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Che belle Le Ragazze di Rai 3!

Le Ragazze raccontate da Gloria Guida debuttano su Rai 3 e le seguiamo in diretta con il liveblogging di TvBlog.

pubblicato 28 Ottobre 2018 aggiornato 9 Novembre 2020 15:03

Storie comuni di ordinaria straordinarietà, sunti potentissimi di cosa vuol dire essere donne: Le Ragazze torna su Rai 3, anche se in un’extended version da prime time, e non perde lo smalto del racconto esemplare che esemplare non vuol essere, fatto di vita vissuta con determinazione e con sofferenza, con quel coraggio quotidiano di chi deve essere tutto, deve sempre dimostrare qualcosa e difficilmente riesce ad appartenere solo a se stessa. Il tutto sempre raccontato senza pietisimi e drammi, senza lacrime e disperazione, ma con la soddisfazione di chi ha lottato e lo racconta col distacco del tempo, ma l’emozione di allora.

I racconti ‘comuni’ sono i più potenti; quelli ‘celebrities’ permettono, piuttosto, di guardare le vite di chi è considerato lontano da sé da punti di vista nuovi, che regalano dolcezze e fragilità, insieme alla scoperta del duro lavoro e dell’impegno che spesso si tende a dimenticare, affascinati solo dal clamore del successo. Non ti aspetti, ad esempio, la giovane fidanzatina d’Italia Laura Efrikian che chiama il regista Anton Giulio Majano, divinità dello sceneggiato Rai dell’età d’oro, per avere un provino, ‘venduto’ al maestro come un “privilegio”; ci si emoziona, invece, al tentativo in extremis del giovane professor Veronesi di riconquistare una donna lasciata andar via per paura di un impegno e riabbracciata grazie a un disco di Beethoven fatto recapitare a casa quando ormai lei era pronta alle nozze con un altro. Ma ci si lascia davvero rapire dalla storia di Armanda, operaia, violentata da quello che sarà poi suo amante e suo marito, padre di suo figlio, innamorata poi di un uomo che la lascerà prima di un aborto, che compra una baracca per darsi una nuova vita e che lotta per i diritti dei lavoratori, delle donne e per un futuro, mentre il compagno le rinfaccia di non trovare il piatto a tavola.

Storie di donne che affrontano tutto, anche l’inferno in Terra, come Sultana che sopravvive a Bergen Belsen: e la scelta di iniziare da lei è una dichiarazione d’intenti e un segno importante in un’epoca pronta a negare l’orrore che fu. E che c’è. C’è poi la lotta di Marcella Stagno contro una famiglia borghese e anaffettiva, da cui si ribella quasi inconsapevolmente prima restando incinta a 18 anni poi lasciando il marito, ottimo partito nella Palermo degli anni ’70 disonorando la famiglia e ottenendo in cambio la sottrazione infingarda dai figli. Si rifa una vita nella Cinisi di Badalamenti con Radio Aut di Peppino Impastato. Ricominciare è una delle parole d’ordine, incoscienza giovanile un’altra, coraggio è sicuramente quella meno pronunciata ma più presente, insieme a impegno, dedizione e una paura che non tutte citano, ma si respira, anche quella di Sara Simeoni, che mai ti aspetteresti avesse paura dell’asticella del salto in alto.

Sono tutte storie che sembrano piccole, ma che mostrano tutta la loro potenza nella delicatezza del racconto tv, apparentemente semplice ma ben dosato nel mescolare presente e passato con equilibrio ed emozione: lo struggimento del passato si lega alla nettezza del racconto contemporaneo, consumato in una stanza ma con il movimento dato dalle diverse inquadrature che colgono le tante sfumature delle espressioni delle protagoniste e con quel patrimonio inestimabile, per memoria ed emozione, dato dalle foto, elargite con generosità. E fa piacere. E poi la musica, ingrediente sempre caro a Pesci: le 75 canzoni incluse nella playlist della prima puntata si sentono tutte, senza mai stonare. 75 brani in due ore: siamo vicini a un qualche record.

