Home Festival di Sanremo Sanremo 2013, quel ‘comunista’ di Toto Cutugno canta in russo e ha nostalgia dell’Urss

Sanremo 2013, quel ‘comunista’ di Toto Cutugno canta in russo e ha nostalgia dell’Urss

Sanremo 2013, Fazio ‘ci tiene’ a dare l’immagine di un Festival dell’Unità con ironia e coraggio. Carla Bruni, Maurizio Crozza e il coro dell’Armata Rossa ad accompagnare Cutugno nella prima serata del Festival non è da tutti.

13 Febbraio 2013 00:24

Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa - Prima serata

Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa – Prima serata
Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa - Prima serata Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa - Prima serata Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa - Prima serata Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa - Prima serata

“Io quando li sento, mi commuovono sempre. Ho una nostalgia per una Russia … per l’Unione sovietica del passato…”
“Toto, non è serata! Me lo aspetto da Lucianina ma tu…”

Eccaallà, sul finire (si fa per dire, anche se è mezzanotte) di una serata già pesante per la contestazione a Crozza e le polemiche scoppiate sul suo pezzo, Toto Cutugno sale sul palco per cantare L’Italiano con l’annunciata Armata Russa/Rossa.

A parte Angelo Obinze Ogbonna, chiamato a simboleggiare dei ‘nuovi italiani’, che lo chiama ‘Totò’, e la Littizzetto che si tuffa tra le fila dei soldati canterini (e quando le ricapita!), scorre tutto sulle ali della nostalgia, dei trent’anni trascorsi dal debutto del pezzo.

Fa anche effetto sentire quei vocioni – simulacro di un esercito che ha fatto tremare l’occidente – cantare “Buongiorno Italia, Buongiorno Maria .. Io sono un italiano vero” e il tutto ha l’entusiasmo dello spazio elettorale autogestito per gli italiani all’estero. Per capirci, eh.
Poi il ‘guizzo’ che non ti aspetti da Toto Cutugno: la ‘nostalgia per un’Unione Sovietica che non c’è più. Qualcuno nel foyer è svenuto….

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Personalmente non capisco mai se Cutugno scherza e men che meno stasera. Diciamo che la serata è proprio quella giusta per sentire nostalgia dell’Unione Sovietica, eh. Fazio ringrazia. Ciliegina sulla torta di una serata che gli è completamente sfuggita di mano. Fischia il vento, infuria la bufera…

Però, a ben guardare al Festival ci sono precedenti illustri. Siamo al Sanremo 1987: conduce Pippo Baudo che si fa paladino della Perestroika e ospita nella serata finale Alla Pugacheva, dall’Unione Sovietica. Un segno di disgelo nel Festival del Prima Repubblica, che in quell’edizione vide all’Ariston Europe, Duran Duran, Nick Kamen, Frankie Goes To Hollywood, Spandau Ballet, Style Council, Patsy Kensit con gli Eighth Wonder, Whitney Houston, Bob Geldof, Paul Simon, The Smiths e Pet Shop Boys (e scusate se è poco). Ma con la Pugaceva spuntarono sul palco anche falce e martello. Altri tempi. Toto, hai fatto secondo (anche stavolta…).

Sanremo 2013, comunisti all’Ariston: si apre con l’Internazionale…

La satira di Maurizio Crozza e il Coro dell’Armata Russa (già ‘Rossa’) aprono Sanremo 2013. E’ ufficiale, il Festival è in mano a pericolose truppe bolsceviche. Le Bandiere rosse già sventolano sul terrazzino dell’Ariston, quello da cui si collega ogni anni Vincenzo Mollica per intenderci, e nel backstage del teatro si canta l’Internazionale. Peccato che Carla Bruni, inizialmente annunciata per oggi, slitti a domani.

Con un parterre ‘del genere’ chi ha ‘paura’ di un Festival dell’Unità ha decisamente pane per i propri denti: con una prima serata così ha di che pontificare (ehm, forse non è il verbo migliore in questi giorni), può insomma sbraitare contro l’occupazione comunista, per lo più militare, dell’evento più rappresentativo dell’offerta Rai.

Sentiamo già risuonare i “L’avevo detto io!”, “Ecco, questa è la dimostrazione!” anche da parte di quanti pensano – tipo Anna Oxa, per fare un nome a caso – che il Festival sia stato costruito per non deludere il mercato russo, amante di Al Bano, Ricchi e Poveri e Cutugno (anche se poi ieri in conferenza è stata proprio una giornalista ucraina a chiedere il perché delle ‘cariatidi’ all’Ariston. ma si sa, tra Russia e Ucraina ci sono vecchie ruggini…) Se si aggiunge che è proprio il Toto nazionale a portare con sé i militari russi all’Ariston il quadro è completo. Si strizza l’occhio ai nostalgici dell’URSS sparsi nel mondo, si incrementano gli ascolti nell’area dell’Europa dell’Est all’indomani dell’abdicazione del Papa. Tutto torna. Roba da far impallidire Adam Kadmon.

Ora, dunque, che è venuto meno anche il Papa chi ci salverà dai comunisti? Un’idea ce l’ho. Una sana e intelligente risata. Non posso che fare i complimenti a Fazio & Co: un inizio più goliardico per un Festival (peraltro sotto elezioni) era difficile da pensare.

So che in molti non saranno d’accordo con me, ma nella costruzione di questa prima serata non riesco a non leggere la volontà di ‘sfidare’ i benpensanti, di épater la bourgeoisie, di metter su una scaletta che strizza l’occhio ad Amici Miei, per intenderci, fedele ai principi-guida (sempre evocati da Fazio) del non prendersi sul serio, del gioco, della leggerezza e del divertimento.

Ci dicono ‘comunisti’? Siamo il Festival dell’Unità? Bene, diamogli qualcosa di cui parlare  subito, così poi si sfogano e ci lasciano fare il nostro Festival. E soprattutto ci prendiamo da soli in giro sul palco, così smontiamo il giocattolo a quanti vogliono strumentalizzare Sanremo“: chissà che non sia riecheggiato qualcosa del genere nelle prime riunioni per metter su questa 63ª edizione, che rischia di restare schiacciata tra Elezioni, ‘boicottaggi‘ e abdicazione del Papa (una robetta che non succedeva da 700 anni, eh). Tutti contro Fazio, diciamocelo…

Scherzi a parte, la meravigliosa combinazione stasera sul potrebbe anche essere tutto causale: Cutugno non aveva avvertito che sarebbe venuto con qualche amico, Crozza voleva festeggiare il Carnevale a casa. Ma conoscendo la pignoleria di Fazio – confermata a ogni pie’ sospinto dalla Littizzetto – e la cura del suo team nella costruzione dei racconti tv ci sembra impossibile tanta strepitosa casualità. Dunque, chapeau. Complimenti per lo spirito e per il carico di effetto di senso a un coro di vecchie glorie di un mondo che non c’è più e all’intervento di un (grande) comico normalmente in tv già due volte a settimana. Se questo non è fare un grande festival con i fichi secchi… Se ci fosse stata anche la Bruni il quadro sarebbe stato davvero completo, ma non sottovalutiamo neanche il potenziale dell’omaggio a Verdi con il Va’ pensiero e con tutta la portata del ruolo di Verdi nei moti risorgimentali. 

Gli ingredienti per metter su una prima serata eccezionale ci sono tutti: ora bisogna concentrarsi sulla cottura.Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa - Prima serata
Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa – Prima serata

Sanremo 2013, Toto Cutugno e Armata Rossa - Prima serata
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