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Capodanno in tv: Raiuno domina a prescindere. Perché?

Il Capodanno di Raiuno doppia sistematicamente l’offerta di Canale 5 e anche per il discorso di Mattarella si sceglie il primo canale, che guadagna spettatori rispetto al Tg1. Decisivo il ruolo ‘istituzionale’ di Viale Mazzini

pubblicato 1 Gennaio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 03:34

Ci sono periodi che si estraniano dalla normale analisi televisiva, che viaggiano in maniera autonoma, dissociata. Insomma, momenti che rappresentano degli unicum. Da Sanremo alla Nazionale di Calcio, passando anche e soprattutto per Capodanno.

Al Festival, così come per quel che riguarda i Mondiali o gli Europei, c’è una rete che gode e tutto il resto del mondo che si spegne, alzando necessariamente (o per precisa volontà) bandiera bianca. Diverso il discorso per San Silvestro, dove il dominio di uno sugli altri avviene a parità di proposta.

Prendete i Capodanni televisivi, quelli che guardi distrattamente a cena col volume vicino allo zero e utili soprattutto per coordinarsi per il countdown della mezzanotte. C’è Raiuno con L’Anno che verrà e da un po’ di anni, con titoli che mutano di volta in volta, c’è pure Canale 5. Non esiste mai partita, con Viale Mazzini che puntualmente doppia Mediaset, percentuale più, percentuale meno. Un’eccezione venne registrata nel 2012/2013, quando l’evento di Gigi D’Alessio da Piazza del Plebiscito si avvicinò alla proposta – al chiuso e un po’ claustrofobica – di Raiuno, che in ogni caso alle 23.59 radunò la metà dell’intera platea televisiva.

Si potrebbero snocciolare mille motivazioni: qualità degli ospiti, target, flussi. Forse la risposta sta nel carattere istituzionale della proposta, con la Rai considerata come un porto sicuro a cui ancorarsi e affidarsi per il conto alla rovescia. Una sorta di Big Ben, di marchio di garanzia, consolidato grazie ad anni ed anni di trenini registrati sul fronte opposto che hanno ulteriormente rafforzato il senso attendibilità della tv di Stato. E non è un caso che, scoprendo che quest’ultima nel 2015 aveva anticipato di un minuto il contatore in perfetto stile maestro Canello di ‘Fantozzi’, si sia arrivati addirittura al licenziamento del responsabile dell’intrattenimento.

Ancor più eloquente il capitolo relativo al discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. Mattarella è andato in onda su sei delle sette reti generaliste, eccezion fatta per Italia1. Stesse parole, stessa tempistica, stesse inquadrature. Eppure Raiuno ha dominato e non solo per una scontata questione di traino.

Sul primo canale i quindici minuti di messaggio hanno totalizzato 5.133.000 spettatori (30,3% di share) più dei 4,5 milioni medi che hanno seguito in precedenza il Tg1. Ben 600 mila ‘teste’ guadagnate a scapito dell’ammiraglia Mediaset, passata dai 3,189 milioni del Tg5 ai 2,6 milioni (15,6%) del Mattarella in versione Canale 5. E si potrebbe proseguire con La7, che dai 716 mila spettatori del notiziario delle 20 è scesa ai 637 mila interessati al discorso del Capo dello Stato.

Qualcuno la chiama affettuosamente ‘Mamma Rai’. Un motivo ci sarà.

Rai 1