Se l’anteprima è dedicata a una ragazza degli anni ’40, l’epilogo è affidato a una ragazza del Duemila: una novità per il racconto, che però mostra una certa debolezza. Il confronto con le storie che precedono è forte, minima invece la distanza temporale da quanto vissuto, con il risultato che almeno questa prima storia, quella di Chiara scappata di casa per seguire l’amica e il di lei fidanzato tossico, lascia piuttosto indifferenti, anzi provoca una sensazione di incompiuto probabilmente inevitabile: siamo di fronte alla giovinezza in atto e non è facile da restituire con una storia ‘esemplare’.

Nel mezzo due coppie di diverse epoche che si raccontano in parallelo, mettendo in evidenza le opposizioni: l’attrice di estrazione borghese e di alta formazione  Laura vs l’operaia sindacalista Armanda che vive nelle baracche e lotta per una casa e per il lavoro; e ancora la borghese Marcella, ribelle per circostanze, che lotta contro la Mafia vs la sportiva disciplinata Sara, ma dalle mille incertezze, che sposa il suo allenatore e vive le emozioni delle Olimpiadi. La bravura della scrittura sta nel non creare una contrapposizione tra le parti, ma nel raccontarle come complementari, come aspetti di una stessa storia, quella collettiva delle donne in ogni epoca, senza condiscendenze, senza vittimismi. Ed è l’aspetto più convincente e trascinante, da sempre, di questo racconto.

Storie belle (e va dato merito al casting), di vite complesse ma tutte vincenti per il modo stesso in cui sono affrontate, che rifuggono la retorica e hanno tutta la forza della confidenza senza filtri sono un modo di raccontare il femminile di estrema grazia. Un racconto esplosivo nel formato breve, che nel formato lungo rischia di diluirsi, per definizione: la scelta di suddividere il programma in 4 parti (anteprima, doppia coppia ed epilogo millennial) aiuta però a non perdersi troppo, anche se dispiace quasi lasciare una storia arrivata al momento clou per iniziarne un’altra ex novo. Non nascondo che si fa un po’ di fatica a lasciar andare le precedenti protagoniste senza un minimo di decantazione. Insomma, è come prendere un caffè: dopo vuoi goderti un po’ il sapore lasciato al palato, non bere dell’acqua per prepararsi a un nuovo gusto…

L’elemento davvero nuovo del racconto è Gloria Guida e la sua funzione di raccordo, che però tende a frammentare il racconto, a freddare il crescendo: i suoi inserti possono essere utili a introdurre le nuove storie, ma le sue ‘interruzioni’ non apportano molto al disegno del programma e soprattutto alle storie, che personalmente vivo come delle immersioni. Una volta scesa in profondità, la decompressione è faticosa. La Guida sembra avere un po’ questa funzione di allentamento della pressione, oltre che di raccordo tra le parti, ma sembra un elemento giustapposto rispetto a un’economia di racconto che funziona bene.

Ma torniamo a Le Ragazze, che si confermano preziose per raccontare il femminile, senza talk, senza litigi, senza teorie, senza sociologi, ma con la sola forza delle testimonianze di una vita che è andata, non si sapeva dove e forse non come ci si aspettava, ma che diventano specchi in cui ciascuna di noi può ritrovarsi. E imparare qualcosa in più di sé.

Le Ragazze, diretta prima puntata del 28 ottobre 2018

  • 20.48

    Pochi minuti al debutto.

  • 21.11

    Si comincia. Ecco la Guida che ci introduce alle storie delle Ragazze, giovani negli scorsi decenni.

  • 21.12

    Si inizia dalla storia di Sultana, ora vedova del prof. Veronesi. Negli anni ’40 è stata deportata con la sua famiglia.

  • 21.13

    Sono stata venti anni negli anni ’40, racconta. I genitori sono arrivati a Milano dalla Turchia. Ha studiato medicina grazie al merito.

  • 21.14

    La mamma si ammalò di tumore al cervello. All’epoca conobbe un giovane medico, Umberto Veronesi. E se innamorò subito. Ma la fece penare molto, racconta. Non voleva sposarsi, non voleva figli e le disse anche con una certa soddisfazione che sarebbe andato in vacanza con un’altra donna.

