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Seconda Vita, belle interviste rovinate dall’ego-confezione

Gabriele Parpiglia onnipresente nel suo (è il caso di dirlo) programma di interviste.

pubblicato 30 Ottobre 2019 aggiornato 23 Settembre 2020 16:08

Debutta stasera,  mercoledì 30 ottobre, in prima serata su Real Time Seconda Vita, un nuovo programma dedicato a interviste e a storie da raccontare, tra Vip e cronaca, che ha Gabriele Parpiglia come ideatore, autore, intervistatore, voice over e direi anche regista e montatore. Il dato immediatamente evidente, infatti, è l’assoluta centralità di Parpiglia, che trova ogni modo per essere in video e in voce, là dove la conduzione dell’intervista procede invece, e correttamente, per sottrazione. Verrebbe da dire che il programma si fa seguire grazie alle storie narrate e nonostante la confezione. Ma andiamo con ordine.

Seconda Vita, le interviste

Ringraziando il cielo, questo programma non ha nulla da ‘Second life’: non c’è virtualità, non c’è romanzo, ma storie che meritano di essere raccontate e che nella prima puntata vede in sequenza Elena Santarelli e Stefano Savi. E sono proprio loro il punto di forza di questo emotainment. Almeno in questo primo appuntamento.

Prossimamente i telespettatori troveranno, infatti, personaggi già al centro di talk ‘evento’ come Vanna Marchi e Stefania Nobile, protagoniste di una storica puntata de L’Intervista di Maurizio Costanzo nel 2016, senza considerare la fin troppo prevedibile puntata  su Fabrizio Corona, al momento detenuto nel carcere di San Vittore, ma di cui si preannuncia “un racconto con immagini inedite” (e che a occhio non appare in tv dallo scontro con Ilary Blasi al Grande Fratello). Altri protagonisti saranno Claudia Galanti, Georgette Polizzi, I Valespo e Fernanda Lessa. Alcuni volti inediti, quindi, altre decisamente vecchie conoscenze. Eppure proprio la ricerca di storie e personaggi inediti poteva essere un punto a favore del programma.

Tornando alla prima puntata, con Elena Santarelli non si rischia l’effetto ripetizione dopo il faccia a faccia a Domenica In: dritta, asciutta, ma nello stesso tempo appassionata e senza concessioni alla retorica, come nel suo stile, racconta la sua storia di famiglia tra amore, figli e malattia del maggiore, Giacomo. Mamma Elena ti porta con semplicità nel suo mondo tutt’altro che patinato.

Altrettanto fa Stefano Savi, anche se in modalità molto diversa: sfregiato dall’acido a 25 anni da Martina Levato e Alexander Boettcher – in quella che sembra essere un’aggressione subita per scambio di persona -, Stefano racconta di sé più con la comunicazione non verbale che con le parole. Più che la ‘ricerca’ di una seconda vita, i racconti presentano al pubblico l’inesorabile frastagliatura di una vita, al di là di lustrini e presunti privilegi.

Se il contenuto si lascia seguire con piacere, il contenitore richiede un’altissima soglia di sospensione dell’incredulità: bisogna mettere da parte l’onnipresenza di Parpiglia.

Seconda Vita, la confezione egoriferita

Il buongiorno si vede dal mattino anche nella seconda vita: i titoli di testa, giocati sull’evocazione della dissolutezza e della discesa agli inferi, culminano con Parpiglia in posa tra veleni e medicinali. E già qui si capisce il peso che ha sulla confezione. Il vero coup-de-theatre sono, però, i suoi inserti in sala di doppiaggio che lo immortalano nella fase di registrazione della voice over: come essere protagonista anche in video e non solo in voce, con tanto di doppia inquadratura e montaggio sulla narrazione. A memoria direi una prima volta in tv. Gli va dato merito del coraggio, visto che lettura e interpretazione non sono proprio il suo cavallo di battaglia.

Ma veniamo alle interviste. Parpiglia è onnipresente in tutto l’incontro con la Santarelli: oltre al (frequente) ricorso al controcampo di prammatica, l’intervistatore è costantemente in campo grazie alla scelta di una inquadratura che lo rende sempre visibile nello specchio alle spalle della Santarelli. Se non è una scelta narrativa questa…

Nell‘intervista a Savi, invece, si opta per una postazione affiancata al bancone di un ristorante che simboleggia la seconda vita del giovane Stefano e che, paradossalmente, dà meno nell’occhio. In ogni caso, Parpiglia c’è sempre.

Per fortuna la varietà di location, dovuta al fatto che gli intervistati scelgono il luogo di incontro, evita la ripetitività di un set che avrebbe potuto essere una gabbia. La costante visiva sta nei colori (fucsia e blu), negli stacchi su Parpiglia che interpreta il testo della voice over e nella grafica al neon, che strizza l’occhio al Roxy Bar e alla locandina di Cocktail (e a qualcos’altro, che però giace taciturno nel cassetto della mia memoria) e che puntella i racconti con parole chiave scelte e usate con effetti talvolta a dir poco dissonanti.

Qualche disorientamento lo provoca anche il montaggio, soprattutto nella prima intervista, quella con la Santarelli: immagini ripetute (ad esempio alcune del filmino del matrimonio, bello in sé), sequenze riproposte (come quelle dei protagonisti di fronte alla Stazione Centrale di Milano) peraltro fuori contesto, controcampi ridonanti. Rubrichiamole come ingenuità da prima puntata.

Seconda vita, la collocazione

Si è perso ormai il conto dei programmi completamente dedicati alle interviste (cui vanno aggiunti i contenitori o i talk politici che ormai, per indisponibilità al confronto dei protagonisti procedono solo con la formula della staffetta) e questa Seconda Vita si inserisce in un filone decisamente pieno di concorrenti. Fa specie la scelta della collocazione, il prime time del mercoledì, che vede schiarata su Nove – altro canale Discovery – Daria Bignardi con il suo L’Assedio. Una maestra del genere, c’è poco da dire, al netto delle differenze specifiche di stile e temi con Parpiglia. In più il target di riferimento potrebbe essere ‘distratto’ da Rai 3. Insomma, una collocazione da scontro al vertice che appare abbastanza curiosa. In ogni caso l’appuntamento è ogni mercoledì alle 21.10 su Real Time e on demand su DPLay.

 

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