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Prima a Otto e mezzo, poi a Quarta Repubblica. La curiosa ‘maratona’ di Calenda, Sallusti e Telese

Otto e mezzo invita Calenda, Sallusti e Telese a parlare di Ilva. Pochi minuti dopo i tre riappaiono a Quarta Repubblica per discutere dello stesso argomento. Dietro all’effetto dèjà-vu una coincidenza o una precisa strategia?

pubblicato 5 Novembre 2019 aggiornato 20 Novembre 2020 15:24

Prendi due programmi su due reti concorrenti con tre ospiti identici, uno stesso tema su cui farli confrontare e mandali in onda a distanza di dieci minuti l’uno dall’altro. Una fantasia? No, piuttosto l’esatta cronaca di ciò che è accaduto lunedì sera poco dopo l’ora di cena.

Da una parte La7, dall’altra Rete 4, nel primo caso Otto e mezzo, nel secondo Quarta Repubblica. Lilli Gruber invita Carlo Calenda, Luca Telese e Alessandro Sallusti in studio, successivamente Nicola Porro concede il bis dando di nuovo la parola all’ex ministro e ai due giornalisti.

Al centro del dibattito finisce la vicenda dell’Ilva e la notizia della rescissione dell’accordo da parte di Arcelor Mittal. Gli schieramenti appaiono fin da subito chiari, con il duo Calenda-Sallusti che si oppone a più riprese alle opinioni di Telese.

Lo stop allo scudo penale per gli ex manager e i provvedimenti del Tribunale di Taranto sono state alcune delle giustificazioni del recesso. In tal senso, l’europarlamentare svela un retroscena alla Gruber che ribadirà nell’arco di brevissimo tempo:

“Quando Mittal ha comprato con una gara l’Ilva, era previsto lo scudo penale. Questo è stato cancellato definitivamente dal governo Conte bis con un voto dei Cinque Stelle, assieme a Renzi e al Pd. L’hanno fatto perché i senatori capeggiati dalla Lezzi l’hanno imposto”.

Se la dichiarazione non era più esclusiva una volta concessa a Porro, questa invece avrebbe potuto ottenere reazioni inedite se gli interlocutori fossero stati differenti. Al contrario, la percezione è stata quella di un déjà-vu arricchito da un ulteriore approfondimento dopo il un primo atto messo in scena nel talk di access prime time.

Non è detto che gli spettatori di La7 si siano poi automaticamente sintonizzati su Rete4, ma è altrettanto vero che Quarta Repubblica rappresentava l’unica offerta politica in prima serata.

Lecito chiedersi se i due programmi fossero a conoscenza delle strategie dell’avversario. Alla sfortunata coincidenza potrebbe altresì aggiungersi l’ipotesi suggestiva di uno strategico traino auto-prodotto dalla stessa Quarta Repubblica.