  • 21.16

    Lei allora conobbe altre persone e stava per sposare un tenore americano, ebreo come lei. E invece Umberto le fece arrivare un disco, con tanto di giradischi, con la seconda sinfonia di Rachmaninov. E il matrimonio saltò. Che meraviglia… Si sposarono il mese dopo.

  • 21.18

    Sei figli, tutti nati negli anni dispari. E nel frattempo lavorava al reparto Pediatrico del Fatebenefratelli, che ha creato praticamente lei. Lavorava e si portava i figli in ospedale per allattarli. Ha lavorato per 40 anni, per 10 anni ha allevato figli piccoli.

  • 21.19

    Ma la sua gioventù è segnata dal Fascismo e dal Nazismo. Il padre fu rinchiuso in un campo di concentramento custodito da italiani. E poco dopo anche lei fu imprigionata con la famiglia. Furono poi trasferiti a Fossoli per 5/6 mesi e poi le toccò partire in un carro merci verso Berger Belsen.

  • 21.23

    La semplicità del racconto dell’arrivo drammatico nel campo di concentramento. “Bambini che venivano lanciati in aria dai tedeschi e infilzati con dei coltelli….”.

  • 21.24

    “Avevamo visto la gente che entrava e non usciva più. In quelle docce ci tenevamo tutti vicini, aspettando la morte: e invece scese l’acqua. Fu una gioia”. “Ci davano 189 calorie al giorno, un pezzettino di pane alla settimana con del grasso… che non sapevo che grasso fosse”. “Non so come abbiamo a sopportare tutto questo”.

  • 21.26

    “Molti morivano per le strade, sui letti…”. Nel giorno in cui, come ricorda qualcuno anche sui social, c’è chi celebra a Predappio la Marcia su Roma e pensa che i campi di concentramento siano parchi divertimento…

  • 21.27

    Sultana si ammalò di Tubercolosi: si sono ritrovati con la famiglia a Goteborg, scambiati con prigionieri turchi e sono poi riusciti a tornare in Italia. “Non volevo mai più parlarne…”.

  • 21.29

    Con lei si chiude questa Anteprima. Si torna dopo la pubblicità.

  • 21.33

    Da una ragazza degli anni ’40 sopravvissuta allo sterminio si passa a due ragazze degli anni ’60, Armanda e Laura Efrikian. Le loro storie sono raccontate insieme, come nelle classiche Ragazze Che belle le foto.

  • 21.36

    Oggi 78 anni ma Laura è stata un’icona per le sue contemporanee. Armanda, negli stessi anni, lavorava in fabbrica.

  • 21.36

    Armanda è arrivata a fatica alla seconda Media e a 14 anni è andata a lavorare nelle manifatture tessili di Roma.

  • 21.38

    Treviso stava stretta a Laura, che già a 8 anni disse al padre, musicista, che voleva fare l’attrice. A lui non permisero di fare il conservatorio e così lui non la ostacolò. Morì giovane e ancora il ricordo la commuove.

  • 21.29

    Il padre di Armanda invece beveva ed era anche violento a volte con la mamma. Un padre assente, che quando beveva cantava Scapricciatiello. La domenica invece andava a prendere la carne di cavallo, che lei mangiava anche cruda.

  • 21.40

    Famiglia emancipata quella di Laura, in cui la donna non era seconda a nessuno. Andava in fabbrica, aveva solo operaie donne…

  • 21.41

    Un racconto speculare per le due donne, che hanno avuto infanzie e vite molto diverse. Armanda i fabbrica, Laura tra Classico e il Piccolo Teatro con Strehler, per cui fece un provino a 17 anni e fu presa. Viveva a Milano dalla nonna.

  • 21.45

    Uscita dall’Accademia trovò lavoro e conquistò l’indipendenza recitando. Una conquista.

  • 21.45

    Mi spiace, ma la Guida spezza il ritmo del racconto.

