po’ come i personaggi di Succession, provando magari un po’ ad assomigliarvi.

 

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