Home Notizie Giorgio Tacchia racconta Chili: “Non siamo in competizione con Netflix, ecco perché”

Giorgio Tacchia racconta Chili: “Non siamo in competizione con Netflix, ecco perché”

Intervista a Giorgio Tacchia, amministratore delegato di Chili.

pubblicato 4 Novembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 11:53

Con oltre 3 milioni di clienti, cinque Paesi e più di 40 milioni di fatturato, Chili è realtà in continua espansione. Come una sorta di blockbuster moderno e 2.0, è una piattaforma italiana per guardare film e serie TV on demand ma senza abbonamento. “E’ il primo ed unico marketplace di intrattenimento“, racconta a Tvblog Giorgio Tacchia,  CEO di Chili. “Una sorta di negozio disponibile ovunque, dove si possono comprare o noleggiare film, sia digitali che fisici, guardarli a casa o in mobilità, comprare il merchandising legato a quel titolo, comprare i biglietti per il cinema o leggere gli approfondimenti“.

Ma le novità che riguardano Chili sono molte. L’ultima si chiama “Noi per il Cinema – distribuisci su di noi“, uno strumento che permette a tutti i produttori indipendenti di sottoporre i loro contenuti direttamente alla piattaforma. Così Chili conferma di voler diventare un punto di riferimento anche per le produzioni indipendenti. “La nostra piattaforma ha una distribuzione massiva. La si può trovare ovunque (sulle Smart Tv, sui pc, sui mobile). Sulla nostra piattaforma si può trovare dagli Avengers a Star Wars fino a Frozen, oltre a tutti i titoli di botteghino. Da qui in poi abbiamo cominciato a stringere degli accordi con dei produttori di media-grande portata per arrivare a consolidarci come piattaforma di riferimento per i produttori indipendenti che non riuscivano a trovare un canale di distribuzione. Un esempio? I film che non sono passati dai cinema perché non avevano la capacità di essere distribuiti dai grandi distributori“.

E’ il caso del film del film di Jerry Calà, Odissea nell’Ospizio, con la reunion dei Gatti di Vicolo Miracoli?

Proprio così. Nonostante un cast importante e una produzione di buon livello, purtroppo quel film non ha trovato una distribuzione standard e non è passato dalle sale cinematografiche. Noi ci siamo offerti per essere un canale distributivo, non soltanto per l’Italia. Così adesso questo film può essere visto anche in Germania, Inghilterra, Austria e Polonia, dove ci sono comunità rilevanti e che avevano piacere di vedere legalmente questo film“.

Perché Chili ha deciso di non puntare sull’abbonamento?

Il 50% della popolazione non è interessato o non ha la possibilità di comprare un abbonamento. Il fatto di essere complementari alle piattaforme di abbonamento per noi è fondamentale. Avendo una piattaforma che distribuisce prodotti singolarmente, abbiamo la possibilità di distribuire film molto prima degli altri: circa due anni prima delle piattaforme in abbonamento e circa sei mesi prima della pay-tv“.

Quindi Netflix non è in competizione con voi?

Tutt’altro. Noi lavoriamo in prossimità a loro e siamo esattamente complementari a loro. Grazie alla loro crescita, cresciamo anche noi“.

Su Chili manca l’intrattenimento inteso come show.

Ci stiamo ragionando, ma l’importante per noi è avere un posizionamento chiaro e unico. Non vogliamo rischiare di fare troppa roba e male. Per noi oggi è importante essere unici su film, serie, merch, streaming, dvd. Aggiungere dei tv show senza averne una particolare caratterizzazione non rientra tra i nostri interessi“.

Siete il primo servizio in streaming al mondo a trasmettere in 8K, in collaborazione con Samsung.

I televisori di oggi sono mediamente più avanzati rispetto ai contenuti proposti. Gli schermi sono in 8K HDR, mentre i contenuti delle major sono quasi tutti in 4K. Da parte nostra si è creata questa partnership per far sì che tecnologia e comunicazione possano lavorare in parallelo, guardando al futuro“.

La Legge Franceschini vi ha toccato da vicino, cosa ha comportato?

Prima della modifica che ci ha riguardato, a legge fissava un obbligo di investire in produzione in % rispetto al fatturato generato in Italia, senza distinzione tra TVOD e SVOD. Per noi si trattava di una legge distonica rispetto alla nostra strategia e assolutamente contraria a quello che avevamo costruito fino ad oggi. Non abbiamo competenze di produzione e non ce le avremo mai, siamo semplicemente una piattaforma che distribuisce e promuove. Così abbiamo fatto un lavoro per cercare di far capire che non solo servisse un obbligo di produzione per cercare di sviluppare più prodotto italiano, ma anche qualcuno che distribuisse quei prodotti, per evitare che tutta quella produzione rishiasse di rimanere senza distribuzione. Abbiamo cercato di convincere la politica che fosse fondamentale avere delle piattaforme con l’obbligo di distribuire e promuovere: ci hanno ascoltato“.

Il risultato finale?

Broadcaster, pay-tv e piattaforme in abbonamento avranno l’obbligo di produrre in funzione del loro fatturato, e noi avremo l’obbligo di distribuire tutti questi prodotti. Distribuiremo i prodotti di massima qualità, perlomeno quelli che non saranno in esclusiva con altri. Ma saremo anche obbligati a distribuire i prodotti di media qualità. Qualsiasi prodotto così avrà una piattaforma di distribuizone, che avrà l’obbligo di distribuire e di comunicare“.

Dove guarda adesso Chili?

Stiamo lavorando per consolidare i risultati, ma nel frattempo teniamo delle finestre aperte per capire se qualcuno vuole ospitare Chili in altri Paesi o su altri modelli di business“.