  • 21.46

    Anni ’60, i Giovani iniziano a essere una ‘categoria’. i si vestiva nello stesso modo, si ballava nelle case sulle note dei successi del momento. “Noi dei quartieri non andavamo ai locali: io a 19 anno ho saputo che esisteva il Piper”.

  • 21.47

    Allora si usava fare i vestiti dalla sarta sui modelli delle grandi firme. A casa di De Sica, Laura conosce Edy Maltagliati che cercava signorine buonasera del secondo canale: lei disse sì, seguendo il consiglio di De Sica, che non diceva mai no, perché non si poteva mai sapere cosa ne poteva venir fuori.

  • 21.49

    Armanda è stata anche violentata dal suo capo-reparto. “Io ormai ero rovinata… lui mi diceva ci rivediamo, ci rivediamo. Io avevo 17 anni, lui 41: ero l’amante…”. La madre la cacciò di casa, lei andò a vivere con lui “e alla fine mi sono rassegnata”.

  • 21.51

    A Laura il sesso non interessava: al momento decisivo lei scappava. Ricorda un amore, finito per causa sua che si sentiva plagiata, che ‘patrizzo”. “Solo con Morandi ho fatto una pazzia”.

  • 21.53

    “Con Morandi scopro che si può ridere tanto… Sono stati 15 anni belli… belli i figli, bello tutto”-

  • 21.54

    Il riscatto che passa dall’acquisto di un hola-hop che da piccola nessuno di prestava per giocare. Una vasca da bagno in cui entrare dopo il bagno della sorella. Una madre che non spiega come si diventa donne, ma che controllava le mutande.

  • 21.56

    Appassionata di lettura, ha sempre scritto e immaginato commedie. E ricorda sempre che bisogna restare nel posto in cui c’è lavoro. Fu lei a telefonare ad Anton Giulio Majano per La Cittadella: “Le vorrei dire che se prenderà me nel suo prossimo lavoro avrà il privilegio di lavorare con la migliore attrice italiana”. E alla fine ebbe una parte: da tre battute arrivò a 30.

  • 21.59

    Mentre Laura debuttava in tv, Angelo si tagliò le vene perché in fabbrica non pagavano più gli straordinari e avevano lo sfratto. Si trasferirono in una baracca: lei la comprò e la sistemò. Ma era senza acqua corrente. Lì concepirono il figlio Daniele.

  • 22.01

    “Saranno stati pure delinquenti, ma ce l’avevano la loro moralità” dice Armanda ricordando gli amici che le portarono una stufa quando ormai stava per partorire perché doveva stare al caldo.

  • 22.03

    Laura ingrana la via degli sceneggiati tv. “La mia fortuna fu quella di entrare in tv per merito: cercavano volti fotogenici e anche chi sapesse recitare”.

  • 22.04

    Il sogno di Armanda era la Terza Media: la prese quando andò a lavorare in Voxom, una fabbrica di tv che era una famiglia, racconta.

  • 22.05

    Per Laura invece arriva il momento dei Musicarelli. Ma lei non voleva farne più di quei film, dopo essere stata la fidanzata di Bobby Solo. Lo fece solo perché chiese e ottenne il doppio del compenso previsto.

  • 22.06

    “Sembra fatto con i pezzi di due corpi diversi, Non era armonioso… ma era simpatico. Quando vorresti innamorarti di Luchino Visconti, ma poi sposi Gianni Morandi…” scherza Laura. E c’è una foto con Minà.

  • 22.08

    Grazie al divorzio, Armanda può sposare Angelo al Comune nel 1973.

  • 22.08

    La Efrikian che racconta di essersi offesa per un commento di Morandi che le diceva di non essere tanto smielata nello scrivergli e aggiunge di non averglielo mai detto…

  • 22,09

    Armanda invece racconta la battaglia per la casa: voleva un attico e il sogno si è avverato. Ma intanto in fabbrica c’è crisi: c’è un buco di otto miliardi e iniziano gli scioperi e le manifestazioni. Angelo gli mette un ultimatum: o me o il Partito. E lei non molla. Tanto più che si innamora di un compagno e lascia il marito.

