Home Notizie In-Tolleranza Zero, Andrea Pucci: l’artista poliedrico che non cambia ma migliora

In-Tolleranza Zero, Andrea Pucci: l’artista poliedrico che non cambia ma migliora

Dopo 101% Pucci passato in tv nel 2016, arriva in prima serata il secondo one-man show di Andrea Pucci: In-Tolleranza Zero. Uno spettacolo che coinvolge tutti, e avvalora la poliedricità del comico di Colorado

pubblicato 24 Dicembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 03:52

Andrea Baccan, in arte Pucci, lo conosciamo ormai da tempo, ma ogni volta è (sempre più) un “buona la prima”. Grazie ai suoi one-man show, il secondo dei quali dal titolo In-Tolleranza zero in onda proprio stasera in prima serata su Italia 1, riesce a riconfermarsi un artista poliedrico come pochi.

Dopo il successo di 101% Pucci passato in tv già nel 2016, ritorna in prima serata dal Teatro Nazionale di Milano anche In-Tolleranza zero, show all’insegna della comicità più pura e basato sulla vita del cinquantenne medio, dei suoi acciacchi da “mezzo secolo” e della sua fatica ad adattarsi alle talvolta folli mode dei giorni nostri.

Uno spettacolo ben strutturato che non lascia spazio alla noia ma che, al contrario, riesce a tener viva l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine grazie a differenti modalità di narrazione e a monologhi capaci di coinvolgere proprio tutti. Nel corso di In-Tolleranza zero vediamo una satira alienata dalla politica (a classica firma di Pucci) ma anche per questo ancor più esilarante, poiché capace di fondere la figura dell’italiano medio con quella dell’uomo di mezza età legato ai suoi luoghi e alle sue tradizioni di sempre – senza però far torto a nessuno.

Si passa così dalle costrizioni degli esami clinici, a quelle di diete e regole alimentari oggi indispensabili nella ritualità quotidiana di ognuno di noi nonostante, racconti Pucci, “fino a qualche anno fa fossero passaggi considerati inutili e ridicoli da chiunque”.

Nei suoi monologhi non mancano nemmeno i classici riferimenti al genere femminile e in particolar modo alle mogli, salvo poi dedicar loro un instante di parole pesate, per ricordare a tutti che la donna vada solo ed esclusivamente amata.

In-Tolleranza zero mette dunque in scena la vera forza di Pucci: quella di un artista completo, poliedrico, incredibilmente normale ma altresì capace di arrivare al cuore di chi lo ascolta, trasportandolo dalla comicità alla commozione. Pucci lascia che il suo pubblico si immedesimi con i suoi stessi racconti, oltre che con lui e il suo palco, e lo fa andando a rapire l’attenzione di diversi target per diversi argomenti – come ad esempio quello del viaggio, che entra quasi in sordina tra voli Malpensa e altri EasyJet dove “se per sbaglio tiri fuori dalla tasca il portafogli te lo fanno pagare come bagaglio a mano”.

A spezzare la monotonia di quello che si sarebbe potuto facilmente trasformare in uno show comico come tanti altri – ma che così non è stato – ci si mettono anche i ragazzi della Zurawski Live Band, gruppo musicale curatore di tutte le musiche dello show e “animatore” diretto della platea che lo stesso Pucci farà alzare più volte per cantare o ballare a seconda dei casi, con anche un coinvolgente medley anni ’60/’80 sul finire dello show.

Insomma, in In-Tolleranza zero vediamo lo stesso Pucci di sempre: un artista capace, forte nella satira di costume, dalla comicità a tratti banale e di quelle che sai già facilmente dove stia andando a parare, ma che, alla fine dei conti, piace.