Home Festival di Sanremo Sanremo 2020, Amadeus: “Un Festival di tutti, musica senza snobismi e pregiudizi”

Sanremo 2020, Amadeus: “Un Festival di tutti, musica senza snobismi e pregiudizi”

Amadeus parla poco dopo l’annuncio della conduzione e direzione artistica di Sanremo 2020, spiegando che Festival sarà, che musica ci sarà e commentando la presenza di Fiorello

pubblicato 3 Agosto 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 16:11

E alla fine Amadeus fu. Con un consenso praticamente unanime tra gli addetti ai lavori, sarà lui a condurre Sanremo 2020, di cui avrà anche la direzione artistica. Sebbene siano passate poche ore dall’annuncio ufficiale della Rai, è impossibile non chiedersi come sarà il “suo” Sanremo, che raggiungerà quota 70 edizioni. Un traguardo che andrà festeggiato.

“C’è da festeggiare una tradizione italiana, una di quelle che si rinnova senza rinnegare se stessa, che resiste, che viene tramandata da generazioni, che unisce il Belpaese da Nord a Sud, da Sud a Nord”, ha detto Amadeus intervistato da Federico Vacalebre per “Il Mattino”.

“Il mio nome è stato ventilato più volte”, ricorda il conduttore, “ma nel gruppo dei possibili candidati ad ogni Sanremo di transizione, mai come uomo in fuga verso la vittoria finale. Quest’anno ero uscito dal plotone, ho capito che ballavo davvero, che poteva essere la volta giusta”. Un po’ come successo ad uno dei suoi predecessori, Carlo Conti, tra i papabili per tanti anni, ed alla fine diventato conduttore e direttore artistico per tre edizioni da record.

“Sarà il Sanremo di tutti, come di tutti dovrebbe essere la tv dei grandi eventi, dei grandi numeri, la tv servizio pubblico”, promette. Per quanto riguarda le canzoni in gara, lui che ha un passato da dj, sa già dove andare a pescare:

“Guarderò alla musica che trasmettono le radio, che i giovani ascoltano sui telefonini, che Baglioni in qualche modo aveva già sdoganato nell’ultima edizione: la trap, il rap, l’indie, l’elettronica… Ma non tralascerò la tradizione canora nostrana. (…) Il mio compito sarà quello di scovare quante più canzoni capaci di resistere all’usura del tempo, trap o veteromelodiche che siano, senza snobismi, senza pregiudizi”.

Curiosità anche intorno al DopoFestival, annunciato dalla Rai come “all’insegna dell’innovazione”, ed un Sanremo Giovani “che avrà un’apertura ancora maggiore alle nuove tendenze”, come emerso dal tavolo di lavoro di martedì scorso in Rai con la filiera dell’industria musicale. L’obiettivo, secondo Amadeus, è di “intercettare fette di produzione, e fruizione, musicale giovanile finora sfuggite persino al festivalone”.

Ancora troppo presto per fare i nomi di chi lo affiancherà durante le cinque serate del Festival, dal 4 all’8 febbraio. Anche se Fiorello ha praticamente già confermato la sua presenza. “Rosario è più di un amico, è quasi un fratello”, dice il conduttore. “E amici e fratelli non si invitano: per loro le porte sono sempre aperte”.

Nel Festival dei 70 anni, non mancheranno i volti storici di Sanremo di ieri ed oggi. “E’ presto per parlare di questo, come delle canzoni”, chiude. “Adesso permettetemi qualche giorno di vacanza, poi mi metterò al lavoro, ci metteremo al lavoro”.

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