  • 22.12

    “Tra sindacato, partito e lotte mio figlio l’hanno cresciuto mia mamma e mia sorella”


  • La nascita di Marianna, una gioia. Avevano avuto prima Serena, nata prematura e vissuta 9 ore. Racconta di essere andata con Gianni al cimitero di Prima Porta dove era sepolta dopo la nascita di Marianna con un’auto piena di fiori. Poi non ci è andata più. Come madre si dà una sufficienza: “Non sapevo giocare… gli leggevo Shakespeare come favole di buonanotte”.

  • 22.14

    Di Filippo era innamorata, ma quando resta incinta lui si tira indietro. Lei abortisce. “Ricordo di aver sentito una macchina che aspirava una cosa dentro… Ma la Chiesa neanche può capire che io a quella creatura non avevo niente da dare, da mangiare…”.

  • 22.15

    Laura: “Quando ci si ama da giovani non si vedono i difetti. Ma poi cresci e ti trovi accanto una persona che non conosci”. Dopo 15 anni di ‘moglie di’ è stato difficilissimo ricominciare a lavorare.

  • 22.17

    Andata in Africa per caso, inizia a fare di tutto per dei bambini in Kenya. L’allora compagno fu costretto a fermarla, almeno economicamente, ma il suo impegno per l’Africa continua.

  • 22.18

    Armanda invece si dedica all’Università Popolare e da 31 anni convive con Roberto. Grande donna. “Voglio stare sulla Terra fino a 100 anni, perché servo” dice Armanda. Santa pace lo struggimento delle foto nelle scatole.

  • 22.21

    Sogni e voglia di realizzarli è quello che unisce due ragazze degli ani ’70, Sara Simeoni, veneta e di famiglia semplice e Marcella Stagno, palermitana, borghese e presto sposa. “Forse è stata la generazione che più di tutti ha cercato di cambiare le cose” dice la Guida.

  • 22.23

    Eccola la Simeoni, che parla delle gare come un’occasione per incontrare rivali che potevano stimolarla.

  • 22.24

    Marcella Stagno crea invece con gli amici Radio Aut

  • 22.24

    Si riparte dal racconto delle famiglie.

  • 22.25

    Figlia di un medico e di un’insegnante che lascia il lavoro per fare la moglie. In casa l’aria era di destra, con i discorsi di Mussolini.


  • A 54 anni muore il papà di Marcella, che dice di non averlo capito fino a quando è morto. Non usavano manifestare affetto. Doveva conquistare l’affetto facendo scelte che piacessero agli altri, anche perché femmina. E poi a un certo punto tutto cambia e ci si rivolta alla famiglia.

  • 22.28

    Troppo alta per fare danza e quindi Sara passa all’Atletica Leggera.

  • 22.30

    Marcella voleva fare lo Scientifico, ma la mamma, che pensava che dovesse essere moglie e madre, le fa fare l’Artistico, che poi poteva portarla all’insegnamento. Aveva 14 anni nel ’68. Ma il Liceo Artistico era la culla della Ribellione. Andava a fare i compiti al Circolo Marxista – Leninista di nascosto.

  • 22.32

    Scopriamo una Simeoni appassionata di Bud Spencer e Terence Hill. Pubblicità. E’ il primo break dopo l’anteprima.

  • 22.39

    Alla Simeoni faceva paura l’asticella… E si innamora del suo allenatore.

  • 22.40

    Marcella invece conosce, a 15 anni, quello che sarebbe diventato suo marito: un ragazzo della Palermo bene. Si sposa a 18 anni perché incinta. Scandalo.

  • 22.43

    “Lo sport era maschile: quando iniziarono a vedere che facevamo risultati iniziarono a mandare fisiologi, dietologi a capire il mondo femminile…”

  • 22.43

    Quando nasce il figlio la suocera la considera una inetta, mentre il marito continuava a fare la vita da scapolone. Resta incinta della seconda figlia, ma non sa manco lei come ha fatto. Persino la famiglia dubita che sia figlio del marito. Mantenuti dai suoceri, la coppia dura per qualche anno ma poi le se ne va. Il marito va a prendersi il maschio, la famiglia di lei non ne vuole sapere più, troppo disonore, e così lei resta con una bambina di 3 mesi e senza soldi.

