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Analisi Auditel 2.0 – Il Mostro di Firenze (Fox Crime)

Parte oggi uno spin off della nostra rubrica “Analisi Auditel” che vuole approfondire ed ampliare il territorio oscuro dell’universo dati auditel che già vi offriamo quasi quotidianamente. Attraverso “Analisi Auditel 2.0” , così abbiamo voluto chiamare questo nuovo spazio, vi offriremo periodicamente una radiografia ancora più dettagliata delle varie trasmissioni televisive Rai, Mediaset e Sky,

di Hit
pubblicato 17 Novembre 2009 aggiornato 21 Gennaio 2021 15:59


Parte oggi uno spin off della nostra rubrica “Analisi Auditel” che vuole approfondire ed ampliare il territorio oscuro dell’universo dati auditel che già vi offriamo quasi quotidianamente. Attraverso “Analisi Auditel 2.0” , così abbiamo voluto chiamare questo nuovo spazio, vi offriremo periodicamente una radiografia ancora più dettagliata delle varie trasmissioni televisive Rai, Mediaset e Sky, mettendo a disposizione a voi lettori di TvBlog uno strumento ancora più specializzato per permettervi di accedere a dei numeri solitamente inavvicinabili al grande pubblico, scopo che ci siamo prefissati fin dalla partenza della rubrica di analisi auditel. A questo proposito, se desiderate richiedere analisi di un particolare programma, potete farlo scrivendo la vostra richiesta nei commenti di questi articoli, nei limiti del possibile cercheremo di soddisfare quante più domande possibili.

Prima trasmissione che apre questa nuova rubrica è il film per la TV “Il Mostro di Firenze” le cui prime due puntate sono andate in onda giovedì scorso in prima serata su Fox Crime con riproposizione un ora dopo sul canale +1. Partiamo subito con i dati nudi e crudi di audience e share. La prima puntata ha avuto una media di 228.000 telespettatori pari allo 0,79% di share, mentre la seconda 277.000 telespettatori con l’1,01% di share. Sul canale +1 i telespettatori sono stati 75.000 (0,28%) nella prima e 118.000 (0,60%) nella seconda.

Va detto poi che i due episodi vengono replicati di continuo dal canale nei giorni seguenti (per esempio 123.000 e 128.000 è l’audience delle repliche di venerdì sera), ma la nostra analisi si focalizza sulle puntate di prima visione. Entriamo ora nel dettaglio del tipo di pubblico che ha seguito questa nuova serie cominciando dall’età anagrafica. Con lo share dell’ 1,71% è il pubblico fra i 25 e i 34 anni che ha seguito in maggioranza questo prodotto e per la precisione con il 5,13% è il telespettatore di 26 anni. Il pubblico si è poi diviso equamente fra maschi e femmine nella percentuale dello 0,90%.

Fra i laureati la percentuale è dell’1,30% mentre è dell’1,39% fra il pubblico con la media inferiore. Per ampiezza di centri la percentuale maggiore risulta essere l’1,12% fra i centri con 10/100.000 abitanti. Per aree geografiche la percentuale più alta è quella del centro con l’1,40%, mentre se entriamo nel dettaglio regionale scopriamo che il pubblico del Friuli Venezia Giulia ha la percentuale maggiore con il 3,22%. La Toscana, che è stata teatro di questi efferati delitti, ha una percentuale del 3,01%. Per numero di componenti della famiglia abbiamo con l’1,22% quella composta da due persone. La classe socio economica con lo share più alto è quella AA con l’1,89%.

Per stile di vita la maggioranza del pubblico della serie “Il mostro di Firenze” risulta essere quella facente parte alla categoria “I protagonisti” con il 2,31% (sono uomini per una piccola maggioranza, abitano nei grandi centri del Nord Ovest, hanno un’età compresa in maggioranza fra i 25 e i 54 anni. Il titolo di studio, il reddito e lo status sono medio-alti, alti. Sono per lo più imprenditori, dirigenti e impiegati).

Di seguito la rappresentazione grafica di alcuni target.

Share per regione :

Analisi Auditel 2.0

Share per età anagrafica :

Analisi Auditel 2.0

Share per titolo di studio :

Analisi Auditel 2.0

Share per classi sociali :

Analisi Auditel 2.0

Di seguito una breve legenda per capire cosa si nasconde dietro a queste “lettere” che definiscono le varie classi sociali:

«AA» (14, 2%) sono le famiglie più ricche e più colte: composte soprattutto da liberi professionisti, con un’ alta presenza di laureati.

«MA» (la seconda categoria per ampiezza, 31,3%) rappresenta la vasta classe media: soprattutto impiegati, con livelli medio-alti sia d’ istruzione che di reddito.

«AB» (solo 6,5%) comprende famiglie composte da soli adulti (per esempio con un figlio già occupato), con un alta dimensione economica (tutti i membri sono percettori di reddito) ma una bassa scolarità.

«BA» (una minoranza del 6,7% delle famiglie) presenta bassa dimensione economica ma alta dimensione sociale: sono famiglie piuttosto numerose (3,1 componenti), principalmente giovani e frequentemente monoreddito, con un livello d’ istruzione superiore alla media.

«MB» (la categoria più ampia, 31,9% della popolazione) racchiude livelli socioeconomici medio-bassi: famiglie piuttosto numerose, monoreddito, con livelli d’ istruzione inferiori.

«BB» (circa 9,4% delle famiglie italiane) indica bassa dimensione economica e sociale: sono famiglie poco numerose, spesso costituite da un solo componente che ha più di 65 anni.

Analisi a cura di Marco Pozzoni e Simone Rosa