Home Italia 1 Paolo Casiraghi da Colorado a TvBlog: “Suor Nausicaa è nata da un mix di quelle che ho avuto dalle elementari al liceo”

Paolo Casiraghi da Colorado a TvBlog: “Suor Nausicaa è nata da un mix di quelle che ho avuto dalle elementari al liceo”

A Colorado interpreta una suora bergamasca motociclista decisamente fuori dai canoni conosciuti: stiamo parlando di Paolo Casiraghi che in questa intervista si racconta a TvBlog sia sui suoi inizi a teatro, al cinema nei film diretti di Pupi Avati, e non ultimo a Colorado, in onda come tutti i venerdì, questa sera alle 21:10 su

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pubblicato 9 Ottobre 2009 aggiornato 5 Settembre 2020 22:17


A Colorado interpreta una suora bergamasca motociclista decisamente fuori dai canoni conosciuti: stiamo parlando di Paolo Casiraghi che in questa intervista si racconta a TvBlog sia sui suoi inizi a teatro, al cinema nei film diretti di Pupi Avati, e non ultimo a Colorado, in onda come tutti i venerdì, questa sera alle 21:10 su Italia 1. Anche Casiraghi farà parte della sitcom All Star, prodotta da Colorado Film, che vi abbiamo annunciato in anteprima nella nostra chiacchierata con Maurizio Totti.

Sappiamo che la tua carriera inizia a teatro…

“Esatto. Ho iniziato a teatro cominciando proprio dalla scuola perchè, essendo bergamasco, avevo un problema di dizione che non mi si poteva proprio ascoltare (ride ndr). Ho frequentato quindi un corso di dizione e l’Accademia di Teatro di Lecco finchè c’è stata. Siccome poi conoscevo Carlo Delle Piane sono riuscito a lavorare prima al Teatro Litta e al Teatro Franco Parenti a Milano e in seguito a Roma, sempre grazie a Carlo, ho fatto parte con piccoli ruoli in alcuni film diretti da Pupi Avati, quali “Il cuore altrove“, “La rivincita di Natale” e “La seconda notte di nozze“.

E poi?

“Per vedere come funzionava la televisione a catena di montaggio ho lavorato in una soap per qualche anno dove interpretavo il giornalista e lì ho visto come non dovrebbe essere la tv. Senza polemica, mi sono accorto quanto si dia più peso in produzioni come queste a portare a casa la puntata piuttosto che controllare se uno reciti bene. I ritmi di lavoro erano talmente veloci e sbrigativi tanto che le cose fondamentali fossero piuttosto location o luci tralasciando viceversa a volte la capacità interpretativa di chi recitava”.

Ti abbiamo anche visto in fiction trasmesse in prime time…

“Sì la fiction è stata una bella opportunità. Uno degli ultimi miei lavori, Il Bene e il Male era di buona fattura nonostante poi non abbia ottenuto ampi consensi di pubblico. E ricordo anche con grande passione il mio ruolo ne “Il Generale Dalla Chiesa“, in cui interpretavo il fidanzato della ragazza che poi sarebbe diventata la moglie del protagonista, morta con lui”.

Possiamo quindi affermare che prima di arrivare a Colorado ti dedicassi più a parti serie, penso ad esempio al tuo ruolo imminente di medico assassino nella fiction “Mio figlio” con Lando Buzzanca. Come avviene dunque la tua svolta comica che ti porta al cabaret?

“E’ nata per caso. Su consiglio di un giornale sono andato a vedere un laboratorio dei Pali e Dispari a Milano e sono rimasto piacevolmente colpito da quanto fosse divertente e allo stesso tempo difficile improvvisare. Ho pensato quindi provarci anch’io, mi sono iscritto via Internet ai Laboratori di Zelig e sono finito a Pavia per il provino. Ero mezzo indeciso perchè avrei dovuto interpretare un prete, però quando sono andato a comprare il vestito ho trovato in vetrina quello da suora e ho avuto l’illuminazione. Il provino è andato bene, ho fatto un anno di laboratorio e poi ho fatto quello per Colorado.”


Paolo Casiraghi (Suor Nausicaa) Quindi il personaggio di Suor Nausicaa è nato così. Ti sei in qualche modo rapportato a Suordaliso che faceva Giorgio Faletti al Drive In?

“Sicuramente qualcosa nel mio dna c’era perchè ero adolescente all’epoca e sicuramente mi avrà influenzato. Ma soprattutto sono state le suore che ho conosciuto nella mia vita che mi hanno aiutato a interpretare questo personaggio”.

Hai avuto a che fare con una suora motociclista che menava?

