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Selvaggia Lucarelli: “Le Iene andrebbe chiuso ora”

La giornalista sui social si scaglia contro lo speciale dedicato alla strage di Erba trasmesso ieri in prima serata su Italia 1

pubblicato 30 Gennaio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 01:48

Lo speciale de Le Iene andato in onda ieri sera su Italia 1, dedicato alla strage di Erba, ha suscitato forti critiche anche sui social. Tra le più attive in questo senso certamente Selvaggia Lucarelli, che da tempo contesta l’operazione portata avanti dal programma di Davide Parenti. In uno dei tanti tweet dedicati alla faccenda, la giornalista de Il Fatto Quotidiano auspica, in pratica, la chiusura della trasmissione Mediaset:

Dopo il servizio de #leiene con pesanti insinuazioni su Pietro Castagna, figlio fratello zio delle vittime della tragedia di Erba, oggi Pietro Castagna si è svegliato così. Con il popolino che ora lo vede come un assassino. In un paese civile questo programma andrebbe chiuso ora.

Da segnalare che già ieri, la Lucarelli aveva replicato ad Antonino Monteleone, inviato de Le Iene che da inizio stagione si sta occupando del caso e che ha condotto lo speciale in prima serata. Infatti, alle dichiarazioni rilasciate dal giornalista in un’intervista a Blogo, la giurata di Ballando con le stelle aveva risposto via Twitter:

In effetti non dire in 10 servizi de #leiene che David Rossi, nei giorni antecedenti il suicidio, paraticava dell’autolesionismo facendosi dei tagli sulle braccia, era la classica selezione delle informazioni non rilevanti. 🙂 Più parla e più mi diverto.

Da segnalare che poco fa sui social la Lucarelli ha anche condiviso un articolo del sito di Vanity Fair nel quale si legge che “il pubblico dice basta al processo revisionista di Erba” de Le Iene e che lo speciale di ieri sera ha ottenuto, in termini di ascolti, “risultati mediocri“. Interpretazione decisamente bizzarra dell’Auditel, considerato che il 10% di share (9,91% per la precisione), fatto registrare dal programma di Italia 1, rappresenta oggettivamente un ottimo dato per la rete, a maggior ragione se lo si contestualizza nell’affollato palinsesto e se si considera la tipologia di trasmissione (monografica) realizzata.

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