  • 22.46

    L’avvocato della separazione è lo zio di lui: in Tribunale presentano un accordo diverso da quello sottoscritto, ovvero con i figli affidati al padre. “Come un’incosciente ho firmato” dice Marcella.

  • 22.47

    Sara invece va alle Olimpiadi. Un’esperienza che le cambia la vita, ma che proprio in quell’edizione, il 1978, vive il dramma di Berlino e della morte dei 9 atleti israeliani.

  • 22.50

    E arriva il record del mondo per la Simeoni.

  • 22.51

    E’ il cognato Guido che la porta a Cinisi e là conosce il gruppo che avrebbe fondato Radio Aut e Peppino Impastato. “Peppino è completamente diverso da come viene rappresentato…”.

  • 22.52

    “Quando si parla di Peppino e di Radio Aut si parla di lotta alla Mafia, ma non si parla di questa maniera che abbiamo avuto di crescere insieme…” dice Marcella.

  • 22.53

    “Il padre di Pappino penso abbia cercato di difenderlo… E’ morto da padre, non da mafioso” dice Marcella, che ha parole bellissime per la mamma di Peppino, Felicia, che ha lottato per il figlio e che impediva al marito di portare a casa sua i suoi ‘amici’. Una rivoluzionaria.

  • 22.54

    Le donne che facevano politica a Cinisi per Democrazia Proletaria e parlavano di femminismo? “Eravamo delle puttane per gli uomini che ci stavano davanti e ci guardavano con disprezzo”, racconta Marcella.

  • 22.56

    Sara racconta l’ansia al debutto delle Olimpiadi ’80: tremava, aveva il cuore a mille, aveva sbagliato la rincorsa, poi la voce di Erminio dagli spalti la scosse. E vinse.

  • 22.57

    E siamo alla notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, quella morte di Peppino Impastato, e al racconto degli amici, interrogati come terroristi. Perché Peppino era morto per preparare un attentato…

  • 23.00

    “Raccattare a 20 anni i brandelli di pelle di un amico morto sui binari è una cosa che non ti dimentichi”. “Un omicidio atipico per la mafia. Dietro c’è qualcosa di più grosso. E il giorno dopo fu trovato il corpo di Moro… E io mi chiedo se tutto questo sia un caso”.

  • 23.01

    Los Angeles 1984: la finale è stata la gara più bella della mia vita. dice. “E’ l’unica volta che non ho provato a vincere”.

  • 23.02

    Sara ebbe paura nel 1985 di fare il Record del Mondo perché non voleva rivivere quello che aveva vissuto in passato. Era stata assediata dalla stampa e non voleva più essere prigioniera.

  • 23.03

    “24 anni prima che venisse affermata la verità. “Per tanti anni tornavo a casa e trovavo la casa perquisita ma non dalle forse dell’ordine. Molti di noi siamo stati minacciati…”

  • 23.05

    Eccolo Badalamenti al Maxi Processo.

  • 23.05

    E la casa di Peppino oggi è una casa aperta per volere di Felicia. E Marcella ripercorre i 100 passi tra casa di Peppino e quella di Badalamenti.

  • 23.06

    Sara si sposa, nel 1990 nasce il figlio Roberto.

  • 23.08

    Un cassetto con le medaglie…

  • 23.09

    E ora Marcella continua a lavorare con i giovani.

  • 23,10

    E siamo alla ragazza di oggi, Greta Maffioletti, nata nel 1996, studia e lavora nel negozio della mamma.

  • 23.11

    La sua migliore amica si era innamorata di uno che viveva in stazione con un tossico. Lei, in piena adolescenza, tendeva a dare retta all’amica che dopo l’ennesimo litigio in casa le consigliò di scappare di casa.

  • 23.12

    Un giorno la chiama l’insegnante di italiano, on cui aveva un buon rapporto, che le consigliava di tornare a casa. Lei si fa convincere e chiarisce con la famiglia.