“Ne ho viste veramente di tutti i colori. La suora bergamasca è un insieme di quelle manesche, bergamasche e grezze che ho avuto quando andavo a scuola. Ricordo Suor Elisabetta alle elementari che picchiava come un fabbro, poi c’era una suora matta del periodo in cui facevo ancora il dentista che inveiva contro la Superiora perchè non le dava i soldi per cambiare la dentiera oppure ancora Suor Matilde, una corpulentissima donna che insegnava al liceo e si portava le merendine in classe. Un’altra che scappava e voleva uscire dal Convento per andare in colonia perchè lì le davano da mangiare le patate… Insomma, varia umanità come puoi ben capire…”

Tra l’altro su Suor Nausicaa sta per uscire un libro, “I segreti del Bergamone”…

“C’è stata una proposta da parte di Colorado con Kovalski che prevedeva che riportassi i pezzi televisivi nel libro. Io invece ho preferito creare un romanzo che in qualche modo andasse avanti nella storia. Tutto parte dal Perchè è diventata suora, cosa ha fatto, cosa faceva da piccola ecc. Così mi sono inventato che Paolo Casiraghi legge un articolo su un giornale bergamasco e vede che due alpinisti sono stati salvati da una figura in nero che loro dicono essere una suora, anche se nessuno crede a questa storia. Casiraghi decide di andare a controllare, finisce nel Convento per intervistare Suor Nausicaa ma ne rimane intrappolato per due giorni e scopre tutta la faccenda. E ‘ un piccolo romanzo”.

Tornando invece a Colorado, hai un piccolo amuleto che ti porti dietro prima di andare in onda?

“Mi sono affezionato agli occhiali della suora, dei fondi di bottiglia montati su una bella montatura. Siamo diventati in un certo senso inseparabili perchè mi hanno aiutato soprattutto quando facevo cabaret a non vedere il pubblico e le facce che facevano quando per esempio non li facevo ridere. Il fatto di vedere uno in prima fila che si accascia sul gomito e inizia a sbuffare ad un comico se non è abituato lo smonta, perciò questi occhiali mi hanno aiutato moltissimo a darmi tranquillità soprattutto agli inizia. E oggi non me ne staccherei mai”.

Stai registrando in questo periodo la sitcom All Stars, che ci annunciò Maurizio Totti in una precedente intervista. Qual è il tuo ruolo?

“Sono un poliziotto che si scopre a metà della storia essere il contrario di quello che si è visto prima. E coinvolgerà in qualche modo il personaggio di Diego Abatantuono. Non posso dire di più perchè toglierei la sorpresa. Posso però spiegare che l’idea della sitcom tratta di una squadra di calcetto che si trova a giocare una partita con gli amici di sempre. In ogni puntata ci sarà una storia legata in qualche modo al calcetto e che poi terminerà in modo diverso. E’ una sitcom che fa ridere ma lancia anche parecchi segnali interessanti per i giovani. Abbiamo trattato temi anche sui ragazzi down, sulla violenza, e così via”.

Paolo Casiraghi (Suor Nausicaa) Chiudiamo giocando un po’. Quando ho intervistato Maurizio Totti, lui mi ha detto che All Stars sarebbe stata per te l’occasione di mostrare il tuo vero volto senza palandrane visto che sei anche un bel ragazzo. Detto ciò, ti vedresti come tronista?

(ride ndr). “Penso di fare per ora questa sitcom, poi magari tornare a fare cinema con Pupi Avati e poi, essendo legittimato da un Nastro d’Argento andare a fare il tronista dalla De Filippi. Perche no?”.

Magari si potrebbe pensare ad uno sketch di Suor Nausicaa corteggiata da Milingo…

“Ci abbiamo pensato. Abbiamo pensato con Omar Fantini anche a fare il provino come tronisti a Uomini e Donne. C’è da dire però che l’idea c’è già con la bellissima scenetta di Uomini e Donne a Zelig, bisognerebbe studiarla bene”.

E ad un reality parteciperesti?

“Mi piacerebbe partecipare ad uno come Survivor, dove si nota più seriamente che uno “muoia” effettivamente di fame e deve farcela solo con le sue capacità. Non so invece quanto ci sia di scritto e quanto di veritiero in altre proposte simili con i personaggi cosiddetti famosi, che non mi attrae per niente”.

E per il futuro niente più cinema?

“No, anzi, mi piacerebbe lavorare con Sorrentino. E vorrei dare una mano a realizzare un racconto che si chiama “Fiori per Argelon”. Un racconto del 1960 dove una persona ritardata viene operata al cervello per diventare più intelligente e la sua storia viene messa in parallelo con quella di un topo, appunto Argelon, che viene usato come cavia in laboratorio. Piano piano il ragazzo si affezionerà al topo e regredirà tornando ad essere un ritardato. Una storia commovente che mi piacerebbe portare sul grande schermo”.

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