Home Notizie È successo in TV – 29 aprile 2007: il giorno dopo l’Apocalypse show

È successo in TV – 29 aprile 2007: il giorno dopo l’Apocalypse show

Oggi nel passato: Gianfranco Funari timoniere di uno show singolare (che non la spunta nell’auditel)

pubblicato 29 Aprile 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 20:47

Alla fine di aprile 2007 Rai 1 si prese la briga di azzardare (e che azzardo!) con un varietà singolare, quasi unico nel suo genere, con una battuta diremmo quasi…apocalittico. Mattatore dello spettacolo non poteva che essere un personaggio dal carattere eclettico, schietto, trasparente: l’indimenticato Gianfranco Funari, di ritorno sugli schermi della Rai dopo 11 anni di assenza.

Un grande orologio domina la scena, indicando il tempo che scorre inesorabilmente verso la fine del mondo. Il conto alla rovescia è partito. Non resta che dar vita allo spettacolo aspettando l’attimo fatale. E’ tornata la televisione. La televisione sono io.

Inizia così Apocalypse show, in diretta dal Teatro 15 di Cinecittà a Roma e in onda sulla prima rete Rai in prima serata a partire da sabato 28 aprile 2007 per 5 puntate.

Accompagnato dalla comicità di Fabio De Luigi e dall’estro dell’attrice spagnola Esther Ortega, Gianfranco Funari conduce il pubblico in un percorso segnato da momenti di leggerezza tipica del varietà e momenti di profonda riflessione dettata dall’imminente fine del mondo (si dovette aspettare il 2012 per riprendere il discorso insieme ai Maya, ma questa è un’altra storia).

Lo spettacolo, ideato da Diego Cugia e prodotto da Rai 1 in collaborazione con la Ballandi Entertainment Spa, pur mantenendo l’impianto di un imponente varietà con star nazionali e internazionali, affronta grandi temi che affliggono l’umanità, lo stato del mondo e le terribili minacce che incombono sul nostro pianeta.

Diretto da Cesare Gigli e con la partecipazione di Diego Parassole e Antonio Rezza, Apocalypse Show aggiunge alle caratteristiche del varietà alcuni elementi sperimentali: al balletto – con le coreografie di Franco Miseria – e alle musiche si uniscono così i monologhi, che quasi mai trovano spazio nei programmi classici. La scenografia ideata e creata da Marco Calzavara per questo show è significativa.

Non c’è un genere musicale predominante all’interno dello spettacolo e l’orchestra è chiamata a riproporre il repertorio migliore di tutti i tempi, una sorta di play-list dei brani da ascoltare durante le cinque puntate del grande party della fine del mondo. Una musica densa, anche nelle basi che accompagnano nel corso del programma i monologhi di Gianfranco Funari.

Però, all’uscita dei dati auditel giunti il giorno dopo la messa in onda della prima puntata, gli entusiasmi si spensero in poche ore: poco più di tre milioni di spettatori, con il 17,11 per cento di share. Il verdetto è insindacabile e il risultato non è soddisfacente (su Canale 5 la stessa sera La Corrida di Gerry Scotti ha ottenuto praticamente il doppio: il 34,11 per cento pari a 6.048.000 spettatori). La settimana seguente la trasmissione ottenne il più basso tasso d’ascolti registrato da Rai Uno in prima serata, cosa che spinse De Luigi, Ortega e Cugia a lasciare lo show.

La terza puntata registrò un ulteriore calo di share, ma nonostante ciò il direttore della rete di allora Fabrizio Del Noce lasciò che il programma giungesse, come previsto, fino alla quinta e ultima puntata andata in onda il 27 maggio 2007.