  • 23.14

    Vabbè, spazio ragazze di oggi il momento più debole. E finisce così la prima. Le 75 canzoni della prima playlist ci sono tutte.

Le Ragazze, anticipazioni prima puntata del 28 ottobre 2018

In principio ci fu quella chicca de Le Ragazze del ’46, poi fu la volta delle rivoluzionarie Ragazze del ’68 e ora arrivano Le Ragazze di ogni epoca che debuttano in prime time su Rai 3 questa sera, domenica 28 ottobre, alle 21.10 e che seguiremo live su TvBlog.

Sei storie di epoche diverse, sei storie ‘normali’ di coraggio quotidiano, di donne che hanno vissuto a testa alta: storie di normale straordinarietà nella vita di donne che oggi magari sono incanutite dalla vecchiaia, ma che conservano negli occhi quella fiamma che non ha mai smesso di ardere in loro e dalla quale c’è solo da imparare.

Alla conduzione c’è un’altra ragazza senza tempo, Gloria Guida che ci accompagnerà in questo viaggio nella memoria e nella storia italiana dagli anni ’40 ad oggi attraverso le storie ordinarie di donne straordinarie.

Le Ragazze, le protagoniste della prima puntata

Come già nella precedente serie da access, in ogni puntata si raccontano le vite di persone comune e celebrities, tutte però accomunate dal modo in cui hanno scelto di affrontare le proprie difficoltà o semplicemente i fatti delle loro esistenze, spesso misconosciute o sepolte da pregiudizi.

Sono sei in questa prima puntata: vedremo Sultana Razon Veronesi, Laura Efrikian, Armanda De Angelis, Sara Simeoni, Marcella Stagno e Greta Maffioletti.

Si parte da Sultana Razon Veronesi, medico pediatra e vedova del Professor Umberto Veronesi, che ricorda tutto l’orrore della deportazione nel campo di concentramento di Bergen Belsen nel 1943: e a 80 anni dalla promulgazione delle Leggi Razziali un inizio così ci sta tutto.

Si prosegue con due ragazze degli anni ’60: Laura Efrikian, attrice e annunciatrice televisiva, icona romantica del decennio per la sua storia d’amore con Gianni Morandi, e Armanda De Angelis, operaia sindacalista con la grinta di una leonessa.

Dagli anni ’70 arrivano la campionessa di salto in alto Sara Simeoni, record mondiale nel 1978 e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980, e Marcella Stagno, palermitana ribelle e anticonformista, redattrice di Radio Aut al fianco di Peppino Impastato.

In chiusura un’intervista alla 22enne Greta Maffioletti, da Bergamo, con la sua storia che punta un faro sull’importanza della famiglia per superare un momento così delicato come l’adolescenza.

 

Le Ragazze, il format

IL programma è prodotto da Pesci Combattenti per Rai 3 ed è scritto da Cristiana Mastropietro con Claudia Panero,  Francesca Cucci, Vincenzo Faccioli Pintozzi; la regia è di Riccardo Mastropietro.

 

Come seguire Le Ragazze in diretta e in live streaming

Le Ragazze va in onda ogni domenica dalle 21.10 su Rai 3 e su Rai 3 HD (DTT, 503). E’ visibile in live streaming su Raiplay.it dove è poi disponibile on demand.

 

Le Ragazze sui social: second screen

L’hashtag ufficiale è #LeRagazze. Il programma non ha profili propri, ma si ‘appoggia’ a quelli di Rai 3 (FB, Twitter, Instagram) e di Pesci Combattenti (FB, Twitter, Instagram)

Come tutte le produzioni Pesci, grande attenzione è data alla colonna sonora: la playlist della prima puntata è già disponibile su Spotify e spazia tra Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco a Bring Me to Life degli Evanescence, da Moon River a Born to Run, da Semo gente de Borgata a Scapricciatiello, giusto per dare un’idea (ma ci metto anche la colonna sonora de Il Giardino dei Finzi Contini e Smoke on the Water). In tutto 75 brani: ma non può essere solo la tracklist della prima puntata… o forse sì.