Home Notizie È successo in TV – 20 ottobre 2005: Rockpolitik scuote la Rai (video)

È successo in TV – 20 ottobre 2005: Rockpolitik scuote la Rai (video)

Oggi nel passato: 13 anni fa Adriano Celentano mise a dura prova la TV pubblica con un pieno di polemiche

pubblicato 20 Ottobre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 06:51

Attenzione, questo programma va ascoltato ad alto volume” così diceva il claim d’introduzione alla trasmissione più discussa del 2005, Rockpolitik: condotta, ideata e diretta da Adriano Celentano un invito che ha lasciato presagire i botti come neanche la sera di Capodanno.

Lo spettacolo articolato in 4 puntate dal 20 ottobre al 10 novembre 2005, diversamente dal doppio evento Rock Economy all’Arena di Verona della quale vi abbiamo parlato poco più di 10 giorni fa, aveva un’impronta centrata più sulla critica politica piuttosto che sulla musica.

Nessun timore da parte della RAI nonostante l’agitazione per l’evento, tanto che per Celentano non fu sottoposto né ad alcun tipo di censura, né tanto meno ad alcun tipo di controllo, quindi nessuno tranne lui e i suoi collaboratori sapevano cosa sarebbe andato in onda nelle serate. Fabrizio del Noce (allora direttore di Rai 1) sapeva bene che aria tirava, proprio a causa di un clima troppo teso decise di autosospendersi dal suo incarico per tutta la durata della trasmissione.

Ciò non passò inosservato al molleggiato che già nel primo appuntamento di Rockpolitik (in alto il video dei primi minuti di trasmissione) criticò il fatto tramite il tormentone lanciato in quella trasmissione, dividendo il mondo in due categorie: ‘rock‘ (valoroso) e ‘lento‘ (scarso):

Chi si sospende è lento, però sè è una finta è rock e il sospetto è questo…

Il direttore generale della RAI di quel periodo Alfredo Meocci, parlando con Celentano in un momento della prima puntata disse:

Vengo dalla provincia, sono un uomo libero come eravamo ai tempi della ragazzi della via Gluck. Hai attaccato il capo di Raiuno su Raiuno, più liberi di così. Devi ammettere che stasera siamo saliti nella classifica della libertà d’espressione.

I continui e incessanti monologhi critici sulla situazione politica italiana di 13 anni fa (al comando c’era una maggioranza di destra) scatenarono scontri e dichiarazioni al vetriolo fra una fazione e l’altra anche nei giorni dopo la trasmissione delle puntate. Se il centrosinistra difese lo spettacolo – Prodi lo aveva chiamato uno “Show di libertà“, la destra era di tutt’altra opinione con Alleanza Nazionale che chiese le dimissioni del direttore generale della Rai.

Alla visione di ogni puntata la media dei telespettatori è andata sempre sopra i 10 milioni, le quattro puntate hanno ottenuto la media del 46.5% di share, grazie anche alla partecipazione di ospiti come Roberto Benigni e di Michele Santoro.