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Tiki Taka, l’eterna ricreazione di Vieri e Cassano. Un giochino che alla lunga stanca

A Tiki Taka va in scena l’eterna ricreazione di Vieri e Cassano, ospiti fissi che si scontrano costantemente coi rappresentanti del calcio parlato. A meno che non si voglia sposare la perpetua narrazione del ‘bomberismo’, i due arrivano a generare un senso di saturazione

pubblicato 21 Ottobre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 12:28

Christian Vieri e Antonio Cassano. Potremmo definirla ‘l’eterna ricreazione’, con le loro partecipazioni a Tiki Taka che non si discostano troppo dalle performance che potrebbero essere realizzate tranquillamente nel bar sotto casa.

La caciara scambiata per schiettezza e vivacità. E’ su questo malinteso che si fonda la presenza fissa dei due ex calciatori nel programma di Italia 1. Lunatici, ingestibili e scorbutici, Pierluigi Pardo deve fare i conti il più delle volte con gli umori del momento.

Il format è chiaro: Christian e Antonio rappresentano l’anti-sistema, i protagonisti del calcio giocato che si scontrano costantemente coi rappresentanti del calcio parlato. Ecco allora l’attacco ai giornalisti, che nel caso di Vieri non è altro che il remake dello storico sfogo avvenuto durante gli Europei del 2004 (“sono più uomo io che tutti voi messi assieme”).

Pardo li coinvolge, li mette addirittura al centro dello studio inscenando un faccia a faccia di commento alla giornata. Il risultato non cambia: domande snobbate e risposte annoiate.

A meno che non si voglia sposare la perpetua narrazione del ‘bomberismo’, Vieri e Cassano possono divertire una, due, tre volte. Alla quarta cominci a sospirare colpito da un effettivo senso di saturazione.

Capita, e non di rado, che nel pieno dell’analisi di una determinata situazione si senta il duo sghignazzare a microfoni aperti. Per non parlare del continuo sguardo agli orologi in segno di fastidio per l’eccessiva durata della trasmissione.

Vieri e Cassano sono le schegge impazzite che rompono la liturgia del talk. Il giochino a volte funziona, genera il cosiddetto titolo, alla lunga però stanca.

Se Fantantonio era l’asso nella manica nei mesi di massima tensione tra Icardi e l’Inter, tutto si è sgonfiato con il conseguente ‘spegnimento’ di Wanda Nara, che da protagonista e finita col diventare una semplice comparsa.

Un eccellente giocatore non diventa automaticamente un grande allenatore. Lo stesso discorso vale probabilmente per i commentatori sportivi.