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Nei Griffin non ci saranno più battute sui gay in futuro

Uno show di oggi è diverso da uno del 2005, il clima è cambiato e anche noi dobbiamo evolverci. Così i produttori de I Griffin hanno spiegato la decisione di ridurre le battute sui gay

pubblicato 15 Gennaio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 02:48

I Griffin diminuiranno gradualmente le battute sui gay.

La serie animata creata da Seth MacFarlane, arrivata alla sua diciassettesima stagione negli Stati Uniti su Fox, il cui titolo originale è Family Guy, trasmessa in Italia da Italia 1, è famosa per il suo stile decisamente politicamente scorretto, capace di prendere di mira chiunque senza limitazioni, censure o pregiudizi. Certo magari qualche episodio un po’ troppo forte non è stato trasmesso in Italia nel pomeriggio in formato integrale, qualcuno è andato in onda di notte, ma lo spirito della serie è rimasto sempre intatto.

Uno spirito che deve fare i conti con il mondo che cambia e con l’evoluzione dei tempi, come hanno spiegato a TvLine Rich Appel e Alec Sulkin produttori della serie tv. L’intervista del sito americano si partiva dall’ultimo episodio andato in onda domenica scorso su Fox negli Stati Uniti in cui gli autori hanno preso di mira il presidente Trump.

L’undicesimo episodio della diciassettesima stagione si intitola proprio Trump Guy e vede Peter Griffin lavorare come addetto stampa del Presidente, ma che si licenzia dopo che Peter vede il Presidente molestare Meg. Tra i due inizia una furibonda e violenta lite da cartone animato che si interrompe solo grazie all’intervento di Justin Trudeau il primo ministro canadese.

Proprio all’interno dell’episodio in un momento meta-televisivo, Peter, doppiato in originale proprio da Seth MacFarlane, rivela al Presidente che I Griffin ridurranno fino a far scomparire le battute sui gay. Sulkin e Appel nell’intervista a TvLine, spiegano che non si è trattato di una semplice battuta, ma di un modo per gli autori di annunciare questo cambiamento al pubblico.

Se prendi uno show del 2005 o del 2006 e lo confronti con uno di oggi, vedrai diverse differenze” ha spiegato Sulkin “Oggi ci rendiamo conto che cose che dicevamo tranquillamente allora, battute che facevamo allora, non sono più accettabili“. Appel ha approfondito spiegando come questo sia normale per una serie in onda da quasi vent’anni perchè “l’ambiente culturale in cui siamo immersi è cambiato“. Il produttore ha anche spiegato che non si tratta di un qualcosa imposto ma semplicemente anche noi siamo cambiati “Il clima è diverso, la cultura è diversa anche i nostri spettatori sono diversi. Sono stati tutti modificati dalla realtà che ci circonda, quindi penso che anche lo show debba cambiare ed evolvere in molti modi diversi“.

I due produttori hanno poi aggiunto come questo loro scherzare su Trump non debba essere inteso come una sorta di manifesto politico. In passato hanno scherzato sui Clinton e su Obama “semplicemente noi prendiamo di mira le idiozie, gli idioti e le cose stupide che fanno” al di là dell’appartenenza politica. “Trump è un personaggio. Le persone con determinate caratteristiche e qualità, positive o negative, sono più facili da riprodurre” ha spiegato Appel.

Nell’episodio Peter picchia il Presidente in carica, questo ha dato ai produttori qualche preoccupazione iniziale, ma Appel ha spiegato come si sia ricordato dai tempi della facoltà di legge che “il primo emendamento protegge la libertà di parola contro gli Stati Uniti e i suoi ufficiali eletti, quindi siamo tranquilli“. Certo, aggiungono poi scherzando i due produttori “se garantisse altri dieci anni ai Griffin, vorremmo un tweet di Trump sull’episodio”.